Primavera sull’ISS

Il fiore di zinnia nella foto di Scott Kelly

Con parecchie settimane di anticipo sul calendario astronomico, sembrerebbe che la bella stagione sia gia’ arrivata sulla stazione spaziale, sotto forma di un bel fiore di zinnia che è sbocciato in questi giorni sotto le cure di Scott Kelly.
La notizia è stata ripresa un po’ da tutti dopo che lo stesso Kelly l’aveva pubblicata, con la foto relativa, sul suo account tweeter. Proprio il testo del tweet di Kelly (“First ever flower grown in space” – “Primo fiore cresciuto nello spazio”) ha tratto molti in inganno, e ci è voluta qualche ora per ripristinare la verità storica sulla bella avventura dei fiori nello spazio.
Diversi siti, tra cui NASAWatch, Science20 e la CNN, nonchè l’amico Paolo Attivissimo, hanno infatti ricordato che già nel 2012 l’astronauta americano Don Pettit era riuscito a far sbocciare un fiore sull’ISS. Si era però trattato di un esperimento “personale”, condotto da Pettit nel suo tempo libero.
Ma neanche Pettit può fregiarsi del titolo di primo fiorista spaziale: secondo il Guinness dei Primati, infatti, l’equipaggio della Salyut 7, nel 1982, condusse un esperimento concernente la crescita di piante di Arabidopsis Thaliana, riuscendo ad ottenere fiori e semi.
La Arabidopsis (arabetta comune) è una pianta usata come “organismo modello” in campo genetico e biologico. Il suo genoma relativamente ridotto (125 milioni di coppie di nucleotidi su 5 cromosomi, per un totale di 26500 geni circa) è stato nel 2000 il primo del regno vegetale ad essere sequenziato; inoltre la piantina ha dimensioni ridotte (molto appetibili nello spazio) ed un ciclo di vita breve (di sole sei settimane dalla germinazione alla produzione di semi), che permette di accelerare la ricerca.
Quanto sopra non sminuisce certo il lavoro di Scott Kelly, che si inquadra nel programma VEGGIE di studio sulla crescita di vegetali sull’ISS. Anzi, lo stesso Kelly non più tardi dello scorso dicembre, aveva espresso preoccupazione per lo stato di salute delle piantine, affermando di dover far ricorso al suo “Mark Watney interiore”.

Evidentemente, il personaggio di fantasia del libro (e film) “The Martian” di Andy Weir, che riesce a sopravvivere su Marte improvvisandosi coltivatore di patate, ha portato fortuna a Kelly.

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Paolo Actis

Paolo ha collaborato con AstronautiNEWS dal maggio 2008 al dicembre 2017