SpaceX ci riprova con Jason-3: il 17 gennaio nuovo tentativo d’atterraggio

SpaceX sembra averci preso gusto: dopo la manovra riuscita lo scorso 21 dicembre, l’azienda di Elon Musk tenterà un nuovo atterraggio del primo stadio del suo vettore, il Falcon 9, il prossimo 17 gennaio nell’ambito della missione Jason-3. L’invio in orbita del satellite era inizialmente previsto per la scorsa estate, ma poi era stato rimandato a seguito dell’incidente del 28 giugno 2015.

L'ASDS Of Course I Still Love You; Credits: SpaceX

L’ASDS Of Course I Still Love You; Credits: SpaceX

Rispetto alla precedente missione Orbcomm però, almeno due le differenze. La prima è che la manovra d’atterraggio verrà effettuata sulla piattaforma marina Autonomous spaceport drone ship (ASDS), posizionata al largo dell’oceano pacifico, e non sulla terraferma. La seconda, invece, è che l’azienda utilizzerà per l’ultima volta la versione 1.1 del Falcon 9, la stessa coinvolta nell’esplosione dell’estate scorsa.

In ogni caso, il via libera ufficiale alla missione arriverà solo nel corso della settimana: oggi l’azienda effettuerà la consueta prova statica dei motori pre-lancio e, in base ai dati che emergeranno, deciderà se confermare o meno il decollo, al momento previsto per domenica 17 gennaio alle 10:42 locali, le 19:42 in Italia.

L’addio del Falcon 9 v 1.1

SpaceX ha già annunciato da tempo che la missione Jason-3 sarà l’ultima della versione 1.1 del Falcon 9. Dopo l’esplosione del giugno scorso, l’azienda di Elon Musk ha lavorato duramente ad una v 1.2 del razzo, che ha volato per la prima volta proprio in occasione della storica missione del 21 dicembre. La nuova configurazione v 1.2, oltre ad aver risolto i problemi tecnici alla base dell’incidente e ad altre migliorie, garantisce una spinta del 30% maggiore rispetto alla v 1.1 grazie ad una versione aggiornata dei motori Merlin 1D.

La patch della missione Jason-3

La patch della missione Jason-3

Quindi, anche se il tentativo d’atterraggio dovesse andare a buon fine, il primo stadio del v 1.1 non verrà utilizzato di nuovo. Pertanto la missione Jason-3 servirà a testare di nuovo la manovra e a dimostrare che l’azienda può ripetere la storica impresa dell’ultimo lancio. Nei giorni scorsi, l’azienda ha fatto sapere che neanche il primo stadio della missione Orbcomm volerà di nuovo, poiché, nonostante sia tecnicamente funzionante, la sezione del razzo viene ormai considerata un pezzo da museo.

Il Falcon 9 v 1.1 con a bordo Jason-3 decollerà dallo Space Launch Complex 4-East della Vandenberg Air Force Base, in California, base di lancio generalmente utilizzata per le missioni in orbite polari. Il primo stadio del Falcon 9 si separerà dal resto del razzo due minuti dopo il decollo, per poi iniziare la manovra d’atterraggio. L’upper stage, invece, proseguirà con a bordo Jason-3 per terminare la missione.

Se il Falcon 9 v 1.1 porterà correttamente il payload in orbita, chiuderà la sua vita operativa con 14 successi su 15 lanci, pari ad una percentuale del 93.3%. In totale saranno invece 20 le missioni riuscite dell’intera famiglia Falcon 9.

La prossima missione di SpaceX è attesa per la fine del mese, quando il Falcon 9 v 1.2 metterà in orbita il satellite SES-9.

Un profilo della missione d'atterraggio; Credits: SpaceX. N.B.: L'immagine si riferisce ai tentativi precedenti e non alla missione del 17 gennaio.

Un profilo della missione d’atterraggio; Credits: SpaceX. N.B.: L’immagine si riferisce ai tentativi precedenti e non alla missione del 17 gennaio.

Le piattaforme marine

Per SpaceX sarà il terzo tentativo di atterraggio su un ASDS. I tentativi precedenti, nel febbraio e nell’aprile dello scorso anno, si sono entrambi conclusi con un fallimento.

L’azienda utilizzerà la sua terza ASDS, ormeggiata dal luglio dello scorso anno presso il porto di Los Angeles. La prima chiatta, invece, conosciuta come “Just Read the Instructions”, è stata radiata dalla flotta di SpaceX nel giugno del 2015, mentre la seconda (Of Course I Still Love You) è attraccata da dicembre presso il porto atlantico di Port Canaveral.

In sostanza l’azienda mantiene una chiatta per entrambe le coste statunitensi: una nell’atlantico se la missione decolla da Cape Canaveral e una nel pacifico se la partenza è da Vandenberg.

Il payload

Jason-3 è il primo payload scientifico affidato dalla NASA a SpaceX, che ha ricevuto dall’agenzia americana circa 80 milioni di dollari per il lancio.

In particolare, Jason-3 è un satellite oceanografico costruito dall’azienda franco-italiana Thales Alenia Space (67% Thales, 33% Finmeccanica; TAS) su commessa congiunta dell’Agenzia Spaziale francese (CNES) e della NASA e avrà il compito di continuare la missione di monitoraggio delle acque oceaniche già iniziata dai due esemplari omonimi precedenti.

Partecipano attivamente al progetto anche la National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), l’agenzia americana che si occupa del controllo dei mari, e l’European Organisation for the Exploitation of Meteorological Satellites (EUMETSAT), l’organizzazione intraeuropea deputata alla gestione dei satelliti meteorologici

Jason-3 negli stabilimenti TAS di Cannes; Credits: Thales Alenia Space

Jason-3 negli stabilimenti TAS di Cannes; Credits: Thales Alenia Space

Il cuore di Jason-3 è il radioaltimetro Poseidon-3B, costruito dalla stessa TAS, che fornirà misurazione relative all’altezza della superficie oceanica. Le prossime generazioni dello strumento saranno utilizzate anche nella missione francese SWOT e, sopratutto, nelle Sentinel 6 del programma europeo Copernicus, che in futuro integreranno la missione Jason.

Jason-3 pesa 525 kg al momento del decollo e verrà depositato dal Falcon 9 in un’orbita polare inclinata a 66° con un perigeo di 1328 km e un apogeo di 1380.

La sua missione durerà cinque anni.

(Foto: Il primo stadio del Falcon 9 appena atterrato lo scorso 21 dicembre; Credits: SpaceX)

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