Le due sonde RBSP ribattezzate in onore di James Van Allen

Radiation Belt Storm Probes

La NASA ha deciso di dare un nuovo nome a due satelliti lanciati recentemente per studiare le fasce di Van Allen. Le due sonde, fino ad ora conosciute come Radiation Belt Storm Probes (RBSP), sono state rinominate Van Allen Probes in onore dello scienziato  americano scopritore nel 1958 delle omonime fasce di radiazione intorno alla Terra. Il nuovo nome della missione è stato annunciato lo scorso 9 novembre durante una cerimonia all’Applied Physics Laboratory (APL) della Johns Hopkins University.

“James Van Allen fu un vero pioniere dell’astrofisica”, ha dichiarato John Grunsfeld, astronauta e amministratore associato del Science Mission Directorate della NASA. “Le sue ricerche hanno spianato la strada alla odierna e futura esplorazione spaziale. Queste sonde da ora non onoreranno solo il suo nome ma anche la sua eredità scientifica”.

Van Allen, durante la sua carriera, è stato direttore scientifico di missioni su 24 satelliti in orbita terrestre ed oltre, a partire dal primo satellite americano, Explorer 1, e passando per Pioneer 10 e Pioneer 11, le prime sonde a visitare Giove e Saturno negli anni ’70. Lo scienziato, che ha lavorato all’APL durante e subito dopo la seconda guerra mondiale, è anche accreditato come lo scopritore di una nuova luna di Saturno nel 1979.

Lanciate lo scorso 30 agosto da Cape Canaveral, in Florida, le Van Allen Probes costituiscono la prima missione con due satelliti appositamente progettati per investigare le fasce di Van Allen, quella regione di particelle cariche creata dall’interazione tra il campo magnetico terrestre e il vento solare che circonda il nostro pianeta. Le fasce sono periodicamente investite da tempeste solari ed espulsioni di massa coronale e, talvolta, si espandono notevolmente. Quando questo accade, le fasce di Van Allen possono essere un problema per le comunicazioni, i satelliti di navigazione GPS e le attività umane in orbita.

“Dopo soli due mesi in orbita, le Van Allen Probes hanno dato un contributo significativo alle nostre conoscenze sulle fasce di Van Allen”, ha detto Ralph Semmel, direttore dell’APL. “La scienza e i dati da queste fantastiche sonde gemelle permetteranno nei prossimi decenni di sviluppare tecnologie spaziali più efficaci e sicure. L’APL è orgoglioso di aver costruito e di dirigere le operazioni di questa nuova risorsa per la NASA e la nostra nazione, e siamo orgogliosi che la missione sia stata battezzata in onore di un ex-membro dell’APL.”

I dati sulle particelle che attraversano le fasce di Van Allen, e sui campi ed onde elettromagnetiche che le trasportano, sono raccolti da cinque gruppi di strumenti progettati e comandati da vari team al New Jersey Institute of Technology di Newark, all’Università dell’Iowa, all’Università del Minnesota, all’Università del New Hampshire e al National Reconnaissance Office (NRO).

Le sonde passeranno due anni a studiare entrambe le fasce di Van Allen (esterna ed interna). Avendo a disposizione due satelliti in due regioni diverse simultaneamente, gli scienziati saranno finalmente in grado di raccogliere dati direttamente dall’interno delle fasce, osservando i loro cambiamenti nello spazio e nel tempo. Le sonde forniscono inoltre informazioni in tempo reale sullo stato delle fasce di Van Allen.

Le Van Allen Probes sono la seconda missione del programma Living With a Star, di NASA, volto all’esplorazione di alcuni aspetti del sistema Terra-Sole che si ripercuotono direttamente sulla vita e la società. Il programma è diretto dal Goddard Space Flight Center.

Fonte: NASA

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Matteo Carpentieri

Appassionato di astronomia e spazio, laureato in una più terrestre Ingegneria Ambientale. Lavora come lecturer (ricercatore) all'Università del Surrey, in Inghilterra. Scrive su AstronautiNews.it dal 2011.