NASA seleziona una nuova missione per lo studio del mezzo interstellare nella Via Lattea e oltre
NASA ha selezionato una missione scientifica che prevede la misurazione delle emissioni del mezzo interstellare, che rappresenta il materiale cosmico tra le stelle. Lo studio di tali emissioni aiuterà gli scienziati nel determinare il ciclo di vita dei gas interstellari della Via Lattea, attraverso l’osservazione della creazione e distruzione di nubi di origine stellare, così come le dinamiche dei flussi di gas in prossimità del centro della nostra galassia.
La missione, denominata Galactic/Extragalactic ULDB Spectroscopic Terahertz Observatory (GUSTO), guidata Christopher Walker, principal investigator presso l’Università dell’Arizona, consisterà nel lanciare un Ultralong-Duration Balloon (ULDB) con a bordo un telescopio che consentirà di catturare emissioni di carbonio, ossigeno e azoto. Questi dati consentiranno al team di Walker di avere a disposizione una certa diversificazione spaziale e spettrale sufficiente per comprendere a fondo la composizione del mezzo interstellare, con l’obiettivo di avere un’ampia mappatura della Via Lattea e della vicina Grande Nube di Magellano.
Secondo quanto affermato da Paul Hertz, direttore del dipartimento di astrofisica presso il Science Mission Directorate a Washington, tale missione fornirà, per la prima volta, un quadro completo riguardo il ciclo di vita di una stella, dalla sua nascita ed evoluzione fino alla formazione di nubi di gas, per poi riprendere nuovamente il ciclo. L’inizio della missione è previsto per il 2021 con un lancio da McMurdo, in Antartide, ed una durata che potrà variare dai 100 ai 170 giorni in base alle condizioni meteo.
Il laboratorio di fisica applicata della John Hopkins University fornirà il supporto per le operazioni della missione, oltre al baloon su cui sarà montata tutta la strumentazione di bordo, denominato “gondola”. L’Università dell’Ariziona a Tucson provvederà invece al telescopio e alla strumentazione di bordo, in collaborazione con il Jet Propulsion Laboratory ed il Massachussets Institute of Technology.
Fonti: NASA
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