Il discorso dell’amministratore NASA al consiglio ESA

L’amministratore della NASA Charlie Bolden, parlando davanti al consiglio dell’Agenzia Spaziale Europea riunito a Parigi lo scorso 15 giugno, ha voluto chiarire le priorità della propria agenzia, i programmi futuri e sopratutto ha invitato i consiglieri europei a confermare il proprio impegno nel programma ISS fino al 2024, come già altri partner internazionali hanno fatto.

Bolden si è detto molto onorato per la rara opportunità che gli è stata concessa ed ha ringraziato il Direttore Generale Jan Woerner ed i suoi vice, i capi delle delegazioni, gli amici ed i  colleghi presenti.
All’inizio ha voluto porre particolare enfasi alla pluridecennale collaborazione tra ESA e NASA, ricordando alcune gloriose collaborazioni quali lo Hubble Space Telescope ed il suo prossimo successore James Webb Space Telescope, LISA Pathfinder, Mars Express, il programma ISS con il laboratorio Columbus e gli innumerevoli astronauti europei, fino ad arrivare al Service Module (SM) della nuova capsula Orion per l’esplorazione oltre l’orbita terrestre.

“I nostri scienziati, ricercatori, ingegneri, astronauti e dirigenti si conoscono tra di loro e si fidano reciprocamente, chiedendo spesso un consiglio ed una collaborazione. Come il nostro passato insieme è stato molto produttivo, lo stesso possiamo dire del presente e sono sicuro che il futuro lo sarà in maniera superiore e di questo vorrei parlarvi oggi, del nostro futuro. Il nostro futuro che parte dalla Stazione Spaziale Internazionale.

Dalla ISS possiamo guardare il sistema solare ed oltre e naturalmente osservare la Terra, casa nostra. Possiamo studiare la fisica fondamentale e come mantenerci bene in forma e salute. Possiamo addirittura coltivare lattuga e lanciare satelliti.
Le capacità della Stazione Spaziale si allargano in svariati ambiti, è sicuramente al centro di quello che noi, agenzie spaziali e stati membri, facciamo per spingere sempre oltre i limiti dell’esplorazione, inoltre ha un’enorme rilevanza per quanto riguarda la Terra.
Sulla patch della Expedition 34 vi era una frase emblematica che rappresentava uno degli aspetti unici della ricerca sulla ISS: Fuori dalla Terra, per la Terra.

Con gli equipaggi a bordo abbiamo assemblato un particolare centro di ricerca biologica che, in quanto a capacità, compete con i laboratori a terra, sulla ISS abbiamo equipaggiamenti identici a quelli di questi ultimi ed abbiamo la possibilità di studiare gli stessi soggetti, quali pesci, roditori, piante ed insetti.
La grossa differenza risiede nella microgravità che, applicata agli organismi biologici, offre ai ricercatori nuove prospettive riguardo ai problemi che stanno studiando, quali la decalcificazione ossea, perdita di tono muscolare, indebolimento del sistema immunitario e modifiche del DNA. Queste ricerche davvero possono radicalmente cambiare la maniera di affrontare i problemi ed i loro trattamenti.

Considerando il potenziale della ISS nell’aiutare a risolvere questi problemi e, in preparazione per le future missioni verso Marte, nel gennaio 2014 l’amministrazione Obama ha annunciato di volerne estendere l’operatività fino ad almeno il 2024. Decisione che è stata appoggiata da Russia, Canada e Giappone, nonostante alcuni problemi di budget e singole priorità interne.
Sono a conoscenza del fatto che le vostre delegazioni, nel pieno di alcune sfide economiche, politiche e sociali, stanno già considerando questa nostra proposta in vista della decisione che verrà presa il prossimo dicembre, ma lo stesso io chiedo il vostro supporto (…).
Impegnandovi nell’estensione dell’operatività della ISS, aiuterete ad assicurare a questa nostra collaborazione l’abilità di massimizzare il ritorno scientifico e tecnologico dell’impegno fin qui compiuto”.

Bolden ha quindi continuato parlando dell’obiettivo, che si sta sviluppando in tre fasi successive, di raggiungere Marte nei prossimi decenni:

“La prima fase, quella attuale, è quella in orbita terrestre in cui in poche ore si può raggiungere la Stazione Spaziale. Oltre all’impegno di ESA, anche l’industria privata europea ne è coinvolta, costruendo il modulo pressurizzato della navetta cargo Cygnus che fa parte della flotta che regolarmente mantiene rifornita la ISS.
La seconda fase vedrà lo svolgimento di operazioni complesse in prossimità della Luna, quindi a pochi giorni di distanza dalla Terra. Anche qui ESA sta già collaborando con noi, fornendo l’SM per la nuova capsula Orion.
La terza fase metterà in atto quello che abbiamo imparato nelle due precedenti e ci consentirà quindi di raggiungere Marte.
È con questo progetto in mente che io oggi sono qui ad incoraggiarvi nel continuare a supportare l’esplorazione umana dello spazio”.

Dopo aver presentato la visione della NASA, Bolden è tornato a parlare dell’importanza della Stazione Spaziale e della collaborazione internazionale da cui è nata e che continua a supportarla, elencando i vari campi in cui è utilizzata:

“Durante gli ultimi 15 anni ed oltre di assemblaggio e permanenza continuata a bordo, abbiamo perfezionato la nostra abilità di vivere e lavorare nello spazio ed ogni giorno aumenta la nostra consapevolezza.
Ogni tanto capita che qualcosa vada storto, ma con l’esperienza abbiamo imparato ad effettuare riparazioni migliori e sistemi sempre più affidabili.

