I motori di SLS saranno testati come quelli del Saturn

Il test del primo stadio di un Saturn V, S-1C-5, il 25 Aug. 1967, presso lo Stennis Space Center. (Credit: NASA/SSC)

Il programma SLS (Space Lanch System) della NASA prevede la progettazione e la costruzione e lo sviluppo di un vettore in grado di lanciare la capsula abitata Orion e altri tipi di payload nello spazio profondo per poter così effettuare delle missioni abitate sulla Luna, sugli asteroidi o addirittura su Marte. Questo programma sta procedendo secondo i piani e la missione inaugurale è prevista per il 2017 con un lancio di test del vettore volto a spingere la capsula Orion (non abitata in questo caso) in un volo attorno alla Luna e ritorno sulla Terra.

Prima di poter effettuare questo tipo di missione però il vettore dovrà superare alcuni test preliminari ed in particolare dovrà ripercorrere lo stesso cammino che anche i suoi illustri predecessori (Saturn e Space Shuttle) hanno seguito.

Un Saturn S-IC rocket stage viene rimosso dal B-1/B-2 Test Stand presso lo Stennis Space Center il 28 Aug. 28, 1968. (Credit: NASA/SSC)

Un Saturn S-IC rocket stage viene rimosso dal B-1/B-2 Test Stand presso lo Stennis Space Center il 28 Aug. 1968. (Credit: NASA/SSC)

La serie di test prevede che un core stage di SLS con tutti e 4 i suoi motori RS-25 (gli stessi dello Space Shuttle) venga portato nell’area di test e qui vengano effettuate le prove di caricamento dei carburanti e quelle di svuotamento fino ad arrivare a quello che viene definito Green Run: si tratta della prima volta in cui il core stage viene assemblato ai motori ed acceso a piena potenza. Il core stage effettuerà 2 test di accensione e questi permetteranno di verificare la compatibilità dell’hardware e la funzionalità del sistema nel suo complesso per poterne così stabilire la sua sicurezza e correttezza.

“Questi test ci aiuteranno a capire come il razzo ed i motori si comportano e ci forniranno informazioni vitali per assicurare la sicurezza della missione”, queste le parole di Rick Rauch (manager del B-2 Test Stand Restoration, Buildout and Test Project presso lo Stennis Space Center in Mississippi) che conclude illustrando in maniera molto chiara la finalità dei test: “Dopo tutto, se ci devono essere problemi, meglio affrontarli a terra che durante la missione”.

Fin dalle prime fasi di sviluppo del programma SLS, NASA si è rivolta al glorioso centro di Stennis ed in particolare ha puntato l’attenzione sul B-2 Test Stand che fu costruito a suo tempo per il programma Apollo per il quale ha testato il core stage del Saturn e che in seguito fu utilizzato anche per i test ai motori principali dello Space Shuttle.

Stennis Space center

Visione aerea dello Stennis Space Center (Credit: NASA)

E la prima cosa che l’agenzia ha chiesto è stata determinare i costi di ripristino dello stand in condizioni di poter effettuare il green run di SLS. Il processo ha impiegato per 18 mesi il team preposto che ha condotto tutte le valutazioni necessarie: strutturali, meccaniche ed elettriche.

Dopo aver preso la decisione definitiva di effettuare qui i test, gli ingeneri dello Stennis Center hanno convertito in progetti digitali gli originali progetti dello stand test fatti a mano durante l’era Apollo e Shuttle, quindi il lavoro di ripristino ed adattamento è stato diviso in 3 fasi: ripristino vero e proprio, adattamento dello stand ed installazione delle interfacce necessarie.

È sempre Rick Rauch ad illustrare le tre fasi: “Nella prima ci apprestiamo dopo i lunghi anni di inattività a riportare il test stand alle condizioni originali di progetto quando poteva testare diversi tipi di stage core. Quindi nella seconda fase ci focalizzeremo sull’adattamento specifico per accogliere lo stage di SLS mentre nella terza ed ultima fase completeremo l’installazione di tutte le interfacce (meccaniche, strutturali ed elettriche) necessarie ad effettuare il test.”

Tutte le fasi richiederanno l’intervento ed il supporto di aziende esterne ed in definitiva nessun aspetto dello stand verrà lasciato intatto anche se la struttura fondamentale non verrà toccata in quanto già pensata in origine per il test di core stage di razzi.

Ma ci sono delle differenze fra il core stage di SLS e quelli precedentemente testati (Saturn e Space Shuttle) prima fa tutte l’altezza: 212 piedi (circa 65 metri). Per issare il core stage sullo stand si dovrà allungare di circa 50 piedi (circa 15 metri) la gru in cima allo stand. Anche le strutture preposte al peso e alla spinta dovranno essere modificate ed un supporto più alto dovrà essere costruito.Il processo comporterà il riposizionamento di circa 20 piedi (circa 6 metri) di una struttura del peso di 1.2 milioni di libbre (circa 544 tonnellate) e la costruzione sopra questa di una struttura alta 100 piedi (circa 30 metri).

Seconso John Rector, SLS Stage Green Run test manager presso il Marshall Space Flight Center di Huntsville in Alabama che si occupa dello sviluppo di SLS: “Il team dello Stennis Space Center sta facendo un buon lavoro nella preparazione dello stand B-2 e siamo in piena tabella di marcia per effettuare i test nel 2016. È un periodo eccitante per NASA poiché stiamo costruendo per la nazione una nuova capacità per la futura esplorazione dello spazio.”

Alla fine della scorsa estate è iniziato il lavoro di demolizione e quindi sono iniziati i lavori di ristrutturazione, il lavoro dovrebbe concludersi in tempo per la consegna del core stage di SLS nel 2016 con la conseguente installazione ed inizio dei test.

Fonte Parabolic Arc

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Rudy Bidoggia

Appassionato di spazio e di tutto ciò che è scienza dalla tenera età, scrive dal 2012 per AstronautiNews. Lavora come tecnico informatico presso un'azienda metalmeccanica del Friuli Venezia Giulia.