Più difficile del previsto la contaminazione sulla ISS

Il logo di AstronautiNEWS. credit: Riccardo Rossi/ISAA
Il logo di AstronautiNEWS. credit: Riccardo Rossi/ISAA

Nei giorni scorsi c'è stata una perdita sul circuito al Freon di raffreddamento della sezione Russa della ISS. Il problema era stato considerato di lieve entità essendo piccola la quantità di gas rilasciata nell'ambiente.
Il primo piano prevedeva di smaltire questa quantità con i filtri per la CO2 installati sulla sezione Americana in tempo per l'arrivo della missione STS-124.
Ora però sembra che i risultati non siano quelli sperati e la quantità ancora nell'ambiente non sia diminuita di molto.
In tutto dovrebbero esser stati rilasciati circa 600g di gas nell'ambiente e l'analisi delle conseguenze è ora incentrata sia per capire i disagi per la dispersione nell'ambiente sia le possibili conseguenze all'impianto di raffreddamento, il quale per tornare operativo dovrà essere rifornito di gas (con l'arrivo del Progress lanciato ieri).
L'impianto rifornisce ed è necessario sia per il segmento Russo sia per quello Internazionale e in particolare a Destiny.
Per la tossicità non ci sono particolari problemi essendo molto al di sotto della soglia minima di allerta per la salute, è comunque consigliabile smaltire il prima possibile la contaminazione adsorbendo il gas diffuso, per questo sono già attivi tre sistemi, il US Trace Contaminant Control System (TCCS) Americano, a carboni attivi, il quale è previsto si saturerà abbastanza rapidamente mantenendo comunque inalterate le capacità di adsorbimento degli altri gas, il secondo è il purificatore dell'aria Russo, BMP, il quale funziona per catalisi su un "letto reattivo" il quale periodicamente viene esposto al vuoto esterno per rigenerarsi e con il quale si è aumentato il rateo di questi cicli adsorbimento/rigenerazione per velocizzare la pulitura dell'aria.
Visto però che con questi due sistemi, per riportare i livelli dell'aria al di sotto del limite imposto dal controllo sanitario Russo ci sarebbero voluti dei mesi è stato attivato anche il Carbon Dioxide Removal Assembly (CDRA), il quale funziona sullo stesso principio del BMP ma con cicli molto rapidi, con previsione di ripulire l'atmosfera in 5 giorni.
Passato questo periodo però ci si è accorti che la concentrazione non variava più di tanto e si pensa che i pori della zeolite del "letto" utilizzato siano troppo piccoli per le molecole di Freon prevenendone così l'adsorbimento.
Da questo la decisione di spegnere il CDRA perchè inutile nella pulizia da Freon a differenza delle precedenti previsioni.
L'equipaggio rimane assolutamente sicuro, è però ora probabile che non si possa eliminare rapidamente la quantità in eccesso di gas nell'aria.

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Alberto Zampieron

Appassionato di spazio da sempre e laureato in ingegneria aerospaziale al Politecnico di Torino, è stato socio fondatore di ISAA. Collabora con Astronautinews sin dalla fondazione e attualmente coordina le attività fra gli articolisti.