STS-124 FD7 : Kibo prende forma

Il logo di AstronautiNEWS. credit: Riccardo Rossi/ISAA
Il logo di AstronautiNEWS. credit: Riccardo Rossi/ISAA

Nella giornata da poco conclusa l'operazione svolta più importante è stata sicuramente la rilocazione del modulo logistico pressurizzato JLP da Harmony alla sua posizione definitiva su Kibo.
La missione continua a procedere senza grossi imprevisti, sono in fase di valutazione 5 "problemi" ma nessuno dei quali può mettere a rischio obiettivi della missione e con una media di inconvenienti al di sotto del consueto. Si tratta del problema all'OBSS in cui durante i test eseguiti dopo il prelevamento in "ibernazione" sulla ISS il Laser Camera System (LCS), uno dei sensori installati, ha dato alcuni messaggi d'errore, nel primo tentativo la scansione di prova è stata completata ma con un errore, la seconda e la terza abortite per lo stesso errore e la quarta completata ma sempre con un errore.
Un'altro problema sotto indagine è quello relativo al sistema di comunicazione CCA (Communications Carrier Assembly) della EMU di Mike Fossum durante la EVA1, in pratica lo "snoopy" indossato sotto la tuta, il quale contiene microfono e cuffie per le comunicazioni. Quello utilizzato e che ha dato problemi verrà riportato a terra mentre per le successive EVA se ne utilizzerà uno di scorta.
Una ulteriore questione sotto analisi è una rilevazione dei sensori d'impatto sui bordi d'attacco, i quali hanno registrato un valore di picco il FD4, l'impatto è comunque molto basso e senza pericoli, tanto da non essere ancora sicuri che si fosse trattato di un vero impatto piuttosto che un segnale portato da eccessivo "rumore". Verrà comunque effettuata una scansione approfondita sulla zona durante l'ultima ispezione per verificare con sicurezza che l'impatto, compreso fra 1.4 e 2.3G, possa aver creato alcun danno. Intanto è stato chiesto all'equipaggio di fotografare dall'interno della stazione con l'obiettivo da 800mm quella zona della navetta, non potendo utilizzare il braccio robotico per la presenza del nuovo modulo Giapponese fino all'undocking.
L'ultimo problema di una certa rilevanza è lo stato del sistema OMS, che durante le primissime fasi della missione ha subito sul sistema di orientamento in beccheggio e imbardata secondario un errore e un successivo isolamento per evitare ulteriori complicazioni non essendo indispensabile.
Il sistema primario è in ottime condizioni e l'unico impatto che si ha è quello relativo alla perdita di ridondanza. Si è comunque deciso per il resto della missione di non utilizzare l'OMS di sinistra coivolto ed effettuare l'accensione per il rientro, obbligatoriamento con entrambi gli OMS, con l'ugello già orientato, e quindi senza la necessità di spostarlo nuovamente fino al termine della missione, nella posizione di rientro.
L'ultimo problema, sicuramente il più curioso e il meno "problematico" è una perdita di acqua dal galley dello shuttle, risolto semplicemente avvolgendo il tubo danneggiato con un asciugamano sostituito periodicamente una volta inzuppato. La perdita avviene solamente quando si aziona il meccanismo di idratazione per i cibi e per ora la perdita non è significativa, circa 2dl al giorno.
Nella giornata di ieri si è infine completata la fase di attivazione e controllo del piccolo braccio robotico che equipaggia e supporterà la piattaforma esterna di Kibo.

Per il FD8 è prevista la continuazione dell'attivazione del laboratorio Giapponese Kibo con già i 12 rack installati e la prima estensione del piccolo braccio robotico che lo equipaggia, sono inoltre programmati una serie di eventi con i media Statunitensi e Giapponesi e verso il termine del giorno in orbita la preparazione della terza e ultima EVA prevista per domani che vedrà coinvolti sempre Mike Fossum e Ronald Garan e che potrebbe venir parzialmente riprogrammata per la richiesta degli ingegneri che lavorano al problema del SARJ di prelevare qualche campione di grasso osservato durante l'ispezione della EVA1 e che potrebbe provenire da un cuscinetto danneggiato.

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Alberto Zampieron

Appassionato di spazio da sempre e laureato in ingegneria aerospaziale al Politecnico di Torino, è stato socio fondatore di ISAA. Collabora con Astronautinews sin dalla fondazione e attualmente coordina le attività fra gli articolisti.