Primo lancio di satelliti Kuiper di Amazon da parte di SpaceX

Il terzo lotto di satelliti della costellazione Kuiper è stato lanciato il 16 luglio alle 08:30 italiane con un Falcon 9 di SpaceX, dallo Space Launch Complex 40 della Cape Canaveral Space Force Station in Florida, negli Stati Uniti d’America. Ad effettuare il lancio è stato il booster marchiato con il seriale B1096, al debutto assoluto: esaurita la fase sia fase propulsiva il primo stadio è atterrato poco dopo sulla piattaforma A Shortfall Of Gravitas posizionata nell’Oceano Atlantico. Il secondo stadio ha poi completato la missione, rilasciando ad intervalli di 20 secondi i 24 satelliti a bordo, inizialmente ad una quota di 465 km: in autonomia raggiungeranno i 630 km e comunicheranno con il centro di controllo di Redmond, nello stato di Washington.
Nota anche con il nome di Project Kuiper, si tratta di una mega costellazione di 3.236 satelliti in orbita bassa terrestre (LEO) ideata e progettata da Amazon per fornire connettività internet a bassa latenza in tutto il mondo.
Appare quindi paradossale il fatto che il lancio sia stato effettuato da un Falcon 9 di SpaceX, che a sua volta è ad un buon punto nella costruzione della propria mega costellazione. Starlink, questo il nome, ha gli stessi scopi di Kuiper, ma conta poco meno di 8.000 satelliti operativi in orbita, con lanci che avvengono in media ogni 3 giorni.

La domanda che quindi sorge spontanea è: perché Amazon, una società di Jeff Bezos, non utilizza il New Glenn di Blue Origin, una sua altra società, per il lancio dei satelliti Kuiper? La risposta è dovuta al ritardo che New Glenn ha accumulato nel corso degli anni: finora ha effettuato solamente il volo di collaudo il 16 gennaio 2025.
Come dimostra il caso di SpaceX, il rateo di lanci deve essere elevato per due motivazioni: poter ammortizzare il prima possibile i costi di produzione, gestione e immissione in orbita dei satelliti, ma anche rispettare le scadenze inderogabili fissate dalla Federal Communications Commision (FCC), l’ente federale statunitense che regola il settore delle telecomunicazioni. La FCC garantisce infatti l’utilizzo esclusivo di alcune bande dello spettro elettromagnetico alle aziende, a patto che queste raggiungano entro una determinata data un certo numero di satelliti operativi. Per Project Kuiper significa avere 1.618 esemplari in orbita prima del 30 luglio 2026: la costruzione effettiva della costellazione è iniziata con i primi 27 satelliti soltanto il 28 aprile 2025, con il primo lancio a bordo dell’Atlas V, ed è continuata con altri 27 il 23 giugno, sempre su un Atlas V. Infine, il 16 luglio con gli ultimi 24 sul Falcon 9.
Per ovviare ai ritardi del New Glenn, nell’aprile 2021 Amazon decise di stipulare un accordo con United Launch Alliance (ULA) per nove lanci del razzo Atlas V. La selezione del lanciatore di Blue Origin venne comunicata un anno dopo: 12 lanci, con un’opzione per altri 15. Assieme a questo annuncio venne reso noto l’accordo per 38 lanci da parte del Vulcan di ULA e di 18 dell’Ariane 6 di Arianespace. Questi sarebbero stati preceduti da due satelliti prototipo lanciati da altrettante missioni dell’RS1 di ABL Space System: il fallimento dei due voli di prova previsti indussero l’azienda a rivedere la propria strategia commerciale e non puntare più sulla costruzione di razzi. Amazon decise quindi di spostare i due satelliti di prova su un vettore più affidabile, quale l’Atlas V 501, per effettuare la missione dimostrativa nell’ottobre 2023. Due mesi dopo, infine, venne dato l’annuncio di tre lanci con SpaceX.
Fonti: Amazon, forumastronautico.it
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