Il punto sulle indagini su SpaceShipTwo

La commissione della National Transportation Safety Board (NTSB) incaricata delle indagini sull’incidente dello spazioplano SpaceShipTwo ha reso noto nei giorni scorsi alcune informazioni preliminari su quanto già scoperto.

L’incidente occorso lo scorso 31 ottobre 2014 durante un volo di test dello spazioplano SpaceShipTwo, realizzato da Scaled Composites per la compagnia di voli sub-orbitali commerciali Virgin Galactic, come è noto ha comportato la completa distruzione del mezzo, la perdita della vita per il co-pilota  Michael Alsbury e il ferimento del pilota Peter Siebold.

Il National Transportation Safety Board, agenzia indipendente appartenente al Governo USA e responsabile per le indagini sugli incidenti aerei che riguardano velivoli registrati negli Stati Uniti, è stata investita delle indagini sull’incidente e ha cominciato le proprie attività lo scorso 1 novembre 2014.

Il presidente pro tempore della NTSB Christofer A. Hart ha tenuto nei giorni scorsi alcune conferenze stampa per illustrare ai media la struttura che si è data la commissione di inchiesta sull’incidente di SpaceShipTwo e i primi risultati ottenuti dall’esame preliminare delle prove.

Secondo quanto comunicato da Hart, i resti dello spazioplano SpaceShipTwo sono per la maggior parte distribuiti in un raggio di circa 8 km nella direttrice nord-est/sud-ovest, lungo la rotta percorsa dal velivolo dopo essersi sganciato dall’aereo madre WhiteKnightTwo al di sopra del deserto del Mojave in California, anche se alcuni detriti sono stati trovati a distanza di circa 55 km a nord-est dal punto di ritrovamento dei primi resti.

Dal sito Flightradar24.com, il percorso dello SpaceShipTwo (numero di registrazione N339SS)  dal momento dell'accensione del trasponder al momento dell'incidente il 31/10/2014. Image credit: Flightradar24.com.

Dal sito Flightradar24.com, il percorso dello SpaceShipTwo (numero di registrazione N339SS) dal momento dell’accensione del trasponder al momento dell’incidente il 31/10/2014. Image credit: Flightradar24.com.

Sulla base dei reperti raccolti e analizzati sul terreno e sulla base dei dati telemetrici, delle registrazioni video recuperate dalle 6 telecamere a bordo dello SpaceShipTwo, di 3 altre telecamere a bordo dell’aereo madre WhiteKnightTwo e dalle riprese a lunga distanza da parte di un aereo di appoggio che seguiva il volo di test e da una telecamera situata presso la base aerea di Edwards, le indagini da parte di NTSB, nelle parole di Hart, potrebbero durare fino ad un anno prima che la commissione di inchiesta possa pubblicare il rapporto finale.

D’altra parte, il fatto che si trattasse di un volo di test e che siano a disposizione degli investigatori una grande mole di informazioni, è una premessa importante per consentire alla commissione d’inchiesta di giungere a conclusioni definitive sulle cause di quest’incidente.

Nelle conferenze stampa tenute da Christofer A.Hart nei giorni scorsi, sono state condivise con i media alcune informazioni che rappresentano dei punti fermi per l’analisi da parte della commissione di inchiesta, ed in particolare la cronologia degli eventi che si sono succeduti dal momento in cui SpaceShipTwo si è separata dell’aereo madre WhiteKnightTwo sino agli ultimi dati registrati in corrispondenza con la distruzione dello spazioplano.

