Elon Musk ha dato un po’ di aggiornamenti sul piano di SpaceX per la conquista di Marte

Come promesso, oggi 29 settembre durante il 68esimo International Astronautical Congress (IAC) in corso ad Adelaide, in Australia, il fondatore di SpaceX Elon Musk ha fornito un aggiornamento sul piano della sua azienda per lo sbarco dell’uomo su Marte.

Musk aveva rivelato il grosso del piano lo scorso anno, in occasione della 67edizione dell’IAC, lasciando di stucco le decine di migliaia di fans che è riuscito a crearsi in giro per il mondo e un po’ più perplessi gli addetti ai lavori.

In breve, 12 mesi fa Elon Musk aveva basato la sua presentazione sul nuovo veicolo spaziale, chiamato Mars Colonial TransporterInterplanetary Transport System (ITS) in teoria il più grande lanciatore mai costruito: 122 metri totali, un diametro del booster di 12 metri, 42 motori Raptor al first stage (che atterra come un enorme Falcon 9) e, sulla sommità, un secondo stadio/astronave in grado di trasportare verso Marte (o verso altri corpi celesti) un centinaio di essere umani.

Per il resto Musk aveva parlato di alcuni aspetti tecnici (come la scelta del metano come carburante), senza invero entrare troppo nei dettagli, tralasciando completamente l’aspetto economico e tutto ciò che concerne la sopravvivenza degli uomini su Marte (un problema non da poco, come abbiamo visto nel nostro speciale dedicato al pianeta rosso).

Nel corso della presentazione di oggi, Musk ha corretto il tiro, spiegando come il viaggio verso Marte potrà essere pagato essenzialmente da una versione aggiornata dell’ITS (che ritorna a chiamarsi BFR, acronimo di Big Falcon Rocket, o meno prosaicamente Big Fucking Rocket), leggermente più piccola rispetto a quella presentata un anno fa e progettata con una forte vocazione commerciale. 

Il BFR in comparazione agli altri vettori dell’azienda; Credits: SpaceX

«Pensiamo che il giusto modo [per finanziare le missioni marziane] sia avere un veicolo più piccolo – che è comunque molto grande – ma che può fare tutto ciò che ci serve», ha spiegato il fondatore di SpaceX.

In sostanza, stando alle parole di Musk, nel corso del prossimo decennio il BFR prenderà il posto degli attuali sistemi di volo dell’azienda, il Falcon 9 (e la sua versione pesante Falcon Heavy, che dovrebbe volare per la prima volta entro la fine dell’anno) e della capsula Dragon. Il nuovo BFR potrà essere utilizzato per portare in orbita enormi costellazioni satellitari, grandi spacecraft scientifici e assicurare un passaggio sicuro verso la Stazione Spaziale Internazionale (ISS).

L’obiettivo dell’azienda è quindi evitare di avere sistemi «ridondanti», anche se alcuni clienti più «conservativi» potranno scegliere se continuare a utilizzare i Falcon e le Dragon, «di cui c’è il progetto di costruirne qualcuno in più per mantenere uno stock». «Se voranno usare i vecchi razzi e le vecchie navette, potranno farlo», ha puntualizzato Musk.

Il BFR, inoltre, come Musk aveva già detto tra le righe lo scorso anno, potrà essere utilizzato come anche veicolo Terra-Terra in grado di collegare le maggiori città del pianeta in una trentina di minuti «ad un costo per passeggero più basso degli attuali aerei» (video in basso).

Grazie a queste applicazioni commerciali e al risparmio generato dal phase out degli altri sistemi, secondo Musk SpaceX potrà – nel corso degli anni – finanziare il viaggio verso Marte e puntare tutte le risorse su «un solo sistema».

Da un punto di vista tecnico il nuovo BFR sarà alto 106 metri, avrà 31 motori Raptor al primo stadio (11 in meno rispetto all'”originale”) e un diametro di 9 metri. La capacità in orbita bassa sarà invece di 150 tonnellate, 20 tonnellate in più della versione finale dello Space Launch System (SLS), il vettore ultra-pesante a cui la NASA sta lavorando da qualche anno.

I lavori sulla nuova navetta dovrebbero cominciare nel secondo trimestre del 2018, mentre sono già in corso da qualche mese quelli sul first stage, così da «essere pronti al lancio in circa cinque anni». L’obiettivo è mettere i primi uomini su Marte nel 2024 con due missioni, che faranno seguito alle due capsule cargo che verranno lanciate verso il pianeta rosso nel 2022 con il Falcon Heavy.

Riguardo alle date annunciate – tema su cui Musk è stato spesso criticato, se non preso in giro -, il miliardario ha detto che sono molto «auspicabili» e che se non saranno rispettate esattamente le missioni avverranno comunque «poco dopo».

In realtà nel giro di soli dodici mesi la prima missione cargo verso Marte, inizialmente annunciata al 2018, è già slittata al 2022.

Il Falcon Heavy, inoltre, sarebbero dovuto volare già nel 2010, ma a settembre 2017 non è ancora noto con esattezza quando effettuerà il lancio inaugurale.

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