Un altro successo per il Minotaur I della Orbital

 

La Orbital Science Corporation di Dulles, Virginia, ha ottenuto un altro successo lanciando, lo scorso Martedì 19 Novembre un razzo Minotaur I per la missione ORS-3 del Department of Defense Operationally Responsive Space Office. Il lancio è avvenuto alle 8:15 p.m EST (le 02:15 di Mercoledì 20, in Italia) dal Mid-Atlantic Regional Spaceport situato presso la Wallops Flight Facility della NASA, nell’est della Virginia. Questo è stato il 25esimo di una serie di lanci di razzi Minotaur, tutti coronati dal successo ed il sesto ad essere operato dal sito di Wallops. Il liftoff è stato ritardato di 45 minuti per permettere ai tecnici di risolvere un problema con una stazione di tracking in North Carolina.

A 12 minuti dal liftoff, il payload principale, ovvero lo Space Test Program Satellite-3 (STPSat-3) dell’USAF è stato rilasciato sulla sua orbita prevista ad una quota di 500 km. Quindi, l’upper stage del Minotaur ha eseguito la collision avoidance maneuver programmata, prima di dare inizio all’operazione di espulsione dei 28 CubeSats finanziati dall’ORS Office (Operationally Responsive Space Office), dall’U.S. Air Force Space and Missile Systems Center’s Space Test Program e dal programma Educational Launch of Nanosatellites (ELaNA) della NASA.

Il satellite STPSat-3 viene sottoposto agli ultimi controlli. (C) Ball Aerospace

Il satellite STPSat-3 viene sottoposto agli ultimi controlli. (C) Ball Aerospace

Il satellite sperimentale STPSat-3, del costo di 55 milioni di Dollari, ha all’incirca le dimensioni di un minifrigo ed è stato costruito dalla Ball Aerospace and Technologies Corp. di Boulder, Colorado. Esso alloggia 5 sensori volti al testing di alcune componenti del satellite stesso ed alla misura del plasma, della ionosfera e dell’ammontare complessivo della radiazione solare che colpisce l’atmosfera terrestre.

Inoltre, il satellite è servito a testare un sistema automatico di targeting della traiettoria, un sistema autonomo per l’interruzione del volo ed un nuovo processo di procurement commerciale, che secondo i responsabili del satellite, ha ridotto i tempi ed i costi necessari a portare STPSat-3 nello spazio.

In particolare, il sistema autonomo per l’interruzione del volo, fornito dalla ATK, è stato progettato per tracciare il percorso del razzo tramite GPS e per distruggere il veicolo qualora quest’ultimo dovesse uscire dalla traiettoria pianificata. Questa funzione attualmente, viene svolta da un responsabile che ha l’arduo compito di inviare il comando manuale di distruzione se qualcosa va storto.

Tuttavia, questo sistema nel lancio di Martedì,è stato impiegato in modalità passiva, quindi, qualcuno al centro di controllo è stato incaricato a svolgere questa delicata funzione. La nuova flight termination unit ha svolto quindi il primo dei tre lanci previsti per la certificazione, essa è compatibile con la maggior parte dei vettori statunitensi, anche se al momento non ne è stata pianificata la sua entrata in servizio.

Uno dei CubeSats lanciati è il primo satellite mai costruito da studenti di una high school; un dispositivo del peso di 1 kg denominato TJ3Sat contenente una trasmittente radio amatoriale ed un modulo “Text Speak” ideato per convertire messaggi di testo in un segnale vocale analogico. TJ3Sat è stato assemblato da oltre 50 studenti nell’arco di sette anni presso la Thomas Jefferson High School for Science and Technology di Alexandria, Virginia.

TJ3Sat (C) Thomas Jefferson High School for Science and Technology.

TJ3Sat (C) Thomas Jefferson High School for Science and Technology.

La lista dei CubeSats comprende inoltre un demo-satellite della NASA basato su di uno smartphone, un satellite militare tattico per le telecomunicazioni, un rilevatore di detriti in miniatura ed una serie di piccoli spacecraft dotati di fotocamere ed altri componenti miniaturizzati.

Il rilascio dei CubeSats è avvenuto quando il razzo era al di fuori dal range delle antenne di comunicazione, quindi la verifica dello stato di salute dei satelliti non è stata per tutti gli operatori dei payloads immediata. Ad ogni modo, già nella stessa giornata di Martedì, la Johns Hopkins Univerity ha dichiarato che due dei suoi CubeSats si erano già messi in comunicazione con i controllori.

“Questa missione rappresenta l’ultimo lancio di un Minotaur nell’ambito dei contratti iniziali Orbital/Suborbital Program 1 e 2 che hanno collocato ben 74 satelliti in orbita ed altri 10 su parabole suborbitali, per un totale di 25 missioni coronate dal successo.” Ha dichiarato Ron Grabe, Executive Vice President di Orbital e General Manager del Launch Systems Group della società statunitense. “Il team di Orbital è completamente focalizzato nell’offrire il più affidabile ed economicamente vantaggioso sistema di lancio ai nostri clienti governativi per le loro importanti missioni spaziali. Questa dedizione e questo lavoro di team con l’Air Force hanno prodotto 25 missioni consecutive di successo dall’anno 2000. Ora contiamo di proseguire questa collaborazione riguardo al contratto OSP-3 negli anni a venire.”

Il razzo Minotaur I a 4 stadi è alto 21 metri, è basato sui motori a propellente solido avanzati dal programma missilistico nucleare Minuteman dell’USAF, e può portare in Low Earth Orbit carichi fino a 600 kg. Nella fattispecie, i propulsori provenienti dal programma Minuteman vengono impiegati nel primo e nel secondo stadio, mentre il terzo ed il quarto stadio provengono direttamente dal razzo Pegasus XL della Orbital.

 

Fonti: SpaceflightNow.com, Orbital

Nell’immagine in evidenza il lancio del Minotaur I. (C) Orbital Sciences Corporation

 

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Luca Frigerio

Impiegato nel campo delle materie plastiche e da sempre appassionato di spazio, basket e birra artigianale. E' iscritto a forumastronautico.it dal Novembre 2005 e da diversi anni sfoga parte della sua passione scrivendo per astronautinews.it. E' socio dell'Associazione Italiana per l'Astronautica e lo Spazio (ISAA)