Hayabusa si prepara a correggere la traiettoria prima del rientro a Terra

Il logo di AstronautiNEWS. credit: Riccardo Rossi/ISAA
Il logo di AstronautiNEWS. credit: Riccardo Rossi/ISAA

La sonda giapponese Hayabusa è sempre più vicina al suo ritorno a casa: l’agenzia spaziale giapponese JAXA ha infatti comunicato in questi giorni lo stato attuale dello spacecraft, che senza correzioni di traiettoria rimbalzerebbe fuori dalla sfera di influenza terrestre passando a circa 120000 km dal nostro pianeta.

Il ‘cacciatore di asteroidi’ Nipponico riaccenderà a fasi alterne il proprio apparato propulsivo, costituito da motori a ioni di Xenon, al fine di avvicinare la propria traiettoria alla posizione della Terra alla data di arrivo, indicata in Giugno, e di consentire il pianificato rientro, a Mach 36, della capsula del probe sopra l’Australia.

Il rientro avverrà in maniera convenzionale, dissipando la maggior parte dell’energia attraverso lo scudo termico e continuando la decelerazione della capsula attraverso il paracadute, che provvederà a completarne il rientro presso la Woomera Test Facility nel sud dell’Australia. Dalla JAXA tuttavia non è ancora stata comunicata una data certa di rientro.

La storia di Hayabusa è quanto di più audace sia stato tentato da alcuni anni nelle missioni automatiche, ovvero il sample return asteroidale. Lanciata nel 9 maggio 2003 attraverso un vettore M-V, ha raggiunto l’asteroide Itokawa, attraverso la propulsione alternata delle sue 4 unità di motori a ioni, a metà del settembre 2005, operando un rendez-vous rimanendo inizialmente in un’orbita eliocentrica attorno all’asteroide senza entrare in un’orbita, potenzialmente molto instabile, attorno ad esso. Dopo aver osservato la superficie di Itokawa da 20 km di quota, la sonda ha tentato una serie di avvicinamenti attraverso il software autonomo di bordo. Durante il secondo di questi, appurato il contatto con l’asta dispiegabile, una serie di proiettili ha colpito l’asteroide, rendendo possibile – ma ciò è ancora in dubbio dagli scienziati – la raccolta di alcune polveri.

Una serie di problemi all’apparato propulsivo, riguardanti una perdita di propellente e ulteriori failures hanno tuttavia messo in dubbio la sopravvivenza stessa della missione appena dopo la conclusione della fase asteroidale, alla fine del 2005. I problemi furono molteplici, sia al sistema di controllo di assetto sia alla telemetria, che fu persa in diverse occasioni proprio per la diversa posizione angolare dello spacecraft rispetto alla Terra.

Attualmente Hayabusa, che ha spento la propulsione a ioni di Xenon per determinare la posizione corretta al fine di operarne il controllo in vista del rientro, viaggia con una sola ruota di reazione funzionante e con la potenza garantita attraverso delle unità dichiarate, nelle fasi concitate della missione, fuori uso. La perdita di Xenon inoltre potrebbe ancora dare problemi durante la fase di avvicinamento a Terra, in cui sono previste, in vicinanza del Sole, temperature maggiori, che determinerebbero l’evaporazione dei residui gelati di Xenon presenti all’esterno ed all’interno, creando una preoccupazione nel team di controllo di assetto. Dopo questa serie appassionata di eventi non resta che augurare un sano e meritato rientro alla capsula di Hayabusa!

Fonte ed immagini: JAXA

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