L+155, L+156: Progress 59P non ce l’ha fatta

Il boccaporto di attracco del modulo Pirs rimasto libero per il mancato arrivo della Progress M-27M / 59P. Credit: ESA/NASA
Il boccaporto di attracco del modulo Pirs rimasto libero per il mancato arrivo della Progress M-27M / 59P. Credit: ESA/NASA

Dal Diario di bordo di Samantha Cristoforetti (nota scritta il 03/05/2015):

Avamposto Spaziale ISS. Orbita Terrestre—Giorni di missione 155 e 156 (27–28 aprile 2015)—È passata un’altra settimana sulla ISS, una delle mie ultime a bordo. Il tempo vola davvero quando ci si diverte!

Beh, la notizia più importante di quest’ultima settimana, come sono certa abbiate sentito, è che il veicolo di rifornimento Progress 59P non ce l’ha fatta a raggiungere la ISS [la denominazione completa è Progress M-27M / 59P—N.d.T.].

Martedì mattina abbiamo ricevuto una chiamata da Houston che riferiva che il Controllo Missione di Mosca aveva declassato il profilo di missione a un rendezvous in due giorni, invece del profilo standard in 6 ore che avrebbe portato la Progress ad attraccare alla ISS nel primo pomeriggio.

Naturalmente, ci sono molti piccoli problemi che possono obbligare al passaggio al profilo in 2 giorni, quindi a quel punto ci aspettavamo ancora di vedere la Progress arrivare giovedì al suo posto di parcheggio. Ora sappiamo che 59P non raggiungerà mai la ISS. I controllori di missione a Mosca hanno valorosamente tentato tutto quello che potevano con la telemetria e le capacità di comando disponibili, ma sfortunatamente tutti gli sforzi per recuperare la missione di rifornimento non hanno avuto successo.

L’attenzione della comunità si è ora spostata dai tentativi di recupero all’analisi dell’incidente e alla ricerca della causa. Ne sapremo di più quando i nostri colleghi russi avranno concluso l’inchiesta che, inevitabilmente, richiederà del tempo.

Nel frattempo, i team stanno valutando le conseguenze sul programma ISS: qual è la situazione delle scorte esauribili? E la capacità di smaltire i rifiuti che è andata persa? Quali sono le implicazioni per il prossimo lancio Sojuz e, di conseguenza, l’impatto sulle attività della ISS?

Come potete immaginare, è un problema complicato e, come è spesso il caso, sono felice di essere semplicemente un’astronauta responsabile solo di svolgere i miei compiti quassù. Ci sono persone a terra che hanno un lavoro molto più difficile, specialmente in questi giorni!

La buona notizia è che non corriamo alcun rischio immediato di terminare il cibo, l’acqua, l’ossigeno, o qualsiasi altra scorta esauribile vitale—abbiamo un bel po’ di margine. Nell’avamposto dell’umanità nello spazio nessun astronauta andrà a letto a pancia vuota!

E come al solito siamo impegnati a matenere la Stazione Spaziale in funzione, trasferire del cargo e, naturalmente, fare attività scientifica. Martedì, in particolare, mentre era in corso la vicenda della Progress, ho passato la maggior parte della giornata lavorando alla sessione finale dell’esperimento Drain Brain [flusso cerebrale—N.d.T.] dell’Agenzia Spaziale Italiana: una sessione di ecografia al mattino, oltre a delle sessioni di respirazione con il pletismografo al mattino e al pomeriggio. Se questo non vi fa venire in mente nulla, potreste esservi persi la mia nota del Diario L+57, L+58, in cui ho parlato di Drain Brain!

Congratulazioni al team per la conclusione dell’esperimento!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS. Leggi il Diario di bordo di Samantha Cristoforetti e l’introduzione.

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Samantha Cristoforetti

Ingegnere ed ex ufficiale dell'Aeronautica Militare, dal 2009 è un’astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA). Ha volato nello spazio per 199 giorni, dal 23 novembre 2014 all'11 giugno 2015 per la missione Futura, svoltasi a cavallo tra Expedition 42 ed Expedition 43.