SUMI investiga l’ultimo segreto del Sole

Il logo di AstronautiNEWS. credit: Riccardo Rossi/ISAA
Il logo di AstronautiNEWS. credit: Riccardo Rossi/ISAA

Il prossimo aprile verra' lanciata dal poligono di White Sands la missione SUMI (Solar Ultraviolet Magnetograph Investigation), che ha come oggetto l'indagine dell'elusiva "zona di transizione" solare.

E' questa la fascia dell'atmosfera solare che si trova a circa 5000 km dalla superficie  e dove i campi magnetici prevalgono finalmente sulla pressione della materia ed acquisiscono il controllo dei gas stellari. E' la zona dove avvengono i brillamenti, dove le eiezioni coronali iniziano il loro viaggio verso la Terra, dove il vento solare viene inesplicabilmente accelerato a piu' di 1.5 milioni di km orari.
In breve, in questo piccolo strato dell'eliosfera avviene tutto quanto influenza la metereologia spaziale.

L'indagine si basera' sull'analisi vettoriale dei campi magnetici della regione di transizione, sfruttando un fenomeno scoperto nell'ottocento dal fisico olandese Pieter Zeeman: se immergiamo un tubo di vetro pieno di gas incandescente all'interno di un campo magnetico, le linee spettrali di emissione del gas vengono separate in due diversi colori: maggiore l'intensita' del campo, maggiore la separazione dei colori. La medesima cosa avviene sul Sole.

Dalla misura della separazione si ha quindi una valutazione diretta della forza del campo magnetico; inoltre, studiando la polarizzazione della riga di separazione si puo' risalire alla direzione del campo magnetico, e dunque ricostruire vettorialmente il campo stesso.

I gas presenti nella zona di transizione emettono principalmente nelle frequenze ultraviolette, le quali sono purtroppo (per gli scienziati, beninteso!) quasi completamente bloccate dalla nostra atmosfera.

Pertanto la missione SUMI prevede un carico pagante costituito da un magnetografo vettoriale che verra' montato su un razzo Black Brant e scagliato in una traiettoria balistica suborbitale con altezza massima di circa 300 km. A quella quota lo strumento avra' circa 8 minuti per effettuare le sue misurazioni, prima di iniziare la discesa che lo portera', dopo il rientro atmosferico e l'apertura dei paracadute, a posarsi nuovamente sulle sabbie del New Mexico ove verra' recuperato.

Il magnetografo e' calibrato per ricercare le linee spettrali di due elementi in particolare: il carbonio triplamente ionizzato (155 nanomentri di lunghezza d'onda) ed il magnesio ionizzato (a 280 nanometri). Sono questi i due elementi che maggiormente risplendono nella fascia ultravioletta alle temperature e densita' tipiche della regione di transizione.

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Paolo Actis

Paolo ha collaborato con AstronautiNEWS dal maggio 2008 al dicembre 2017