SpaceX lancia i primi satelliti Starlink di nuova generazione, i V2 Mini

La nuova generazione di satelliti Starlink. Credits: SpaceX

È decollata nella notte tra lunedì 27 febbraio e martedì 28 febbraio 2023 (23:13 GMT – 00:13 in Italia) la missione Starlink 6-1 di SpaceX per mezzo di un Falcon 9 con il primo stadio B1076. Questa missione ha lanciato il primo batch di 21 satelliti di nuova generazione, denominata V2 Mini.

SpaceX ha posticipato di qualche ora il lancio, che sarebbe dovuto avvenire nel corso del primo pomeriggio di lunedì, per attendere una diminuzione dei livelli di radiazione provocati da una tempesta solare che ha scatenato spettacolari manifestazioni aurorali visibili in tutto il Nord Europa e in Canada.

Il modello V2 Mini rappresenta un passaggio intermedio tra il design originale del satellite Starlink e una piattaforma spaziale ancora più grande che SpaceX intende schierare utilizzando il proprio razzo Starship di nuova generazione. Il nuovo vettore, non ancora operativo, ha quasi 10 volte la capacità di sollevamento del carico utile rispetto a un razzo Falcon 9.

I satelliti Starlink V2 saranno in grado di trasmettere segnali direttamente ai telefoni cellulari, un passo avanti nella connettività dallo spazio che anche altre società stanno perseguendo. I satelliti V2 Mini hanno antenne phased array più potenti rispetto ai vecchi satelliti Starlink V1.5 e introducono l’utilizzo della banda E per i collegamenti con le stazioni gateway.

A differenza della maggior parte delle missioni Starlink, che posizionano i loro satelliti in orbite di trasferimento a bassa quota, la missione Starlink 6-1 ha rilasciato i 21 satelliti V2 Mini in un’orbita più vicina alla loro altitudine operativa, riducendo al minimo l’intervento della propulsione del satellite stesso per raggiungere la corretta posizione orbitale finale.

I satelliti opereranno con la licenza Starlink Gen2 che la Federal Communications Commission (FCC) ha rilasciato a SpaceX consentendo all’azienda americana di lanciare fino a 7.500 dei 29.998 satelliti nominali. Nel frattempo proseguono le operazioni governate dalla licenza Starlink Gen1 (4.408 satelliti) con satelliti V1.5 più piccoli, ma SpaceX ha già iniziato a lanciare gli stessi satelliti V1.5 più piccoli anche con la licenza Gen2.

A tendere, questi satelliti più piccoli e meno capaci saranno destinati a essere sostituiti da satelliti V2 più grandi. Sembra che SpaceX avesse deciso che raggiungere rapidamente una copertura accettabile fosse la scelta migliore piuttosto che aspettare una soluzione ottimale. In teoria, la soluzione ottimale appare essere l’utilizzo dei satelliti Starlink V2. SpaceX intende gestire fino a tre diversi tipi di satelliti nella sua costellazione Starlink Gen2. La prima variante è probabilmente identica ai satelliti Starlink V1.5 da circa 305 kg che costituiscono la maggior parte della sua costellazione Starlink Gen1.

Nel frattempo, SpaceX ha già costruito e consegnato dozzine di satelliti Starlink V2 a Starbase, in Texas. Questi nuovi veicoli spaziali pesano quasi 2 tonnellate ciascuno, offrono una larghezza di banda quasi 10 volte superiore rispetto ai satelliti V1.5 e sono così voluminosi che potranno essere lanciati solo dal nuovo razzo di SpaceX, lo Starship. Il nuovo vettore è in ritardo, tuttavia SpaceX ha scelto di sviluppare una terza variante di satellite Starlink che combina molti dei vantaggi della versione V2 in un veicolo che potesse essere lanciato dal Falcon 9.

Prima dei tweet del 26 febbraio di SpaceX, tutto ciò che si sapeva di quei satelliti Starlink V2 Mini erano pochi dettagli. Le nuove informazioni fornite da SpaceX sembrano confermare alcune di queste specifiche. Ad esempio, sapendo che Falcon 9 trasporterà 21 satelliti V2 Mini e che l’attuale record di carico utile del razzo è di 17,4 tonnellate, ogni satellite V2 Mini probabilmente non pesa più di 830 kg, ovvero una massa molto vicina alla stima di 800 kg indicata a ottobre 2022.

Ancora più importante, SpaceX ha rivelato che ogni satellite Starlink V2 Mini è dotato di antenne più performanti che permettono un accesso a un nuovo set di frequenze, caratteristiche che combinate fra loro consentiranno di disporre di satelliti con prestazioni fino a 4 volte superiorei rispetto agli Starlink V1.0. In un confronto con gli attuali satelliti V1.5, gli Starlink V2 Mini potrebbero spremere circa il 50% in più di capacità di rete da ciascuna unità di massa del satellite. Di conseguenza, anche se il più ingombrante V2 Mini ha ridotto di quasi tre volte il numero di satelliti che un Falcon 9 può lanciare, i 21 satelliti V2 Mini di un singolo lancio potranno aggiungere circa il 50% di larghezza di banda in più rispetto ai circa 57 satelliti V1.5 di un qualsiasi precedente lancio sul Falcon 9.

Con questo modello di satellite più grande, saranno necessari il triplo dei lanci su Falcon 9 per espandere la copertura di Starlink V2, ma le aree coperte potranno servire molti più clienti rispetto al passato oppure fornire una larghezza di banda molto più elevata allo stesso numero di clienti.

SpaceX ha anche annunciato che i nuovi satelliti V2 dispongono di un nuovo propulsore a effetto Hall alimentato ad argon. Per evitare i costi elevati del propellente allo xenon, la scelta di carburante più comune per i sistemi a propulsione elettrica, SpaceX aveva già sviluppato un propulsore a effetto Hall alimentato a krypton per i satelliti Starlink V1 e V1.5 che, distribuito su quasi 4.000 satelliti Starlink V1.x che SpaceX ha lanciato da maggio 2019, ha permesso all’azienda un risparmio di centinaia di milioni di dollari.

Il passaggio dal krypton all’argon potrebbe essere altrettanto vantaggioso. L’argon puro al 99,999% può essere acquistato in piccoli volumi fino a un max di 15 €/kg e ogni satellite Starlink V2 Mini avrà probabilmente bisogno di meno di 80 kg di propellente. SpaceX ha probabilmente speso circa 50 milioni di € (±25 milioni) in krypton per i quasi 4.000 satelliti Starlink V1 che ha lanciato fino a oggi. Di conseguenza, anche se ogni satellite Starlink V2 necessitasse di 200 kg di argon, alimentare la sua prossima costellazione di quasi 30.000 satelliti V2 potrebbe costare a SpaceX meno che alimentare 4.000 satelliti V1.

Fonte: SpaceX

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Marco Carrara

Da sempre appassionato di spazio, da piccolo sognavo ad occhi aperti guardando alla televisione le gesta degli astronauti impegnati nelle missioni Apollo, crescendo mi sono dovuto accontentare di una più normale professione come sistemista informatico in una banca radicata nel nord Italia. Scrivo su AstronautiNews dal 2010; è il mio modo per continuare a coltivare la mia passione per lo spazio.