Una Sojuz per la Luna

Già da tempo circolano voci sull’intenzione di Roscosmos di rendere disponibile una capsula Sojuz opportunamente modificata per permettere a due facoltosi turisti spaziali di raggiungere l’orbita lunare.
Ora Space Adventures, leader nel settore, ha annunciato che due clienti rimasti anonimi hanno già effettuato un deposito per lo storico viaggio, ma la veneranda capsula ex-sovietica necessiterà di notevoli migliorie per poter raggiungere lo scopo.
Secondo Tom Shelley, presidente di Space Adventures, i prezzi per il turismo spaziale verso l’ISS sono destinati a scendere con l’introduzione delle versioni “manned” delle capsule spaziali private di costruzione americana; per questo Space Adventures ha già un accordo preliminare con la Boeing per usare la CST-100.
Al momento, il costo per raggiungere l’orbita terrestre è di 52 milioni di dollari (prossima turista spaziale la cantante lirica inglese Sarah Brightman nel 2015), mentre per orbitare intorno alla Luna ne servirebbero 150 per ciascuno dei due astronauti paganti previsti. Si tratta di costi non proprio abbordabili, ma comunque una frazione di quanto investito nelle analoghe missioni Apollo. Inoltre, per raggiungere la Luna si spenderebbe circa il triplo di quanto chiesto per l’ISS, ma con un viaggio circa mille volte più lungo: decisamente un affare.
Curiosamente, il costo di un biglietto in classe “turistica” è inferiore rispetto a quanto Roscosmos chiede a NASA (ed ESA) per gli astronauti professionisti: questo a causa dell’addestramento supplementare che essi ricevono, e che non è richiesto ai privati. In ogni caso, Shelley sottolinea che al momento il piccolissimo mercato del turismo spaziale non è particolarmente sensibile alle variazioni di prezzo.
Shelley ha affermato che Energia, costruttore delle Sojuz, sta progettando interventi ai sistemi di comunicazione e navigazione. Inoltre occorrerà migliorare lo scudo termico, in quanto il rientro dalla Luna avviene a velocità significativamente superiori rispetto a quello dalla LEO; per questo si starebbe anche valutando la possibilità di effettuare una frenata aerodinamica prima della discesa finale con i paracadute (“skip re-entry”). Questa tecnica fu sperimentata per la prima volta negli anni sessanta con le sonde Zond.
Inoltre sarà richiesto un nuovo modulo abitativo, per offrire qualche comfort durante un viaggio di alcuni giorni.
Il proifilo di volo più probabile prevede di raggiungere l’ISS con un razzo/capsula Sojuz. Dopo una breve permanenza la Sojuz ripartirebbe per un rendez-vous orbitale con il modulo abitativo ed uno stadio propulsivo DM lanciati separatamente con un razzo Proton (si veda l’immagine di apertura, copyright Space Adventures). Compresa la permanenza sulla stazione spaziale, l’intero viaggio durerebbe 17 giorni.
La missione verrebbe sperimentata senza equipaggio una prima volta, per poi svolgersi con i due turisti spaziali (più un astronauta russo al comando) nel 2017-2018 nella migliore delle ipotesi.

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Paolo Actis

Paolo ha collaborato con AstronautiNEWS dal maggio 2008 al dicembre 2017