Ecco l’elenco temporale degli eventi forniti dalla commissione d’inchiesta (gli orari riportati sono riferiti al luogo dell’incidente, ora della costa occidentale degli Stati Uniti d’America o PDT – Pacific Daylight Time pari a UTC – 8):

  • 10:07:19 – SpaceShipTwo viene rilasciato dall’aereo madre WhiteKnightTwo ad una quota di circa 15.000 metri, a bordo sono il pilota Peter Siebold e il copilota Michael Alsbury.
  • 10:07:21 – Viene acceso il propulsore a razzo di SpaceShipTwo, l’accensione avviene normalmente e lo spazioplano comincia ad accelerare.
  • 10:07:29 – quando SpaceShipTwo sta viaggiando a circa Mach 0,94 è l’ultimo momento in cui il sistema dell’assetto “a bandiera” viene rilevato come bloccato.
  • 10:07:31 – SpaceShipTwo viaggia a circa Mach 1,02 e viene rilevato che il sistema dell’assetto “a bandiera” non è più bloccato: le immagini di una delle telecamere interna allo spazioplano, che riprende la cabina di volo, mostrano che l’occupante del sedile di destra, quello del co-pilota, aziona il comando per sbloccare il sistema dell’assetto “a bandiera”. Subito dopo lo sblocco del sistema dell’assetto “a bandiera”, la parte posteriore delle ali ruota, anche se non si rileva nella telemetria che sia stato dato il comando per impostare l’assetto “a bandiera”.
  •  10:07:34 – i dati telemetrici e le riprese video da parte delle telecamere dei SpaceShipTwo si interrompono.

Lo SpaceShipTwo utilizza un particolare sistema di variazione di assetto, per mezzo della rotazione della parte posteriore delle ali, assumendo la conformazione a “bandiera” che consente di aumentare la resistenza con l’aria e di riprendere il controllo dello spazioplano durante la fase di discesa negli strati superiori dell’atmosfera, dopo che è terminata la fase di volo spinta dal propulsore e alla fine della traiettoria parabolica che porta il velivolo per inerzia ad una altitudine di circa 100 km.

Questo assetto particolare, che viene illustrato nell’immagine di copertina di questo articolo, non viene pertanto utilizzato durante la fase di volo propulso, ma esclusivamente durante la transizione dalla caduta libera, nella quale gli occupanti dello spazioplano sperimentano l’assenza di peso per circa 6 minuti, ai primi momenti di contatto con gli strati superiori dell’atmosfera.

Come puntualizzato da Hart, lo sblocco del sistema di assetto “a bandiera” è previsto soltanto dopo che lo SpaceShipTwo ha raggiunto la velocità di Mach 1,4, al fine di evitare che le forze aerodinamiche che si sviluppano durante la fase di regime transonico possano portare ad un azionamento prematuro del sistema.

Non è noto perché sia stato azionato lo sblocco del sistema di assetto “a bandiera” ad un regime di velocità più basso del previsto anche perché la commissione di indagine della NTSB non ha potuto interrogare il pilota dello SpaceShipTwo Peter Siebold, ancora ricoverato per le gravi ferite subite durante l’incidente.

Oltre al comando di sblocco, perché lo SpaceShipTwo possa assumere l’assetto “a bandiera”, deve essere azionato da parte dei piloti un successivo comando che fa ruotare la parte posteriore delle ali per mezzo di specifici attuatori, ma questo comando, a quanto risulta dalle registrazioni dell’incidente, non è stato azionato.

Virgin Galactic, la compagnia fondata da Richard Branson e per la quale il sistema composto dallo WhiteKnightTwo e dallo SpaceShipTwo è stato sviluppato da Scaled Composites, ha comunicato che continuerà nell’assemblaggio del secondo esemplare dello spazioplano sub-orbitale, attualmente realizzato al 65%, e oltre a collaborare con la commissione di indagine della NSTB, ne accoglierà tutte le indicazioni e i suggerimenti per rendere ancora più sicuri i propri velivoli.

Nel filmato successivo, pubblicato sul canale YouTube NTSBgov gestito da NTSB, la quarta e per ora ultima conferenza stampa tenuta da Christofer A. Hart, presidente pro tempore di NSTB, lo scorso 3 novembre 2014 sull’incidente di SpaceShipTwo:

Fonti: Spaceflightnow.com

Image Credit: Virgin Galactic, Flightradar24.com.

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Giuseppe Corleo

Ingegnere meccanico per corso di studi, informatico in ambito bancario per professione, appassionato di tutto ciò che riguarda astronomia, astronautica, meccanica, fisica e matematica. Articolista del sito Astronautinews.it dal 2011.