Presentata la Planetary Resources, si avvicina lo sfruttamento dei NEO?

Planetary Resources Inc. ha annunciato il 24 aprile in una conferenza stampa a Seattle il proprio piano per lo sfruttamento minerario degli asteroidi near-Earth (NEA). La nuova compagnia privata ha in programma lo sviluppo di soluzioni tecnologiche a basso costo per missioni verso asteroidi ricchi di risorse e facilmente raggiungibili.

Un singolo asteroide del diametro di 500 m può contenere una quantità di metalli del gruppo del platino equivalente a quella estratta nell’intera storia dell’uomo fino ad ora. “Molti di questi metalli e minerali rari sulla Terra esistono in quantità quasi infinite nello spazio. Con l’aumento dell’accessibilità a questi materiali, non solo si ridurranno i costi legati a tutto quello che riguarda la microelettronica e lo stoccaggio di energia, ma nuovi usi di questi materiali porteranno allo sviluppo di importanti nuove applicazioni”, ha dichiarato Peter Diamandis, co-fondatore e co-presidente della compagnia.

In aggiunta, asteroidi NEA ricchi di acqua serviranno da stazioni intermedie per l’esplorazione dello spazio profondo, fornendo ad eventuali depositi orbitanti propellenti e acqua estratti in loco.
“L’acqua è probabilmente la risorsa più preziosa nello spazio. L’accesso ad asteroidi ricchi di acqua renderà enormemente più facile l’esplorazione del sistema solare su larga scala. Oltre a supportare la vita, l’acqua può anche essere scomposta in ossigeno ed idrogeno, fornendo aria per la respirazione e propellente per veicoli spaziali”, ha dichiarato Eric Anderson, l’altro co-fondatore e co-presidente di Planetary Resources.

Secondo la compagnia americana, dei circa 9000 NEA conosciuti, più di 1500 sono in un’orbita raggiungibile con un dispendio energetico non più grande di quello necessario ad andare sulla Luna. Un elemento critico per Planetary Resources sarà proprio la caratterizzazione dei NEA. Il primo passo della compagnia sarà proprio lo sviluppo del veicolo Arkyd Serie 100 – LEO Space Telescope. Il veicolo rappresenterà il primo telescopio spaziale privato e potrà anche fornire accesso a basso costo a comunità di scienziati interessati all’osservazione astronomica.

Secondo il programma di Planetary Resources, il passo successivo prevede lo sviluppo di Arkyd Serie 200 – Interceptor. Il veicolo sarà in grado di raggiungere l’orbita geostazionaria, eventualmente lanciato insieme ad altri satelliti, ed osservare eventuali NEA da molto vicino, aumentando la nostra conoscenza di questi oggetti.

L’Arkyd Serie 300 – Rendezvous Prospector, verrà quindi utilizzato per raggiungere asteroidi ancora più lontani e, forniti di laser per comunicare da grandi distanze, forniranno importanti informazioni su forma, rotazione, densità, composizione superficiale e interna dei vari asteroidi direttamente in orbita intorno ad essi. Tali missioni potrebbero avere come potenziali clienti anche altre agenzie spaziali, come la NASA, o organizzazioni private per la ricerca scientifica.

Fondatori della nuova azienda privata sono gli imprenditori Eric Anderson (ingegnere aerospaziale, co-fondatore e presidente anche di Space Adventures) e Peter Diamandis (presidente e amministratore delegato della X-Prize Foundation). Presidente e ingegnere capo di Planetary Resources è Chris Lewicki, già a suo tempo coinvolto nello sviluppo dei Mars Exploration Rovers e di Phoenix Mars Lander. Vice-presidente è invece Chris Voorhees, il quale ha lavorato anche lui ai Mars Exploration Rovers (Spirit e Opportunity) e a Mars Science Laboratory (Curiosity).

Tra i finanziatori del progetto spiccano personaggi come Larry Page (amministratore delegato di Google), Eric Schmidt (direttore esecutivo di Google) e Charles Simonyi (presidente di International Software Corporation e turista spaziale). Tra i consiglieri della compagnia il regista James Cameron e l’astronauta veterano NASA Thomas Jones.

Fonte: Planetary Resources.

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Matteo Carpentieri

Appassionato di astronomia e spazio, laureato in una più terrestre Ingegneria Ambientale. Lavora come lecturer (ricercatore) all'Università del Surrey, in Inghilterra. Scrive su AstronautiNews.it dal 2011.