Virgin Orbit, fallito il primo lancio orbitale dalla Gran Bretagna

Il 747 Cosmic Girl in volo con il razzo LauncherOne sotto la sua ala Credits: Virgin Orbit

La prima missione orbitale in assoluto a decollare dal Regno Unito non si è conclusa come auspicato. Virgin Orbit, l’azienda spaziale dell’imprenditore miliardario britannico Richard Branson, avrebbe dovuto immettere in orbita alcuni piccoli satelliti con il razzo LauncherOne ma la missione non si è conclusa con successo.

Questo non è il primo lancio orbitale in assoluto effettuato da un paese in Europa poiché occorre ricordare che il cosmodromo russo di Pleseck si trova nella parte europea della Russia.

Il sistema di Virgin Orbit utilizza un Boeing 747 modificato, chiamato Cosmic Girl, che ha il compito di portare in quota, agganciato a un’ala dell’aereo, il razzo LauncherOne (lungo 21 metri) per poi sganciarlo e farlo proseguire autonomamente nelle successive fasi del volo.

La missione è stata battezzata Start Me Up, in riferimento al titolo di una famosa canzone della band inglese Rolling Stones. La missione è iniziata senza intoppi con un decollo puntuale dallo Spaceport Cornwall avvenuto lunedì 9 gennaio 2022 alle ore 22:02 GMT. Cosmic Girl, una volta raggiunta la quota operativa al largo della costa sud-occidentale dell’Irlanda, ha attivato alle ore 23:09 GMT il rilascio di LauncherOne. Il primo stadio del razzo ha fatto il proprio dovere distaccandosi dal secondo stadio dopo circa 3,5 minuti di volo.

A quel punto si è attivato il secondo stadio, che per 5 minuti ha continuato a spingere Launcher One verso l’orbita prevista, tanto che per un attimo Virgin Orbit aveva pubblicato sui social un messaggio di successo, poi prontamente cancellato. A una prima impressione, perché per le analisi di dettaglio servirà attendere qualche giorno, un’anomalia si sarebbe verificata in questa fase, ossia poco prima del rilascio dei satelliti. Saranno necessarie ulteriori indagini per comprendere i motivi dell’insuccesso. Quel poco che si conosce arriva da alcune parole di Matt Archer, direttore dello Space Commercial Program britannico, secondo il quale il secondo stadio avrebbe subito un’anomalia tecnica che ha di fatto vanificato la riuscita della missione.

Ciò che occorre evidenziare è che questo incidente non ha comportato rischi per l’equipaggio di Cosmic Girl. L’aereo è atterrato come da programma e senza alcun problema. Virgin Orbit ha immediatamente avviato un’indagine promettendo di condividere al più presto i primi dettagli sui risultati.

Il fallimento della missione ha provocato la perdita dei satelliti. Sono andati persi i nove satelliti, tra militari e commerciali, di clienti del Regno Unito, degli Stati Uniti, della Polonia e dell’Oman. Virgin Orbit aveva precedentemente messo in orbita 33 satelliti di vari clienti, completando con successo una serie di quattro lanci prima del fallimento della missione Start Me Up.

In una conferenza stampa pre-lancio tenuta domenica 8 gennaio, il CEO di Virgin Orbit Dan Hart aveva affermato che la società potrebbe tornare allo Spaceport Cornwall entro la fine dell’anno ma sta anche valutando altre località sparse in tutto il mondo.

Start Me Up è stata, sotto alcuni punti di vista, una missione di successo per il Regno Unito. I biglietti per assistere al decollo di Cosmic Girl dallo Spaceport Cornwall, altrimenti noto come Newquay Airport, si sono esauriti in poche ore. Gli appassionati di spazio della regione inglese sud-occidentale della Cornovaglia hanno sfidato il freddo e il vento per assistere a questo momento storico. Non hanno potuto osservare il lancio del razzo ma hanno visto il Boeing 747 decollare e tornare sano e salvo all’aeroporto.

Il Regno Unito aveva annunciato nel 2014 l’intenzione di sviluppare infrastrutture per lanci di piccoli satelliti nella speranza di aumentare la propria quota del mercato spaziale globale. Il paese ospita alcuni dei principali produttori mondiali di piccoli satelliti, tra cui Airbus, Surrey Satellite Technology e Clyde Space.

Melisa Thorpe, CEO di Spaceport Cornwall, ha dichiarato che convertire il minuscolo aeroporto di Newquay in un sito pronto per lo spazio è costato 20 milioni di sterline. In totale sette siti inglesi hanno già ricevuto finanziamenti dall’Agenzia spaziale del Regno Unito. Altri due siti sono attualmente nelle fasi finali dei preparativi per un lancio spaziale: SpaceHub Sutherland nel nord della Scozia e SaxaVord Spaceport sulle isole Shetland al largo della costa scozzese. Entrambi questi porti spaziali effettueranno lanci verticali di micro-razzi e la loro attività dovrebbe iniziare entro la fine dell’anno.

Fonte: Space.com

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Marco Carrara

Da sempre appassionato di spazio, da piccolo sognavo ad occhi aperti guardando alla televisione le gesta degli astronauti impegnati nelle missioni Apollo, crescendo mi sono dovuto accontentare di una più normale professione come sistemista informatico in una banca radicata nel nord Italia. Scrivo su AstronautiNews dal 2010; è il mio modo per continuare a coltivare la mia passione per lo spazio.