Cockpit Orion: è qui la rivoluzione

Il logo di AstronautiNEWS. credit: Riccardo Rossi/ISAA
Il logo di AstronautiNEWS. credit: Riccardo Rossi/ISAA

Se mentre si osserva Orion dall'esterno si può avere l'idea di un Apollo "gonfiato", l'interno del futuro sostituto dello Shuttle sarà qualche cosa di altamente innovativo e diverso.
Si sta definendo infatti il layout del futuro cockpit dell'Orion, l'idea è quella di utilizzare quante più parti COTS (Commercial Off-the-Shelf) disponibili sul mercato con particolare attenzione a due disposizioni che in questi ultimi anni hanno avuto già molto successo nel campo dell'aviazione civile, ovvero i glass cockpit di Gulfstream V SP e Falcon 900.
Le due disposizioni che si stanno valutando sono rispettivamente a 4 e a 6 schermi, quella proposta in precedenza, a 3 schermi, sembra sia stata scartata non potendo fornire tutte le informazioni necessarie ai piloti in maniera chiara, gli studi sono iniziati nel Dicembre scorso e si prevede la chiusura, con la configurazione definitiva per fine anno, in questo periodo ci si concentrerà su sistemi, componenti e in particolare ergonomia.
Analizzando meglio le due proposte: la prima si articola su 6 piccoli schermi 604a D&C da 1080px di risoluzione. Questa configurazione, nominata "Small Glass" necessita da 2 a 6 piastre di raffreddamento sul retro del pannello. Non prevede una tastiera centrale ma ha uno spazio piuttosto stretto per le ginocchia (slide 5).
In questo caso gli schermi DU 1080 sono quelli utilizzati sul Falcon.
Gli svantaggi sono nello spazio un po' ai limiti per le informazioni visualizzate, e nella perdita di spazio nel cockpit per i pulsanti ai lati degli schermi. I vantaggi sono invece nell'alta affidabilità dimostrata da questi pannelli nel vasto uso che se ne fa nel mondo dell'aviazione e non solo, formato di lettura semplice, doppia modalità di visualizzazione nav/control e facilità di raggiungimento di ogni zona del cockpit, con 2 pannelli personalizzati ciascuno per pilota e comandante più altri due in condivisione.
La seconda proposta invece, denominata "Big Glass" utilizza gli schermi da 11"x8.5" di Honeywell, permette di utilizzare solamente una piastra di raffreddamento per ogni schermo e anche questa non prevede una tastiera.
Questa proposta ha un peso di soli 10Kg, contro i 35Kg della precedente, questi schermi, i DU 1310 sono attualmente utilizzati sui Gulfstream G550.
I dubbi riguardano l'assenza di precedenti applicazioni su mezzi spaziali di questo prodotto, il quale richiederà nuove certificazioni e collaudi, compresa la programmazione di un nuovo software di controllo, e la minore ridondanza con l'eventuale perdita di uno schermo durante la missione che porterebbe alla perdita di 1/3 delle informazioni visualizzabili.
I vantaggi sono nel design più flessibile, maggior spazio per la visualizzazione dei dati, maggiore spazio nel cockpit per altra strumentazione e la possibilità di rinunciare ai pulsanti sulla cornice dello schermo.
Le differenze con l'Apollo sono forse in questo sistema più visibili che in ogni altro elemento del programma, non esistono in pratica più tasti, interruttori, spie e manopole che ne facevano da padrone ai tempi dell'Apollo.
I sistemi del CEV saranno di facile aggiornamento (richiederanno un semplice upgrade del software), saranno ridondanti e completamente fruibili da un unico astronauta.

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Alberto Zampieron

Appassionato di spazio da sempre e laureato in ingegneria aerospaziale al Politecnico di Torino, è stato socio fondatore di ISAA. Collabora con Astronautinews sin dalla fondazione e attualmente coordina le attività fra gli articolisti.