Juno saluta Io, ultimo obiettivo della missione estesa

Dettagli di Io ripresi da Juno. Credit: NASA/JPL-Caltech/SwRI/MSSS/AndreaLuck

La sonda spaziale Juno della NASA ha da poco salutato Io, la luna più attiva del sistema solare. Il sorvolo, avvenuto il 3 febbraio 2024, è stato l’ultimo di una serie di passaggi ravvicinati ad alcuni satelliti naturali di Giove effettuati dalla sonda nell’ambito della sua missione estesa. Juno è stata lanciata nel 2011 ed è entrata nell’orbita di Giove nel 2016. La sua missione principale era studiare la struttura interna e l’atmosfera del gigante gassoso. Successivamente, la NASA ha esteso la missione per permettere lo studio di Ganimede, Europa e Io con dei sorvoli ravvicinati.

Questi sorvoli hanno permesso alla sonda di raccogliere dati preziosissimi su queste lune ghiacciate, che sono dei piccoli mondi a sé stanti, ognuno con caratteristiche fisiche e geologiche uniche e interessanti. Il sorvolo di Io di questo mese è stato l’ultimo della serie. Quelli precedenti sono stati il 7 giugno 2021 a 1.053 km dalla superficie di Ganimede, il 29 settembre 2022 a 355 km dalla crosta ghiacciata di Europa, e il 30 dicembre 2023 a 1.498 km dalla ribollente superficie di Io. L’ultimo, sempre su Io è avvenuto a 1.497 km, quindi tecnicamente il più vicino.

Gli ultimi due sorvoli di Io sono importanti perché rappresentano un’occasione unica per vedere i cambiamenti della superficie nel breve termine, praticamente a solo un mese di distanza. Questa luna, infatti, è caratterizzata da un’intensissima attività vulcanica, con oltre 400 vulcani attivi. È di fatto il satellite con la superficie più attiva nel sistema solare, con spruzzi di lava che arrivano a decine di chilometri di quota. È anche il satellite mediceo di Giove più interno, completamente immerso nella potente magnetosfera di Giove: non a caso attività magnetica e vulcanica su Io sono molto correlate. Le condizioni avverse limitano l’esplorazione spaziale, rendendo questi brevi passaggi importanti occasioni osservative.

La missione di Juno è stata un successo straordinario. La sonda ha raccolto dati inestimabili su Giove e sulle sue lune, che hanno contribuito a migliorare la nostra comprensione di questi mondi. Il termine della missione è vicino, l’anno prossimo la sonda completerà infatti la missione scientifica estesa e successivamente si tufferà nell’atmosfera di Giove, distruggendosi. Tecnicamente ci sarà qualche altra possibilità di osservare Io prima del termine della missione, ma i passaggi saranno a 20.000–80.000 km di distanza, non eccessivi per cogliere qualche informazione, ma non pochi per esaminare i dettagli della superficie.

In passato soltanto la sonda Galileo era riuscita ad arrivare così vicino a Io, passando a 102 km dalla superficie, ma non era progettata per resistere a condizioni così estreme e molte foto andarono perse. In precedenza Voyager 1 riuscì a scattare una foto con dei dettagli di superficie chiari. L’unico video di Io, se così lo si può definire, è stato ripreso nel 2007 da New Horizons, mentre viaggiava in direzione di Plutone. Il video è composto solo da cinque fotogrammi e mostra chiaramente il getto di un vulcano, il Tvashtar Paterae, con una coda di polveri che si estende fino a 330 km di quota.

Le prossime missioni Juice e Europa Clipper continueranno a esplorare Giove e le sue lune, ma non si spingeranno così all’interno per osservare Io. Juice è una missione dell’ESA che esplorerà principalmente Ganimede, mentre Europa Clipper è una missione della NASA che esplorerà Europa. Queste missioni ci aiuteranno a saperne di più su queste lune ghiacciate, sulla loro composizione e geologia e sulla predisposizione a ospitare la vita.

  Ove non diversamente indicato, questo articolo è © 2006-2024 Associazione ISAA - Leggi la licenza. La nostra licenza non si applica agli eventuali contenuti di terze parti presenti in questo articolo, che rimangono soggetti alle condizioni del rispettivo detentore dei diritti.

Commenti

Discutiamone su ForumAstronautico.it

Gianmarco Vespia

La scienza è importante. Ne ho fatto parte tanti anni fa, ma ho dovuto abbandonare la carriera. In Italia manca il supporto agli scienziati, in molti modi: sostegno, fiducia, credibilità, rispetto e finanziamenti. ISAA mi ha dato la possibilità di diventare divulgatore e di raggiungere un pubblico interessato e appassionato in questo piccolo settore che è l'astronautica. La scienza si muove troppo in silenzio, occorre pazienza e attenzione per capirla e apprezzarla, per spiegarla alle nuove generazioni, appassionarle e permettergli di costruire un futuro migliore per sé e per il mondo intero.