Il Governo inglese finanzia un progetto di deorbiting

La distribuzione dei detriti spaziali in LEO Credits: ESA

Astroscale Ltd., la sussidiaria inglese della multinazionale giapponese Astroscale Holdings Inc, in consorzio con la startup svizzera ClearSpace, ha ricevuto un finanziamento di 700.000 sterline (circa 828.000 euro) dall’agenzia spaziale inglese per lo studio di una missione volta a rimuovere due veicoli spaziali dall’orbita terrestre bassa nel 2025. L’annuncio è stato fatto lo scorso 26 ottobre dall’agenzia spaziale inglese durante il settantaduesimo International Astronautical Congress (IAC) tenutosi a Dubai. Lo studio di fattibilità dovrà essere consegnato entro la fine di marzo 2022.

Nell’ambito dell’Active Debris Removal Phase 0-A Feasibility Study, Astroscale e ClearSpace sono incaricate di studiare la modalità più consona per deorbitare due satelliti dismessi, progettati a loro tempo senza pensare alla loro rimozione dall’orbita.

Da qualche anno ci si interroga sui processi tecnici e legislativi da mettere in campo per mitigare la problematica dei detriti spaziali, la congestione orbitale generata da satelliti in disuso o guasti e dai detriti perlopiù metallici che popolano l’orbita terrestre. Secondo le stime dell’agenzia spaziale britannica, attualmente sono circa 900.000 i detriti spaziali in orbita, le cui dimensioni vanno da quelle di vecchi satelliti in disuso a quelle dei materiali rilasciati dagli astronauti, per non parlare dei detriti più piccoli, che diventano veri e propri proiettili orbitali.

«La crescente dipendenza che abbiamo acquisito rispetto ai satelliti per una serie di utilità quotidiane, dal navigatore satellitare alla meteorologia, sta rendendo il settore della tecnologia spaziale sempre più prezioso per l’economia del Regno Unito», ha affermato il ministro della Scienza George Freeman.

«La strategia spaziale nazionale definisce la nostra visione per un fiorente settore spaziale del Regno Unito che spinge i confini dell’innovazione, compreso un impegno specifico per guidare il processo della rimozione dei detriti spaziali».

Secondo le dichiarazioni di John Auburn, direttore e manager di Astroscale Ltd e co-presidente dell’Orbit Servicing & Manufacturing Industry Group, con gli investimenti in questa missione sarà possibile stabilire una leadership globale britannica nella sostenibilità spaziale e creare nuovi posti di lavoro e opportunità di investimenti per il settore spaziale del Regno Unito.

Rimozione attiva dei detriti

Secondo quanto evidenziato dal manager della filiale inglese di Astroscale, i partecipanti allo studio potranno scegliere i satelliti da rimuovere a patto che siano stati posti in orbita con una licenza britannica, rendendo così il Governo eventuale responsabile in caso di problemi.

Secondo l’astronomo Jonathan McDowell dell’Harward-Smithsonian Center for Astrophysics, esperto nella ricerca di oggetti orbitali, ci sono attualmente 14 satelliti defunti in orbita terrestre bassa sotto licenza del Regno Unito, di proprietà di operatori britannici o registrati per conto britannico presso le Nazioni Unite.

Nella fattispecie sono:

  • X-3 Prospero con il suo stadio superiore Waxwing lanciati nel 1971;
  • X-4 Miranda del 1973;
  • UoSAT 3, 4, 5 e 12, risalenti agli anni ’90;
  • SNAP-1 (Surrey Nanosatellite Application Platform) del 2000;
  • UK-DMC (Disaster Monitoring Constellation) del 2003;
  • Topsat (Tactical Operational Satellite) del 2005;
  • Ukube-1 e TDS-1 (TechDemoSat-1) del 2014;
  • UCLSat (University College London Satellite) del 2017;
  • RemoveDebris del 2018.

Inoltre, McDowell ha evidenziato la presenza di altri satelliti apparentemente britannici in Low Earth Orbit (LEO), i quali potrebbero essere o meno dismessi attualmente, tra cui:

  • UoSAT 2 (noto anche come OSCAR-11) del 1984;
  • UK-DMC-2 del 2009;
  • STRAND-1 (Surrey Training Research and Nanosatellite Demonstrator) del 2013;
  • DeorbitSail;
  • Carbonite-1 del 2015;

Per lo studio di fattibilità Astroscale è in partnership con Thales Alenia Space e lo specialista canadese di robotica e sistemi satellitari MDA.

