ESA si esercita per Armageddon

ESA - P.Carril

Lo scorso mese, gli esperti del programma Space Situational Awareness di ESA hanno incontrato i vari responsabili delle strutture di protezione civile di Germania e Svizzera per due giorni di esercitazione sulle azioni da intraprendere nel caso fosse individuato un asteroide diretto verso la Terra.
La simulazione, la prima del genere, ha previsto un countdown verso l’impatto con una timeline delle varie attività; la minaccia immaginaria riguardava un oggetto con dimensioni stimate iniziali tra i 12 ed i 38 metri di diametro (un range che copre gli eventi da Chelyabinsk 2013 a Tunguska 1908), con velocità di 12.5 chilometri al secondo.
Alle squadre partecipanti è stato richiesto cosa fare in 5 momenti critici del countdown, ovvero a 30, 26,  e 3 giorni prima dell’impatto, ed un’ora dopo il medesimo. Naturalmente le variabili che intervengono in un evento del genere sono moltissime: dimensioni, massa, velocità, composizione, angolo di impatto…nondimeno, deve essere possibile emanare una serie di prescrizioni di massima per gestire l’emergenza.
Le domande cui trovare risposta sono molte: come dovrebbe reagire l’Europa? Chi dovrebbe essere informato, e quando? Ad esempio: a tre giorni dall’impatto si avrebbe una buona stima della massa, dimensioni, composizione e zona d’impatto; questi elementi determinano il tipo di impatto (al suolo, in acqua, in atmosfera…), la sua magnitudine e dunque le ripercussioni sulle popolazioni di una determinata area geografica più o meno estesa.
Durante l’evento Chelyabinsk un asteroide di circa 12mila tonnellate e 19 metri di diametro colpì l’alta atmosfera con un angolo basso ed una velocità di 18.6 chilometri al secondo, esplodendo con una energida di poco meno di mezzo megatone ad una altitudine di 25-30 chilometri.
Per fortuna non risultarono danni alle persone dovuti alla caduta dei frammenti, che costituirono comunque un pericolo reale. Invece, più di 1500 persone e 7300 edifici subirono gli effetti della forte pressione generata al suolo dall’onda d’urto.
Per limitare questi effetti basterebbe adottare precauzioni simili a quelle prese negli USA nei confronti dei tornadoes, tra cui allontanarsi dalle finestre e rifugiarsi in cantine o in una zona centrale e sicura dell’edificio.
L’esercitazione si è conclusa il 25 novembre, ed ha costituito un notevole passo avanti nella gestione preventiva di queste emergenze; sono state anche identificate alcune aree che necessitano di maggiori approfondimenti, quali il tipo e le sequenza temporale delle informazioni che il programma SSA di ESA potrebbe fornire alle agenzie statali di protezione civile.
Nel corso del prossimo anno si terrà una nuova esercitazione, con la partecipazione di ulteriori nazioni europee.

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Paolo Actis

Paolo ha collaborato con AstronautiNEWS dal maggio 2008 al dicembre 2017