Rilasciato il rapporto NASA sulla morte dell’equipaggio del Columbia

Il logo di AstronautiNEWS. credit: Riccardo Rossi/ISAA
Il logo di AstronautiNEWS. credit: Riccardo Rossi/ISAA

Dopo 6 anni di indagini dall'incidente è stato reso pubblico l'ultimo grande rapporto stilato a seguito della tragedia, parzialmente redatto grazie al video recuperato con il filmato dell'equipaggio realizzato durante il rientro, sicuramente il più toccante e completo dei rapporti in quanto non focalizza l'attenzione sulle cause dell'incidente ma sui motivi che hanno portato alla morte dell'equipaggio.
Le rivelazioni sono tante e importanti, molte delle quali riguardano appunto l'equipaggio e la sorte che seguì.
La causa della morte è stata l'improvvisa depressurizzazione della cabina o i forti impatti subiti in quegli attimi, e non è stato possibile determinare quale dei due abbia portato prima alla morte.
La morte non è sopraggiunta per tutti contemporaneamente in quanto almeno tre dell'equipaggio non indossavano in quel momento i guanti che permettevano la pressurizzazione, un membro non era seduto, un'altro non indossava il casco e molti non avevano sigillato lo stesso.
Sono state individuate in tutto 5 cause da prevenire e che hanno portato potenzialmente alla morte dell'equipaggio: la depressurizzazione della cabina, urti dei corpi dell'equipaggio contro oggetti o parti della cabina, espulsione di essi dai sedili e dalla cabina, esposizione all'ambiente esterno a 100.000ft e impatto con il terreno.
Dal momento del primo allarme a bordo sono passati almeno 40 sec prima che la morte sopraggiungesse, dopo 4 secondi la navetta era fuori controllo, a 26 secondi Rick Husband e il pilota William McCool erano sicuramente in grado di rispondere e azionare i sistemi di bordo, subito dopo iniziò la depressurizzazione della cabina e a 41sec questa terminò con la perdita di coscienza di gran parte dell'equipaggio per mancanza d'ossigeno.

La conclusione è che se tutte le procedure fossero state rispettate l'equipaggio avrebbe vissuto per più tempo ma non avrebbe avuto in egual modo scampo alla morte.

Sono state infine redatte 30 correzioni consigliate per le future missioni spaziali e sistemi di protezione dell'equipaggio implemetabili anche nelle missioni di Orion per la maggior parte riguardanti le tute, i paracaduti e le cinture di ritenzione.

Vista la delicatezza del rapporto, che potrebbe riportare i famigliari sulle cronache della stampa, è stato chiesto dalle famiglie di pubblicarlo ora, durante questo periodo dell'anno, in quanto i bambini che frequentano ancora le scuole non corrono il rischio di subire pressioni esterne in periodi di frequentazione di luoghi pubblici.

L'intero rapporto con la timeline degli eventi nel cockpit, l'analisi dei detriti e i risultati sui corpi degli astronauti può essere scaricato nella versione completa qui:
http://www.nasa.gov/pdf/298870main_SP-2008-565.pdf

[Evidenziato come importante da marcozambi]

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Alberto Zampieron

Appassionato di spazio da sempre e laureato in ingegneria aerospaziale al Politecnico di Torino, è stato socio fondatore di ISAA. Collabora con Astronautinews sin dalla fondazione e attualmente coordina le attività fra gli articolisti.