Lucy ha incontrato Donaldjohanson

Composizione animata delle immagini scattate da L'LORRI durante il flyby di 52246 Donaldjohanson. Credits: NASA/Goddard/SwRI/Johns Hopkins APL

No, non siamo in una linea temporale alternativa. E no, non c’è stato nessun incontro tra il paleontologo Donald Johanson e l’australopiteco Lucy, scoperto proprio da Johanson e altri colleghi e colleghe in Etiopia nel 1974, e chiamato così in onore della canzone dei Beatles Lucy in the Sky with Diamonds. Si è trattato, invece, del secondo passaggio ravvicinato della sonda Lucy, dell’Agenzia spaziale statunitense (NASA), con un asteroide: in questo caso 52246 Donaldjohanson, intitolato proprio al paleontologo.

Il 20 aprile, intorno alle 19:51 italiane, Lucy è arrivata fino a 960 km di distanza dalla superficie dell’asteroide: si è trattato di un flyby che ha permesso di verificare le procedure, il funzionamento degli strumenti e il comportamento della sonda in vista dell’inizio nel 2027, quando sorvolerà gli asteroidi di Giove, vero obiettivo scientifico della missione. Sono quindi stati utilizzati tutti e tre gli strumenti scientifici installati sulla sonda (L’LORRI, L’Ralph e L’TES), ma per ora sono stati scaricati i dati solo del primo, da cui sono state ricavate le prime immagini ravvicinate dell’asteroide. Quelli degli altri due saranno acquisiti e analizzati nel corso delle prossime settimane.

Composizione animata delle immagini scattate da L’LORRI. Credits: NASA/Goddard/SwRI/Johns Hopkins APL

Un’occasione simile si presentò nel novembre 2023, quando Lucy incontrò l’asteroide Dinkinesh: il sorvolo venne pensato per validare il processo di acquisizione delle immagini con L’LORRI (Lucy Long-Range Reconnaissance Imager). Si tratta di un piccolo telescopio, già testato sulle missioni New Horizons e DART dell’agenzia: non è dotato di capacità di movimento e pertanto deve essere la sonda a ruotare e stabilizzarsi per produrre immagini nitide e non mosse.

Grazie ai fotogrammi raccolti, il sorvolo si trasformò da test ingegneristico a scoperta scientifica: Dinkinesh non era soltanto un asteroide, ma un asteroide binario. Con il passare dei giorni, e grazie a nuove angolazioni delle fotografie si riuscì a determinare che il compagno era a sua volta composto da due elementi a contatto, una configurazione mai osservata prima.

Tornando invece a Donaldjohanson, uno studio ha ipotizzato che si sia formato circa 150 milioni di anni fa, in seguito alla frammentazione di un asteroide più grande: è quindi uno dei più giovani dell’intera fascia principale, la regione tra Marte e Giove in cui la maggior parte degli asteroidi è localizzata. È un asteroide di un tipo piuttosto comune, composto da rocce silicate e probabilmente da argille e materiale organico (cioè basato sul carbonio, non legato alla vita). L’analisi delle curve di luce (l’andamento della luminosità al variare del tempo) ha permesso di stimare in 251 ore (10,45 giorni) il periodo di rotazione, oltre una forma allungata e associabile ad un oggetto binario a contatto, cioè formato da due elementi originariamente separati che si sono fusi. Dopo l’arrivo delle prime immagini, la forma della zona di contatto, più stretta di quanto gli scienziati avessero ipotizzato, ha destato l’attenzione degli stessi.

La curva di luce di 52246 Donaldjohanson. Credits: NASA’s Goddard Space Flight Center

Nonostante non siano stati scaricati del tutto i dati – servirà ancora qualche giorno – le analisi preliminari suggeriscono che le dimensioni dell’asteroide sono state sottostimate: 52246 Donaljohanson dovrebbe essere lungo circa 8 km, e nel punto più largo raggiungere i 3,5 km. Una volta che il download sarà completato, i ricercatori potranno determinare con più accuratezza la grandezza e le forme dell’asteroide.

Lucy ha iniziato a osservare Donaldjohanson a febbraio 2025, continuando poi fino al flyby del 20 aprile. Grazie alle immagini acquisite è stato possibile correggere leggermente la traiettoria: il 13 aprile i propulsori sono stati attivati, cambiando la velocità di 6,9 cm/s.

Prima osservazione di Donaldjohanson da parte di Lucy. Nell’immagine di destra l’asteroide è indicato da un quadrato per identificarlo meglio. Credits: NASA/Goddard/SwRI/Johns Hopkins APL
Serie di immagini sovrapposte scattate da L’LORRI dal 20 febbraio al 5 aprile, in cui è evidente il cambimento di luminosità dell’asteroide. Credits: NASA/Goddard/SwRI/Johns Hopkins APL

Circa una mezz’ora prima, Lucy si è orientata per inseguire l’asteroide e mantenere L’LORRI in posizione: così facendo ha dovuto cambiare la direzione di puntamento dell’antenna ad alto guadagno, interrompendo le comunicazioni con la Terra. Inoltre, a 40 secondi dal momento di minima distanza con l’asteroide, Lucy ha sospeso il tracciamento di Donaldjohanson per proteggere i propri strumenti dalla luce diretta del Sole alla quale sarebbero stati altrimenti esposti. Sono però «progettati per osservare oggetti 25 volte meno luminosi rispetto a quanto appaiono da Terra» e quindi molto sensibili, come ha riportato Michael Vincent, encounter phase lead del Southwest Research Institute (SwRI) di Boulder, Colorado. Questa è stata tuttavia l’unica volta in cui la sonda ha dovuto interrompere la raccolta dei dati: durante la fase più importante della missione, ovvero quella del sorvolo degli asteroidi troiani, gli strumenti rimarranno accesi per l’intero flyby. Al termine del passaggio ravvicinato Lucy ha orientato nuovamente i propri pannelli solari verso il Sole, e un’ora dopo ha ripreso i contatti con la Terra.

Come in occasione del passaggio vicino a Dinkinesh, è stato prodotto un emblema a rappresentare il flyby di Donaldjohanson: oltre al nome della sonda, dell’asteroide e la data, all’interno sono rappresentati sei profili innestati di una figura umana, ad omaggiare il paleontologo Johanson, e le ossa di Lucy, l’australopiteco.

Badge per omaggiare il flyby di 52246 Donaldjohanson. Credits: SwRI

Fonti: NASA (1), NASA (2), NASA (3), NASA (4)

  Questo articolo è copyright dell'Associazione ISAA 2006-2025, ove non diversamente indicato. - Consulta la licenza. La nostra licenza non si applica agli eventuali contenuti di terze parti presenti in questo articolo, che rimangono soggetti alle condizioni del rispettivo detentore dei diritti.

Commenti

Discutiamone su ForumAstronautico.it

Matteo Deguidi

Studio Astrophysics and Cosmology a Padova e qui provo a raccontare quello che succede nel mondo dell'astronautica mondiale, concentrandomi su missioni scientifiche in corso o in fase di sviluppo, con qualche spruzzata di astronomia.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.