Thales Alenia Space è incaricata degli aspetti relativi al sistema propulsivo e al rifornimento orbitale, oltre a supportare le fasi di assemblaggio, integrazione e verifica del veicolo spaziale principale che verrà costruito.

Secondo le dichiarazioni di Auburn raccolte da SpaceNews, il sistema immaginato da Astroscale, denominato COSMIC (Cleaning Outer Space Mission through Inovative Capture), sarà una variante del sistema ELSA-m, ovvero un unico veicolo spaziale in grado di catturare e deorbitare tre o quattro oggetti in una missione per un singolo cliente. Questo sistema viene finanziato e gestito secondo una partnership pubblico-privato con l’agenzia spaziale europea e con l’operatore satellitare OneWeb per i collegamenti in banda larga in orbita terrestre bassa.

La Critical Design Review di ELSA-m, ovvero la revisione finale del progetto, è fissata per maggio 2022 e il lancio è previsto per il 2024. ELSA-m impiegherà un meccanismo di cattura magnetico, quindi potrà afferrare solamente dei satelliti dotati di un’apposita piastra di aggancio. Diversamente, il sistema COSMIC utilizzerà “una specie di braccio robotico o di meccanismo di presa” che gli permetterà di afferrare un satellite defunto non costruito per essere catturato da un altro veicolo spaziale.

Il contesto progettuale di COSMIC ha anche alcune parti in comune con una missione a cui Astroscale sta lavorando per la Japan Aerospace Exploration Agency (JAXA), che ha intenzione di deorbitare uno stadio superiore di un suo vettore costruito senza una piastra di aggancio. Il prossimo lancio, previsto da Astroscale per il 2023, sarà di questo sistema, chiamato ADRAS-J (Active Debris Removal by Astroscale-Japan), quando Rocket Lab lancerà il suo veicolo spaziale per ispezionare lo stadio superiore esausto, prima del tentativo di rimozione che potrebbe avvenire nel 2025.

Nel frattempo, il satellite dimostrativo di Astroscale End-of-Life Services by Astroscale-Demonstraion (ELSA-d) lanciato lo scorso marzo, continua a eseguire i suoi test con un piccolo satellite “cliente” lanciato assieme a esso, destinato a fungere da simulacro di detrito spaziale. La capacità di aggancio magnetico di questo sistema è stata dimostrata lo scorso 25 agosto, quando il satellite servicer ha completato con successo la prima cattura del simulacro. Il veicolo spaziale servicer ELSA-d rilascerà il satellite obiettivo ancora una volta quest’anno, a una distanza maggiore per testare completamente il software di volo automatico, catturando ancora una volta il satellite detrito. Agli inizi del prossimo anno, Astroscale userà di nuovo ELSA-d per la cattura e la deorbitazione di un satellite bersaglio che sta ruotando su sé stesso nello spazio.

Le fasi attualmente completate dal dimostratore ELSA-D Credits: Astroscale

Astroscale ha raccolto finora 191 milioni di dollari con il suo ultimo round di finanziamento dello scorso anno, che ha fruttato da solo 51 milioni di dollari.

Anche la startup svizzera ClearSpace sta effettuando un’ampia operazione di reperimento fondi, il cui termine potrebbe essere annunciato nelle prossime settimane, al fine di accelerarne la sua espansione.

Gli altri attori

Per lo studio della missione da parte dell’agenzia spaziale britannica, ClearSpace ha unito i propri sforzi con il piccolo produttore inglese di satelliti SSTL, con l’azienda spagnola Elecnor Deimos e con la no profit Satellite Applications Catapult, finanziata dal Governo britannico.

Dal canto suo, ClearSpace ha dichiarato lo scorso 30 giugno di aver chiuso il suo primo round di raccolta fondi a quota 3,8 milioni di euro, ai quali vanno aggiunti gli 86 milioni che l’Agenzia Spaziale Europea ha investito nella missione di rimozione di debutto della startup per la rimozione dei detriti, ClearSpace-1, che verrà lanciata nel 2025.

Fonti: SpaceNews; Astroscale

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Luca Frigerio

Impiegato nel campo delle materie plastiche e da sempre appassionato di spazio, basket e birra artigianale. E' iscritto a forumastronautico.it dal Novembre 2005 e da diversi anni sfoga parte della sua passione scrivendo per astronautinews.it. E' socio dell'Associazione Italiana per l'Astronautica e lo Spazio (ISAA)