L-409: Lavorare con guanti che voleranno nello spazio

Samantha Cristoforetti provia un paio di guanti per tuta EMU di Classe 1 in una glovebox. Fonte: Samantha Cristoforetti
Samantha Cristoforetti provia un paio di guanti per tuta EMU di Classe 1 in una glovebox. Fonte: Samantha Cristoforetti

Dal Diario di bordo di Samantha Cristoforetti:

Johnson Space Center (Houston, USA), 18 ottobre 2013—Oggi ho passato la mattina alle strutture fuori sede in cui vengono prodotte le tute di Classe 1 per EVA.

La designazione “Classe 1” significa che un componente di equipaggiamento è pensato per volare nello spazio invece di essere usato a terra, per esempio nell’addestramento. Oggi ho avuto l’opportunità di indossare dei guanti di Classe 1 e fare tutti gli aggiustamenti necessari per ottenere l’adattamento migliore.

Naturalmente abbiamo bisogno di provare i guanti nel loro stato pressurizzato, perché la sovrapressione cambia completamente l’adattamento. Principalmente, come vi aspettereste, gonfia i guanti, rendendoli più grandi. A questo scopo abbiamo una glovebox (scatola a guanti) dedicata: quando inserite le mani, gli anelli sul braccio sigillano il volume e l’aria può essere pompata via fino a quando otteniamo la sovrapressione necessaria di 4,3 psi (0,29 atmosfere) nei guanti.

L’adattamento è un processo iterativo che comporta molto lavoro paziente da parte dei tecnici delle tute. Indossate i guanti, inserite le braccia nel glovebox, pressurizzate, vedete come li sentite, discutete l’adattamento con l’ingegnere delle tute, fate i cambiamenti che sembrano ragionevoli e provate ancora. Ripetete quante volte è necessario.

È piuttosto emozionante lavorare con guanti che voleranno nello spazio per me!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS. Leggi il Diario di bordo di Samantha Cristoforetti e l’introduzione.

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Samantha Cristoforetti

Ingegnere ed ex ufficiale dell'Aeronautica Militare, dal 2009 è un’astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA). Ha volato nello spazio per 199 giorni, dal 23 novembre 2014 all'11 giugno 2015 per la missione Futura, svoltasi a cavallo tra Expedition 42 ed Expedition 43.