Ex-telescopi spia: c’è una missione

Nei giorni scorsi abbiamo dato conto dell'acquisizione da parte di NASA di due telescopi originariamente commissionati dal National Reconnaissance Office; ora il sito di divulgazione spaceflight now offre maggiori dettagli sull'intera operazione.
Intanto, i due strumenti sono passati a Nasa nel 2011, ma solo lunedì scorso la cosa è stata resa pubblica, con articoli apparsi sui maggiori quotidiani USA. I telescopi risalgono alla fine degli anni '90/primi anni 2000, e vengono descritti dall'NRO come affini a quelli dei satelliti classe Keyhole. Il primario ha un diametro di 94 pollici (circa due metri e 40 centimetri) come Hubble, ma la lunghezza focale è inferiore, tanto che lo specchio appare più come una scodella che non un piatto. Inoltre esso è piu' leggero di quello di Hubble, a parità di diametro, ed anche le tecniche costruttive sono più evolute. In sostanza, le prestazioni puramente ottiche dovrebbero superare quelle dell'attuale telescopio spaziale sia in ampiezza di campo (100 volte di più!) che in risoluzione. Al momento i due strumenti vengono conservati presso il costruttore ITT Exelis, nello stato di New York, ad un costo di centomila dollari all'anno, trattandosi di ambienti protetti.

Ma la cosa più interessante che viene alla luce è che prima di accollarsi i telescopi Nasa ha condotto uno studio per valutare quali fossero effettivamente le possibilità di impiegarli con profitto, ed è già stata individuata una possibile missione.
Si tratta di WFIRST (Wide-Field Infrared Survey Telescope – telescopio di indagine ad infrarossi ad ampio campo), una missione del costo originale di 1.6 miliardi di dollari che avrebbe dovuto scandagliare il cosmo per effettuare un censimento dei pianeti extrasolari, studiare l'energia oscura e l'evoluzione delle galassie. WFIRST è caduto vittima dell'aumento dei costi del colossale progetto J. Webb Space Telscope, ma, secondo gli scienziati della Nasa, l'adozione di uno dei telescopi ex-NRO consentirebbe di risparmiare 250 milioni di dollari sul preventivo originale, impiegando peraltro uno strumento più performante rispetto a quello da 59 pollici del progetto iniziale.

Purtroppo le buone notizie finiscono qui: al momento non è stata individuata alcuna modalità di finanziamento per la parte rimanente del progetto (manca ancora ben più di un miliardo di dollari). Se il danaro non rappresentasse un problema, il lancio del telescopio WFIRST potrebbe avvenire già entro il 2019, visto che in una missione di questo genere la componente ottica è quella che da sempre richiede la pianificazione più lunga ed accurata. Tuttavia, se l'attuale trend di finanziamenti di Nasa verrà confermato nell'immediato futuro, occorrerà aspettare almeno sino al 2024 per vedere all'opera uno dei due telescopi avuti in dono dai militari.
Quanto all'impiego del secondo strumento, per ora esso è solo l'oggetto dei sogni segreti di moltissimi astrofisici in giro per il mondo.

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Paolo Actis

Paolo ha collaborato con AstronautiNEWS dal maggio 2008 al dicembre 2017