Si delinea il piano di intervento per la ISS

Il logo di AstronautiNEWS. credit: Riccardo Rossi/ISAA
Il logo di AstronautiNEWS. credit: Riccardo Rossi/ISAA

Si sta cominciando a delineare una strategia di intervento per portare le riparazioni necessarie ai pannelli danneggiati sulla ISS.
Verrà rimandata di un giorno la EVA-4 prevista per domani con la possibilità di rimandarla un'ulteriore giorno se il piano d'intervento non sarà pronto cancellando di conseguenza la EVA-5.
E' stato chiesto maggiore tempo da terra per poter stilare un piano che risolva definitivamente il problema dei due strappi sull'array di pannelli solari sulla ISS danneggiatisi ieri durante l'estensione.
Mentre non sembra preoccupare l'approvigionamento energetico della ISS, funzionando praticamente a pieno regime anche con i pannelli strappati, quello che si vuole assicurare è la necessaria rigidità strutturale ed equilibrio sulla ISS per poter estendere completamente il set di pannelli.
Per le riparazioni si utilizzeranno per la prima volta, collegati insieme, il braccio robotico della stazione SSRMS e la "prolunga" studiata per lo shuttle OBSS per le ispezioni al TPS, essendo l'unico modo per raggiungere quella zona dei pannelli solari.
I dubbi riguardo il collegamento di questi due bracci erano soprattutto sulla rigidità di tutto il sistema, ma ricevuto l'ok da parte degli ingegneri responsabili si è considerato attuabile il piano, rimane solo da verificare che anche i sensori sull'OBSS possano sopportare gli stress termici richiesti da questa procedura i quali hanno un limite di esposizione a due ore per quasi tutti gli strumenti e a quattro ore per l'LDRI se riscaldato e rivestito da una coperta termica.
Se si dovesse danneggiare l'OBSS l'ultima ispezione allo scudo termico dovrà essere fatta solamente con l'RMS, ma potrebbe venir considerato troppo rischioso visto anche l'impatto avuto ieri con un micrometeorite che potrebbe aver lasciato segni sui pannelli colpiti.
L'ipotesi potrebbe essere quella di rimuovere quanti più strumenti possibili dall'OBSS e metterli al sicuro all'interno dell'airlock depressurizzato e poi rimontarli al termine della EVA.
Se ci fossero danni alla prolunga, non dovrebbero essere influenzate le missioni successive, visto che l'unità ora nello spazio dovrebbe essere utilizzata non prima del Febbraio 2008 e che sono già presenti molti pezzi di ricambio disponibili potendo anche assemblare una nuova unità per quella data.
La EVA di venerdì si preannuncia, dal punto di vista scenografico e spettacolare, come una delle più entusiasmanti che siano mai state realizzate sulla ISS con uno o due astronauti agganciati su un braccio che sarà lungo quasi 35m e che vedrà impegnati i tecnici a bordo della ISS e a terra in uno dei compiti più difficili dall'inizio della costruzione della Stazione, in una missione già difficile di per se, dovendo studiare una metodologia d'intervento in pochissime ore e cercando di risolvere una situazione che si preannuncia decisiva non solo per la EVA ma anche per le successive passeggiate.
Per quanto riguarda l'ispezione al SARJ sul lato opposto a quello danneggiato, potrebbe venir rimandata ad una EVA dell'equipaggio della stazione se non ci fosse il tempo necessario.
Con la cancellazione di una EVA per l'installazione del Nodo 2, la timeline per l'equipaggio della Exp.16 che già era compressa, lo sarà ancora di più dovendo installare completamente Harmony e poi effettuare tutti gli spostamenti prima della missione di Dicembre che potrebbe essere spostata in caso di ulteriori ritardi.
 

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Alberto Zampieron

Appassionato di spazio da sempre e laureato in ingegneria aerospaziale al Politecnico di Torino, è stato socio fondatore di ISAA. Collabora con Astronautinews sin dalla fondazione e attualmente coordina le attività fra gli articolisti.