L’esperimento SAFFIRE a bordo della Cygnus

La capsula automatica Cygnus di Orbital ATK, battezzata “S.S. Rick Husband” in onore del comandante dell’ultima tragica missione dello shuttle Columbia, dopo aver lasciato la Stazione Spaziale Internazionale lo scorso 14 giugno ed essersi posizionata ad un’adeguata distanza di sicurezza, è stata protagonista in un particolare esperimento incendiario avvenuto a bordo.

Saffire spaccato

Spaccato dell’esperimento SAFFIRE-I, a sinistra il compartimento per l’avionica ed a destra la camera di combustione con la stricia di materiale combustibile.

L’esperimento SAFFIRE-I (Spacecraft Fire Experiment-I ), sviluppato dal Glenn Research Center e dall’Advanced Exploration Systems Division della NASA, ha visto l’ignizione e la combustione, controllata e contenuta, di un apposito carico all’interno della Cygnus.
Il combustibile era una striscia, di 90 x 40 cm composta di un mix di fibra di vetro e cotone, materiale normalmente utilizzato per gli interni delle capsule e le attrezzature degli astronauti.

Saffire 2016-1

La propagazione della combustione da destra verso sinistra.

La propagazione della combustione lungo il campione è stata registrata da sensori e videocamere e, contrariamente ai 20 minuti previsti, si è spontaneamente estinta dopo 8 minuti.
Questo è stato il primo di una serie di tre esperimenti, tutti previsti a bordo di capsule Cygnus, che serviranno a definire le caratteristiche di infiammabilità e resistenza dei materiali che verranno utilizati nelle “Deep Space Missions” future.

Un ultimo esperimento, denominato Reentry Breakup Recorder (REBR), ha registrato una serie di parametri della capsula durante il rientro distruttivo in atmosfera, avvenuto ieri 22 giugno, che ha ufficialmente concluso la missione OA-6.

La S.S. Rick Husband era stata lanciata lo scorso 22 marzo dalla Cape Canaveral Air Force Station a bordo di un Atlas V di ULA,  4 giorni dopo era stata catturata dal braccio robotico della ISS e quindi agganciata al modulo statunitense Unity, dove è rimasta per il tempo record di 80 giorni.
A bordo aveva 3600 kg tra provviste, materiali di consumo, materiale elettronico, informatico e fotografico, parti di ricambio per le tute spaziali ed esperimenti scientifici.

La prossima missione OA-5, che per motivi di opportunità di lancio era stata retrocessa, è attualmente prevista per il prossimo 6 luglio e vedrà, dopo l’eclatante esplosione al lancio della missione Orb CRS-3, il ritorno del vettore Antares nella nuova versione 230 con i propulsori RD-181 russi.

Fonte e foto credit: NASA

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Simone Montrasio

Appassionato di astronautica fin da bambino. Dopo studi e lavoro nel settore chimico industriale, per un decennio mi sono dedicato ad altro, per inserirmi infine nel settore dei materiali compositi anche per applicazioni aerospaziali. Collaboro felicemente con AstronautiNEWS dalla sua fondazione.