Herschel potrebbe concludere la sua missione sulla Luna

Il Telescopio Spaziale Herschel terminerà la propria missione inderogabilmente il prossimo marzo, alcuni scienziati stanno mettendo a punto un piano che prevede di far schiantare il telescopio sulla superficie lunare alla ricerca di ghiaccio nascosto nel sottosuolo.

Questo scenario è stata proposto da un team internazionale di circa 30 scienziati; la manovra dovrà comunque essere approvata dai responsabili ESA prima della definitiva attuazione; la decisione verrà presa entro la fine dell’anno.

In marzo il telescopio esaurirà l’elio criogenico superfluido che viene utilizzato per far funzionare la strumentazione a temperature prossime a quello dello zero assoluto.
Con uno specchio primario di 3,5 metri Herschel è il telescopio più grande mai lanciato nello spazio. È stato disegnato per scrutare quelle regioni del cosmo dove nascono le stelle, per osservare l’interno delle galassie ed analizzare il mezzo interstellare.
Per compiere al meglio queste osservazioni i suoi strumenti necessitano di essere portati alla temperatura di 0,3 Kelvin.
Quando finirà l’elio i suoi strumenti si riscalderanno e non riusciranno più a registrare le quasi impercettibili radiazioni infrarosse.
Il telescopio è stato lanciato nel 2009 con più di 2300 litri di elio liquido a bordo.

Al termine della missione, dopo una breve fase di test ingegneristici nella posizione orbitale attuale, Herschel dovrebbe essere allontanato dal punto L2; siccome la sua orbita non è propriamente stabile, ESA vorrebbe controllare con precisione questa fase in modo da immettere il telescopio in un’orbita conosciuta e la cui traiettoria sia controllabile.
ESA sta valutando due scenari; il primo, più tradizionale, prevederebbe di  immettere il telescopio in un’orbita solare che non intersechi quella della terra per i prossimi secoli; il secondo, quello dell’impatto lunare, prevedrebbe di immettere il telescopio in una traiettoria di impatto verso la Luna, pianificando una collisione ad alta velocità, in modo da utilizzare l’evento per lo studio e la ricerca di acqua, come avvenuto qualche anno fa con LCROSS di NASA. Da L2 Herschel impiegherebbe circa cento giorni per raggiungere la Luna a seconda di dove verrà pianificato l’impatto.
Se fosse approvato, il secondo scenario potrebbe risultare addirittura più proficuo in termini di ricerca dell’impatto di LCROSS, che nel 2009 centrò un cratere al polo sud lunare trovando acqua.
In tre anni di ricerche gli scienziati hanno ipotizzato la presenza di altre tracce di ghiaccio, utilizzando le mappe prodotte dallo strumento Diviner a bordo di LRO. Secondo questi dati l’acqua non si troverebbe solo nei fondi e sui bordi dei crateri in ombra al polo, ma potrebbe trovarsi in modo più diffuso anche in forma di permafrost appena sotto la superficie nelle regioni meno irradiate dal Sole (comunque nei pressi dei poli).
L’impatto di Herschel potrebbe provare queste ipotesi e confermare i dati raccolti dall’orbita da Diviner.

Lo scenario di impatto sarebbe simile a quello di LCROSS: Herschel nell’impatto solleverebbe della polvere e detriti che dovrebbero essere quindi analizzati da strumenti a terra o in orbita (HST, LRO…).
Herschel ha inoltre quasi esaurito anche il carburante, all’impatto avrebbe una massa di circa 2,8 tonnellate, leggermente maggiore di quella del Centaur di LCROSS, l’impatto dovrebbe avvenire con una velocità di circa 10000 km/h.
In novembre si terrà un workshop dove si inizierà a discutere del possibile punto di impatto.

La manovra non dovrebbe risultare molto costosa per ESA, che addirittura potrebbe effettuare le operazioni di decommissionamento durante il viaggio verso la Luna. Sicuramente avrebbe un costo inferiore rispetto a quello di una missione dedicata con gli stessi obiettivi scientifici.

Non sarebbe la prima volta che una sonda a fine missione viene “sacrificata” e fatta schiantare sulla Luna alla ricerca del ghiaccio: Lunar Prospector Orbiter di NASA fu fatto schiantare nel 1999 al polo sud lunare, sfortunatamente però quella volta non si riuscì ad individuare presenza di ghiaccio.
SMART 1 (ESA), Chang’e 1 (CNSA), Kaguya (JAXA) sono altre sonde che sono state fatte impattare sulla superficie lunare in passato, ma nessuna di queste è stata fatta schiantare al polo.

Certo, far schiantare un telescopio come Herchel potrebbe sembrare triste in qualche modo, ma d’altro canto non essendo più in alcun modo utile per fini astronomici, potrebbe ancora dare un suo ultimo contributo scientifico, anche se non in modo consueto.

Fonte: SFN.

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Filippo Magni

Appassionato di spazio, studente di ingegneria aerospaziale presso il Politecnico di Milano. Collabora all'amministrazione del forum come "Operations Officer". Scrive su AstronautiNEWS da maggio 2009.