Lockheed Martin si prepara all’assemblaggio di Orion

La capsula Orion che volerà durante la prima missione di test è pronta per essere assemblata al Kennedy Space Center. Un team di tecnici, con precedente esperienza sullo shuttle, è pronto per lavorare sul prototipo che potrebbe volare già alla fine del 2013.

Il veicolo è attualmente in costruzione alla Michoud Assembly Facility (MAF), in Louisiana, e verrà trasportato in Florida il prossimo maggio, dove gli ingegneri della Lockheed Martin cominceranno la preparazione della navicella al volo. In particolare Orion verrà assemblata nell’Operations and Checkout (O&C) Building, dove verranno aggiunti lo scudo termico, i computer di bordo e l’avionica. Già a marzo 2012 comincerà ad arrivare in Florida l’hardware di volo per il modulo di comando, mentre il modulo di servizio per il volo del 2013/2014 sarà un mockup strutturale.

Secondo dichiarazioni di Jim Kemp, direttore dei lavori su Orion per Lockeed Martin, riportate dal sito specializzato SpaceflightNow.com, i 150 dipendenti attualmente al lavoro sulla nuova capsula diventeranno 188 entro quest’anno. Si prevede che fino a 400 nuove posizioni lavorative permanenti saranno disponibili entro il 2014, quando la produzione di Orion/MPCV accelererà in previsione del secondo test del 2017. Quest’ultimo coinciderà con l’esordio del nuovo lanciatore pesante SLS, che immetterà la capsula senza equipaggio in una traiettoria circumlunare. Il primo volo abitato, sempre per una missione circumlunare, è programmato per il 2021. Secondo l’amministratore NASA Charles Bolden, che ha visitato venerdì scorso, 17 febbraio, il KSC, l’inizio dei lavori di assemblaggio su Orion permetterà di mantenere la forza-lavoro specializzata nella space coast della Florida. Secondo Kemp, gran parte di questa forza-lavoro verrà da United Space Alliance (USA), il principale contractor per i voli dello shuttle.

Essendo la prima volta che gli ingegneri preparano una capsula Orion per il lancio, NASA ha messo già in conto che saranno possibili piccoli ritardi, indicando l’inizio del 2014 come data più probabile per il lancio della missione EFT-1. Lockheed Martin si sta comunque impegnando per avere una finestra di lancio già disponibile per ottobre 2013. Un lancio anticipato, infatti, permetterebbe agli ingegneri al lavoro sul progetto di avere a disposizione dati essenziali per lo sviluppo della navicella, concedendo del tempo extra all’azienda per lavorare su un nuovo volo di prova nel 2016. “La data di ottobre 2013 è quella che preferiamo, dato che ci permette di andare avanti col nostro programma di sviluppo, visto che abbiamo pianificato il riutilizzo dello stesso veicolo per il test di abort al lancio. Quindi, prima effettuiamo questo volo di test, prima possiamo cominciare a lavorare sul test di abort permettendo al programma di progredire”.

La missione EFT-1 prevede il lancio di Orion in un’orbita fortemente ellittica (con apogeo fino a 6500 km) tramite un vettore Delta IV-Heavy. La grande altitudine dell’orbita permetterà di riprodurre le alte velocità di rientro che la capsula dovrebbe sostenere rientrando da missioni lunari o verso asteroidi NEO. EFT-1 permetterà di testare lo scudo termico di Orion, i paracadute, i computer di bordo e altri sottosistemi.

Il test di abort al lancio, invece, servirà a valutare la resistenza della capsula durante un’emergenza nel momento più delicato del lancio, quando le forze aerodinamiche esercitano maggior pressione sul veicolo. Il sistema di aborto di Orion dovrà essere in grado di mettere in salvo la navicella e il suo equipaggio durante tutte le fasi del lancio. Come misura di riduzione dei costi, Lockheed Martin riutilizzerà per il test di aborto al lancio la stessa capsula usata durante EFT-1.

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Alberto Zampieron

Appassionato di spazio da sempre e laureato in ingegneria aerospaziale al Politecnico di Torino, è stato socio fondatore di ISAA. Collabora con Astronautinews sin dalla fondazione e attualmente coordina le attività fra gli articolisti.