SpaceX e T-Mobile si alleano per garantire connettività diretta agli smartphone

Elon Musk e Mike Sievert alla presentazione presso Starbase, in Texas. Credits: SpaceX via YouTube

Durante una presentazione tenuta presso il complesso di Starbase, a Boca Chica (Texas), il Chief Engineer di SpaceX Elon Musk e il CEO di T-Mobile Mike Sievert hanno annunciato una partnership tra le due aziende per fornire connettività direttamente agli smartphone. Si tratta di una importante novità, arrivata dopo l’aggiunta di diversi servizi forniti dalla costellazione Starlink, dalle nuove antenne all’utilizzo in mare aperto.

Di seguito il video integrale dell’evento a Starbase.

Connettività direttamente agli smartphone

L’iniziativa, chiamata Coverage & Beyond, ha come obiettivo l’eliminazione delle zone di assenza di copertura del segnale, che negli USA raggiungono una superficie di oltre 1,3 milioni di chilometri quadrati (a fronte di una superficie complessiva di 9,8 milioni di chilometri quadrati, oltre il 10%). Le aree principalmente interessate saranno quelle rurali, dove l’investimento per portare connettività via cavo non può essere ripagato dalle utenze degli abitanti, e quelle in cui l’utilizzo della rete è strettamente regolamentato, come i parchi nazionali. Gli utenti destinatari saranno quindi principalmente abitanti di aree periferiche, ma anche esploratori, escursionisti e turisti in viaggio in zone remote.

Per gli utenti

Per il consumatore finale l’esperienza non cambierà rispetto all’attuale situazione: quando si troverà in aree in cui vi è assenza di segnale, lo smartphone effettuerebbe le normali operazioni di ricerca di celle telefoniche terrestri o di servizi di roaming. In assenza di queste passerebbe a connettersi agli Starlink in orbita, rendendo di fatto il satellite una torre telefonica a 500 km di altezza e in rapido movimento. Per la quasi totalità degli utilizzatori non sarà nemmeno necessario cambiare il proprio telefono, dal momento che le frequenze su cui avverrà la connessione sono quelle già utilizzate a terra e quindi ricevibili dalla strumentazione installata.

L’unico requisito che sarà richiesto agli utenti sarà una visuale sgombra del cielo, in modo tale da poter effettuare la connessione. Tuttavia, secondo quanto comunicato da Musk durante l’evento, la connessione risulterà probabilmente possibile anche con il telefono nella propria tasca o nella propria auto, evitando così di doverlo esporre continuamente.

Il servizio sarà disponibile negli Stati Uniti d’America, paese in cui opera T-Mobile, comprese le isole Hawaii, Porto Rico, le acque territoriali e vaste zone dell’Alaska, la cui copertura totale dipenderà dal numero di satelliti in orbita polare. Sievert e Musk hanno comunque ribadito la totale apertura sia da parte di SpaceX che T-Mobile nell’accogliere altri operatori di telecomunicazioni all’interno del progetto, in modo da creare un’unica rete di roaming globale e permettere agli utenti di usufruire della connessione diretta anche al di fuori del proprio paese.

Nonostante l’evento fosse incentrato sull’aspetto tecnico e non commerciale del servizio, Sievert ha anticipato che per i clienti di T-Mobile possessori di alcuni piani più diffusi, il servizio sarà incluso nell’offerta sottoscritta.

Per SpaceX e T-Mobile

Se per l’utente finale il servizio è così facile e poco impattante, per quanto riguarda T-Mobile ma soprattutto SpaceX lo sforzo sarà decisamente maggiore. La prima metterà a disposizione della seconda un piccolo range di frequenze di cui è attualmente concessionaria, per permettere ai satelliti Starlink di fornire connettività diretta.

I satelliti in oggetto sono i cosiddetti Starlink V2, molto più potenti degli attuali in orbita e progettati per essere lanciati da Starship, il veicolo completamente riutilizzabile in fase di sviluppo presso Starbase. Interrogato in merito alle dimensioni di ogni satellite, Musk ha annunciato che la nuova generazione sarà dotata di un’antenna phased array tra le più avanzate al mondo, con capacità nella banda Ka migliorate e dalle dimensioni così significative, circa 5 o 6 metri di raggio, che ne richiederanno uno “spacchettamento”, da cui l’impossibilità di essere installati nel fairing di un Falcon 9.

I primi lanci, che saranno parte della fase di beta testing, avverranno nel 2023: in caso di significativi ritardi nel progetto Starship è già pronto un piano alternativo che prevede lo sviluppo di Starlink V2 dalle dimensioni molto ridotte, in grado di essere integrati nel fairing di un Falcon 9.

Contestualmente ai primi lanci inizierà anche la fase di beta testing, limitata, per ragioni tecniche e di banda, ad alcune applicazioni di messaggistica preventivamente selezionate (sono necessari alcuni protocolli per separare il traffico dei messaggi da quello di altro tipo), SMS e MMS. Nonostante non si conosca la dimensione della cella, la banda disponibile sarà tra i 2 e i 4 Mb/s, sufficiente per effettuare in simultanea circa un migliaio di chiamate e inviare milioni di messaggi testuali. Nell’eventualità in cui ci siano poche utenze collegate sarà anche possibile effettuare delle videochiamate. Il servizio, ricordiamo, è pensato per aree ad oggi totalmente scollegate e le prestazioni non sono e probabilmente non saranno mai comparabili con quelle di una infrastruttura terrestre o gli stessi terminali Starlink dedicati.

La fase iniziale di beta testing potrebbe essere anticipata da un periodo in cui il servizio, funzionante anche con un solo satellite in orbita, sarà esclusivamente legato a comunicazioni di emergenza.


Fonti: Evento presso Starbase.

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Matteo Deguidi

Studio Astrophysics and Cosmology a Padova e sono interessato alle nuove generazioni di telescopi, sia terrestri che in orbita. In ambito astronautico la mia passione principale è seguire lo sviluppo e la costruzione delle sonde, dai siti di produzione al lancio. Considero ISAA come una seconda famiglia, la quale mi ha dato possibilità di accedere ad un mondo di notizie che da tanto ricercavo.