Come ho già detto la ISS è uno stupendo laboratorio in microgravità, siamo molto orgogliosi delle ricerche applicate che vi conduciamo, riguardanti le scienze della Terra, lo spazio, la fisica, lo studio dei materiali, medicina e biologia.
Le stelle, i pianeti e le molecole di cui sono composti sono solamente il 5% della massa totale presente nell’universo, il resto è materia ed energia oscura.
L’Alpha Magnetic Spectometer (AMS), operativo all’esterno della ISS dal 2011 e sviluppato in collaborazione con il CERN, sta proprio raccogliendo l’evidenza di questa misteriosa materia e dell’energia ad essa associata.

(…) Per quanto riguarda lo studio del corpo umano la ISS è ampiamente utilizzata per le ricerche sull’invecchiamento, dei traumi e delle malattie, del sistema cardiovascolare e molto altro. Come ha dimostrato la missione di un anno di Scott Kelly e Mikhail Kornienko, siamo in grado di mantenere in perfetta forma i nostri astronauti per lunghi periodi.

Le tecnologie che sviluppiamo per la Stazione Spaziale trovano subito applicazione anche nel mondo reale, come per esempio i sistemi di depurazione delle acque, utilizzati in sud e centro America, Pakistan ed Iraq.
Le apparecchiature portatili per le scansioni ad ultrasuoni sviluppate per gli astronauti, trovano applicazione per le popolazioni che vivono in zone remote, dove i grandi apparecchi per gli esami medici non possono arrivare.
La tecnologia sviluppata per il braccio robotico canadese, viene utilizzata durante gli interventi chirurgici con l’ausilio di piccoli sistemi robotici ad alta precisione.

La ISS naturalmente è un osservatorio globale unico del suo genere, raccoglie dati sui cambiamenti climatici, sull’ambiente e catastrofi naturali, ambientali ed umane. Le sue piattaforme di osservazione munite di fotocamere forniscono immagini in tempo reale e, avendo sempre un equipaggio a bordo, possono essere indirizzate precisamente sull’obiettivo da osservare.
La risposta immediata è di vitale importanza per raccogliere dati ed informazioni durante lo svolgimento di un particolare evento a Terra.

La possibilità di vedere la Terra dallo spazio può essere di ispirazione per le prossime generazioni di astronauti, ingegneri e scienziati. Se non lo avete ancora fatto, vi consiglio la visione dell’ultimo film IMAX, A Beautiful Planet a cui molti astronauti, tra cui la vostra Samantha Cristoforetti, hanno collaborato catturando la bellezza del nostro pianeta.

Sono passati oltre 17 anni da quando il primo modulo della ISS venne lanciato e da allora abbiamo creato il più complesso progetto ingegneristico civile mai realizzato. Le nostre agenzie diventano più forti e capaci se lavorano insieme.
Nessuno più di ESA conosce il valore della cooperazione internazionale e con la ISS abbiamo capito che, avendo ciascuno i propri interessi e le proprie priorità, senza questa collaborazione nessuno avrebbe i fondi sufficienti a perseguire un programma proprio (…).

Vorrei menzionare inoltre il visibile e fondamentale impegno che gli astronauti europei svolgono in questo nostro comune impegno. L’astronauta Tim Peake a breve tornerà a Terra e nei prossimi mesi sarà il turno di Thomas Pesquet, Paolo Nespoli ed Alexander Gerst che sarà anche comandante di missione. Questi uomini e le loro missioni continueranno ad ispirare molti ragazzi nei rispettivi paesi, in tutta l’Europa e nel mondo.

Riguardo alle altre aree di cooperazione, noi alla NASA non vediamo l’ora di ricevere i dati della missione ExoMars di ESA, con il Trace Gas Orbiter ed il dimostratore lander Schiaparelli, che serviranno per lo sviluppo del futuro ExoMars Rover previsto per il 2020″.

Prima di congearsi Bolden ha voluto condividere una personale considerazione:

“Viviamo in un periodo turbolento, odio ed estremismo permeano le nostre vite ed i discorsi dei politici. Ovunque c’è terrore ed intolleranza ed i valori per cui i nostri padri hanno lottato sono in pericolo. Vorrei farvi ragionare sul fatto che la Stazione Spaziale Internazionale rappresenta ciò che vi è di meglio nell’umanità.
Essa rappresenta collaborazione, non isolamento, apertura, non costruire muri e per questo merita di continuare ad essere supportata ed utilizzata, cosa che io credo sia facilmente attuabile fino al 2024.
Ancora vorrei presentarvi il fatto che oltre ad essere una meraviglia tecnologica ed essere un’impresa comune verso l’esplorazione del cosmo, rappresenta le scoperte scientifiche, l’illuminazione, la collaborazione e la tolleranza.
Serve inoltre ad ispirare i nostri figli e nipoti, dando speranza, che sicuramente è un faro per l’umanità e la civiltà.
Non facciamo estinguere questo faro, finché avremo stabilmente un avamposto nello spazio, finché saremo uniti e pronti per intraprendere i prossimi passi nell’esplorazione spaziale come beneficio per i nostri cittadini e tutta l’umanità”.

Fonte: ESA

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Simone Montrasio

Appassionato di astronautica fin da bambino. Dopo studi e lavoro nel settore chimico industriale, per un decennio mi sono dedicato ad altro, per inserirmi infine nel settore dei materiali compositi anche per applicazioni aerospaziali. Collaboro felicemente con AstronautiNEWS dalla sua fondazione.