La “bella addormentata” dell’ESA si risveglia dall’ibernazione

Si è trattato di un finale da favola pieno di tensione quello della missione spaziale Rosetta, quando questa sera l’agenzia spaziale europea (ESA) ha ricevuto dopo 31 mesi il primo segnale dalla lontana sonda.

Rosetta sta inseguendo la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko, dove diventerà la prima missione spaziale a orbitare una cometa, la prima a tentare un atterraggio sulla sua superficie e la prima a seguire la cometa mentre passa intorno al Sole.

Dal lancio nel 2004, Rosetta ha effettuato tre sorvoli della Terra ed uno di Marte che hanno permesso di aggiustare la traiettoria per la cometa, incontrando lungo la strada anche gli asteroidi Steins e Lutetia.

Alimentata solo da pannelli solari, Rosetta è stata messa in ibernazione nel giugno del 2011 mentre si stava allontanando fino ad una distanza di circa 800 milioni di km dal calore del Sole, oltre l’orbita di Giove.

Adesso, mentre l’orbita di Rosetta l’ha portata ad una distanza di “soli” 673 milioni di km dal Sole, l’energia proveniente dai pannelli è abbastanza da alimentare nuovamente la sonda.

Oggi, ancora ad una distanza di circa 9 milioni di km dalla cometa, la “sveglia” interna pre-programmata di Rosetta ha svegliato la sonda. Dopo aver riscaldato gli strumenti necessari alla navigazione, rallentando la rotazione stabilizzante e direzionando l’antenna principale verso la Terra, Rosetta ha inviato un segnale per permettere ai controllori di missione di verificare che la sonda è sopravvissuta alla parte più lontana del proprio viaggio.

Il segnale è stato ricevuto dalla stazione radio della NASA di Goldstone, in California, alle 19:18 CET, durante la prima finestra di ricezione prevista. La ricezione è stata poi immediatamente confermata dal centro operativo ESA di Darmstadt e il risveglio annunciato su twitter dall’account @ESA_Rosetta, che ha twittato la frase “Hello, World!”.

“La nostra cacciatrice di comete è tornata”, ha dichiarato Alvaro Giménez, direttore per la Scienza e l’Esplorazione Robotica di ESA. “Con Rosetta porteremo l’esplorazione cometaria ad un nuovo livello. Questa missione incredibile continua la nostra storia di primati sulle comete, sfruttando i nostri successi tecnologici e scientifici del passato con la nostra prima missione nello spazio profondo, Giotto, che inviò a terra le prime immagini ravvicinate del nucleo di una cometa durante il suo sorvolo delle cometa di Halley nel 1986”.

“Questa sveglia non doveva contare sulla funzione “snooze” e, dopo un giorno pieno di tensione, siamo felici di avere la nostra sonda indietro e in salute”, ha aggiunto Fred Jansen, direttore di missione di Rosetta.

Le comete sono considerate i mattoni primitivi del Sistema Solare e hanno probabilmente contribuito ad aumentare la quantità di acqua presente sulla Terra e, forse, anche a introdurre gli ingredienti necessari allo sviluppo della vita. Molte questioni fondamentali relative a questi oggetti enigmatici, però, rimangono ancora irrisolte e, grazie allo studio ravvicinato della cometa Churyumov-Gerasimenko, Rosetta punta a soprire i segreti che vi sono contenuti.

“Tutte le altre missioni cometarie sono state dei rapidi sorvoli che hanno permesso di catturare brevi momenti nella vita di questi tesori ghiacciati”, ha dichiarato Matt Taylor, scienziato del team di Rosetta. “Con Rosetta tracceremo l’evoluzione di una cometa su base giornaliera per più di un anno, dandoci una prospettiva unica sul comportamento delle comete e aiutandoci a decifrare il loro ruolo nella formazione del Sistema Solare”.

Prima, però, dovrà essere completata una lunga serie di test essenziali per conoscere lo stato di salute della sonda. Successivamente, gli undici strumenti dell’orbiter e i dieci del lander saranno accesi e preparati per lo studio della cometa.

“Abbiamo di fronte a noi alcuni mesi pieni di lavoro in cui prepareremo la sonda e i suoi strumenti alle difficoltà che incontrarà durante lo studio prolungato e ravvicinato di una cometa di cui, finché non arriviamo là, sappiamo pochissimo”, ha dichiarato Andrea Accomazzo, direttore delle operazioni di Rosetta.

Le prime immagini di Rosetta della cometa Churyumov-Gerasimenko sono previste per maggio, quando la sonda sarà ancora a 2 milioni di km di distanza dall’obiettivo. Ulteriori dettagli sulla missione si possono trovare in questo articolo su AstronautiNews.it.

“Quest’anno dovremo affrontare molte sfide mentre esploriamo il territorio sconosciuto della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko e sono sicuro che ci saranno moltissime sorprese, ma oggi siamo semplicemente felicissimi di essere tornati a parlare con la nostra sonda”, ha aggiunto Matt Taylor.

Fonte: ESA.

Immagine di apertura: (c) ESA-C.Carreau

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Matteo Carpentieri

Appassionato di astronomia e spazio, laureato in una più terrestre Ingegneria Ambientale. Lavora come lecturer (ricercatore) all'Università del Surrey, in Inghilterra. Scrive su AstronautiNews.it dal 2011.

4 Risposte

  1. MoneTesla ha detto:

    Grazie Matteo per il grande lavoro che fai in astronauti news, uno dei migliori siti di informazione che conosco e consulto abitualmente.
    Sul blog che frequento ho postato un quesito, ma non ho trovato nessuna risposta a riguardo…
    La ripubblico qua, sperando di trovare le risposte.

    Una domandina tecnica facile facile…
    L’orbiter Rosetta dovrà dare alcune risposte durante l’avvicinamento alla cometa, come la sua forma e la sua massa!!
    Se la massa fosse troppo poca per garantire sufficiente gravità per fare orbitare la sonda, come potranno studiare nella sua totalità la cometa e scegliere così anche il punto migliore, per far atterrare il lander Philae.
    Esiste immagino un minimo di forza gravitazionale dei corpi celesti più piccoli che non permetterà la messa in orbita delle sonde!!
    Quanto dev’essere forte l’attrazione gravitazionale del corpo celeste per garantirne la sua orbitazione?
    Tenete presente anche che l’avvicinarsi ad altri corpi celesti molto più grandi ( verso la fine missione al Sole)potrebbero modificare le forze in gioco!

    By Simo

    • Paolo Amoroso ha detto:

      Non serve che il nucleo della cometa abbia una massa particolarmente grande perché, più che un atterraggio tradizionale su un corpo molto più massiccio come un pianeta, si tratta di un avvicinamento a un punto nello spazio. È una manovra simile, per esempio, a quella che eseguono i veicoli spaziali che si avvicinano e si agganciano a una stazione spaziale.

      Grazie del tuo interesse per AstronautiNEWS. Se hai altre domande, ti invito a farle su http://www.forumastronautico.it che è il più grande forum italiano di appassionati di spazio.

      • MoneTesla ha detto:

        Grazie per la risposta, in effetti non sono ancora soddisfatto, farò come dici.
        A presto.

    • Matteo Carpentieri ha detto:

      Ciao e grazie per i complimenti. Ho visto che hai seguito il suggerimento di Paolo e hai postato su ForumAstronautico.it. Sono sicuro che là otterrai tutte le risposte!