Prime analisi sulla riparazione del SARJ

Il logo di AstronautiNEWS. credit: Riccardo Rossi/ISAA
Il logo di AstronautiNEWS. credit: Riccardo Rossi/ISAA

Dopo alcuni giorni di operazioni nominali per testarne il funzionamento, seguite alle passeggiate che hanno impegnato parte dell'equipaggio della missione STS-126 in EVA, la riparazione del SARJ sembra aver dato ottimi risultati.
Attualmente gli array di pannelli solari di destra, interessati dal giunto danneggiato e fino a pochi giorni fa bloccato, sono in modalità "autotrak" ovvero quella nominale di funzionamento per l'inseguimento del Sole dopo mesi di blocco dalla scoperta del danneggiamento alla ghiera del giunto.
Le EVA svolte hanno permesso di rimuovere uno per volta tutti e 12 i cuscinetti che permettono la rotazione dell'anello, la pulitura della parte sottostante e della sede che li ospitava dai detriti metallici che li avvolgevano e dopo aver lubrificato la parte mobile, l'installazione dei nuovi cuscinetti.
Nel test eseguito per due orbite subito dopo il termine della quarta EVA i livelli di corrente assorbita erano sensibilmente scesi (da 0,7-0,9A a 0,17-0,35A), segno inequivocabile di un miglioramento nello scorrimento senza più gli attriti sorti in precedenza.
L'analisi completa dei dati e altri test verranno eseguiti nei prossimi mesi, ma per ora aleggia un certo ottimismo nell'aver risolto in maniera forse definitiva il problema, facendo forse riconsiderare l'ipotesi di aggiungere una nuova ghiera di backup nel 2010 per mantenere la ridondanza richiesta se l'attuale non fosse più utilizzabile.
Il piano, denominato SARJ-XL, richiederebbe una decina di EVA per essere attuato e consisterebbe nel separare tutta la parte esterna della struttura che supporta i pannelli solari, in modo da inserire con il braccio robotico Canadese un terzo anello di rotazione fra i due già esistenti aumentando la ridondanza. Attualmente però, se i risultati positivi dell'operazione appena svolta fossero confermati, la necessità di un terzo anello calerebbe sensibilmente, avendo già un backup a tutti gli effetti, e si potrebbe optare, nella peggiore delle ipotesi, alla schedulazione, probabilmente con cadenza annuale, di una lubrificazione generale dei due giunti (in un'ispezione sul sinistro effettuata in una delle ultime EVA si è riscontrato anche su quello un inizio di corrosione) demandando il compito non ad un equipaggio shuttle ma alla routine degli equipaggi sulla ISS.
Oltre all'ovvio risparmio in costi nel non costruire un ricambio e dedicare parte di una missione shuttle ad esso, si avrebbe più payload per una delle ultime missioni della navetta.
Una decisione definitiva sarà presa al termine del periodo di test dei prossimi mesi.

Nelle immagini, il posizionamento del SARJ, il danno prima della riparazione e la posizione dei 12 cuscinetti.

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Alberto Zampieron

Appassionato di spazio da sempre e laureato in ingegneria aerospaziale al Politecnico di Torino, è stato socio fondatore di ISAA. Collabora con Astronautinews sin dalla fondazione e attualmente coordina le attività fra gli articolisti.