La missione IFT-6 continua lo sviluppo di Starship ma fallisce il recupero del booster

Il razzo Starship della missione IFT-6 in decollo - Credits: SpaceX

Il 19 novembre, alle 23:00 italiane in punto (le 22:00 UTC), SpaceX ha lanciato la missione suborbitale Integrated Flight Test 6 del vettore SuperHeavy con il veicolo Starship dalla rampa OLM A del centro sperimentale Starbase di Boca Chica, Texas.

Starship IFT’6 nelle fasi iniziali di volo – Credits: SpaceX

Il lancio si è svolto senza particolari problemi, ma la violazione di uno dei criteri di commit per il recupero del booster ha spinto il direttore di volo ad abortire il ritorno dello stesso alla torre di lancio, in favore di uno splashdown nel Golfo del Messico in una zona sicura e autorizzata a tale scopo.

Dopo l’incredibile successo della missione IFT-5 dello scorso 13 ottobre, SpaceX ha condotto una nuova missione per il test e lo sviluppo del suo lanciatore pesante. Gli obiettivi dichiarati da SpaceX includevano:

  • Il ritorno del booster al sito di lancio e la sua cattura con i bracci meccanici della rampa di lancio
  • La riaccensione di un motore Raptor durante la fase di coasting di Ship 31
  • Una serie di esperimenti sullo scudo termico
  • La capacità della Ship di resistere a un profilo di rientro molto più aggressivo del necessario, con un assetto “naso in avanti” volto a portare il veicolo ai suoi limiti strutturali nel corso del rientro sull’Oceano Indiano.
L’atterraggio di Booster 13 nell’oceano, dopo l’aborto della manovra di recupero – Credits: SpaceX

Gli aggiornamenti hardware per questo volo hanno riguardato il miglioramento del sistema propulsivo del booster, la cui la resistenza strutturale è stata rinforzata in alcune aree chiave. Sono stati inoltre implementati vari accorgimenti per ridurre i tempi necessari a scaricare i propellenti residui dal booster dopo la sua cattura. Numerosi sono stati gli aggiornamenti al software del razzo, con interventi sui controlli dei parametri di volo e dei criteri di valutazione delle condizioni di lancio e il ritorno del booster, che oggi hanno dimostrato la loro efficacia.

Lo stadio superiore Starship ha volato sulla stessa traiettoria suborbitale di IFT-5, con uno splashdown mirato nell’Oceano Indiano. Come accennato, un ulteriore obiettivo di questo volo era il tentativo di riaccendere uno dei Raptor nello spazio, per dimostrare le capacità di condurre una manovra di deorbitazione del veicolo prima delle missioni orbitali vere e proprie. L’accensione, durata un paio di secondi, sembra avvenuta con successo.

Il Raptor in funzione durante il coasting – Credits: SpaceX

Diversi esperimenti hanno riguardato il sistema di protezione termica con l’obiettivo di mettere alla prova i limiti delle capacità strutturali di Starship e di generare preziosi dati telemetrici utili a perfezionare il recupero e il riutilizzo del secondo stadio del grande lanciatore. Come in precedenza, alcune piastrelle dello scudo termico sono state rimosse in posizioni “strategiche” su entrambi i lati di Ship 31. La stessa è rientrata con un angolo di attacco più elevato nella fase finale della discesa rispetto ai precedenti voli IFT, per stressare intenzionalmente i limiti del controllo dei flap e ottenere dati sui futuri profili di atterraggio.

L’orario scelto per la partenza ha consentito di seguire il rientro della Ship sull’Oceano Indiano alla luce del giorno, fornendo condizioni migliori per le osservazioni visive anche grazie ai quattro transponder Starlink installati sul vettore per trasmettere in diretta e ad alta definizione le fasi della manovra, con immagini dai colori spettacolari come mostrato in questa galleria (credits: SpaceX). Il valore di queste immagini non è solo di marketing, ma ha consentito agli ingegneri di SpaceX di correlare la lettura dei dati telemetrici con un riscontro visivo sul veicolo.

La manovra di rientro si è svolta perfettamente, con immagini inedite, alla luce del sole, di Ship 31 che si poggiava dolcemente sulla superficie dell’oceano.

Le future Ship, a partire dal veicolo impiegato per IFT-7, voleranno con aggiornamenti significativi, tra cui flap anteriori riprogettati, serbatoi di propellente più grandi e mattonelle termiche di ultima generazione e strati di protezione termica secondaria, mentre continua il lavoro per sviluppare uno scudo termico davvero completamente riutilizzabile. L’esperienza derivata da questo e dai successivi voli di test serviranno a rendere l’intero sistema Starship più affidabile, alla ricerca di una riutilizzabilità completa e rapida del lanciatore.

Il semiserio carico utile di questo lancio, in tipico stile SpaceX: una banana, nuovo metro di misura per giudicare le dimensioni del vano carico della Ship – Credits: SpaceX

Con tre dei quattro obiettivi preannunciati raggiunti con pieno successo, la missione IFT-6 si può considerare un buon successo, seppur parziale.

Come sempre, in chiusura, linkiamo alcune delle dirette video più significative, tra cui quella del nostro podcast AstronautiCAST.

Fonti: SpaceX

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Marco Zambianchi

Spacecraft Operations Engineer per EPS-SG presso EUMETSAT, ha fatto parte in precedenza dei Flight Control Team di INTEGRAL, XMM/Newton e Gaia. È fondatore di ForumAstronautico.it e co-fondatore di AstronautiCAST. Conferenziere di astronautica al Planetario di Lecco fino al 2012, scrive ora su AstronautiNEWS ed è co-fondatore e consigliere dell'associazione ISAA.