Crisi al JPL. In arrivo altri 550 licenziamenti

Il Jet Propulsion Laboratory (JPL) ha avviato una riduzione del personale, prevedendo il licenziamento di ulteriori 550 dipendenti. Il direttore, David Gallagher ha affermato che questa azione arriva dopo mesi di analisi interne, sottolineando che l’iniziativa non è collegata allo shutdown governativo, ma rappresenta piuttosto una scelta strategica per creare un’infrastruttura più snella, rafforzando le competenze chiave e mantenendo la disciplina fiscale. L’obiettivo è preparare il JPL a competere in un panorama dell’industria spaziale che sta cambiando rapidamente, che vede l’ingresso di numerosi attori privati e che porrà una crescente attenzione ai costi delle missioni.

Questo nuovo taglio del personale rappresenta l’11% dell’attuale forza lavoro e si aggiunge alle due precedenti ondate di licenziamenti avvenute nel 2024. In un messaggio ai dipendenti inviato qualche giorno fa, Gallagher ha dichiarato che essi sono stati informati della loro situazione il 14 ottobre.

Il JPL è un Centro di ricerca e sviluppo finanziato a livello federale (FFRDC) gestito per l’Agenzia spaziale statunitense (NASA) dal Caltech, l’università di Pasadena, California. Le decisioni sul personale sono prese proprio dal California Institute of Technology, ma si basano principalmente sui livelli di finanziamento provenienti dalla NASA.

Una delle principali organizzazioni scientifiche al mondo, nota soprattutto per la costruzione e gestione di orbiter, lander e rover per Marte, il JPL è sotto forte pressione dall’inizio del 2024, quando sono cominciati i primi licenziamenti.

Nel febbraio 2024, il JPL ha licenziato l’8% degli occupati, più collaboratori esterni, a causa dell’incertezza sul futuro del programma di punta Mars Sample Return (MSR), già in forte ritardo e con gravi sforamenti di budget. Nel novembre 2024, è seguito un ulteriore 5% di tagli.

La situazione di MSR è peggiorata ulteriormente quando, nel gennaio 2025, l’allora amministratore della NASA Bill Nelson ha deciso di rinviare ogni decisione sul futuro del programma dopo l’insediamento della presidenza di Donald Trump. La nuova amministrazione ha poi proposto di chiudere definitivamente il programma nella richiesta di bilancio per l’anno fiscale 2026, nell’ambito di un drastico taglio del 47% al portafoglio scientifico della NASA.

Mentre la Commissione per gli stanziamenti della Camera e del Senato ha respinto i tagli più radicali al programma scientifico NASA, solo la Camera ha menzionato esplicitamente il MSR, offrendo un’ancora di salvezza da 300 milioni di dollari, cifra del tutto insufficiente per un programma il cui costo stimato oscilla tra 5,8-7,7 miliardi, comunque in calo rispetto al preventivo iniziale di 11 miliardi. Il Senato non ha preso una posizione specifica.

Nel frattempo, il Governo statunitense è da oltre due settimane in shutdown e il processo di approvazione del budget è bloccato. Non è chiaro se o quando verrà presa una decisione definitiva sul finanziamento della NASA per l’anno fiscale 2026.

David Gallagher, l’attuale dirigente del JPL, è stato nominato il 2 giugno 2025, dopo le dimissioni di Laurie Leshin. Gallagher lavora al JPL dal 1989 e ha ricoperto il ruolo di Direttore associato per l’integrazione strategica prima di assumere l’incarico attuale.

Secondo un portavoce del JPL, i licenziamenti odierni rappresentano l’11% dell’attuale forza lavoro, portando la riduzione complessiva (incluse dimissioni volontarie) a circa il 25% dal dicembre 2023.

Thomas Zurbuchen, ex amministratore associato della NASA per le missioni scientifiche, ha recentemente dichiarato che, sebbene i tagli non siano del tutto sorprendenti, la situazione è estremamente preoccupante. Ha osservato che il JPL ha adottato negli anni una strategia del tipo più grande è meglio è, che ha portato la forza lavoro ben oltre il necessario. Una riduzione era prevedibile, ma ora si rischia un vero smantellamento della leadership tecnologica e scientifica degli Stati Uniti.

Zurbuchen ha ricordato che il JPL è l’unica entità statunitense ad aver mai fatto atterrare veicoli su Marte e che il laboratorio rappresenta un punto di riferimento mondiale per le tecnologie di telerilevamento, con ricadute anche in ambito militare e ambientale: «lasciarla scomparire ci farà regredire di un decennio o forse di più».

Il Jet Propulsion Lab, fondato presso il California Institute of Technology negli anni ’30, è stato responsabile di alcuni dei più importanti progressi nell’esplorazione spaziale, tra cui la sonda Voyager e i rover inviati dalla NASA su Marte. È interamente finanziato dalla NASA, ma rimane gestito da Caltech.

Fonte: spacepolicyonline.com

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Marco Carrara

Da sempre appassionato di spazio, da piccolo sognavo ad occhi aperti guardando alla televisione le gesta degli astronauti impegnati nelle missioni Apollo, crescendo mi sono dovuto accontentare di una più normale professione come sistemista informatico in una banca radicata nel nord Italia. Scrivo su AstronautiNews dal 2010; è il mio modo per continuare a coltivare la mia passione per lo spazio.

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