L-46: Passata l’ultima notte nel mio letto per i prossimi 8 mesi…

La destinazione nei documenti del volo Soyuz TMA-15M con Samantha Cristoforetti. Credit: Samantha Cristoforetti
La destinazione nei documenti del volo Sojuz TMA-15M con Samantha Cristoforetti. Credit: Samantha Cristoforetti

Dal Diario di bordo di Samantha Cristoforetti:

Francoforte (Germania), 8 ottobre 2014—Di corsa, di corsa, di corsa! Ogni singola volta che ho lasciato il mio appartamento per prendere un treno verso l’aeroporto di Francoforte per andare da qualche parte nel mondo per l’addestramento, il mio bagaglio era pronto quando veniva il momento di partire… e intendo esattamente in quel momento, non un minuto prima. E ogni volta ho pregato l’angelo custode degli astronauti di non perdermi nulla (o almeno nulla di importante) della mia checklist sempre più estesa di cose da mettere in valigia.

Perché oggi dovrebbe essere stato diverso? Forse perché vedrò Colonia molte volte dallo spazio (copertura nuvolosa permettendo) prima di tornarci? O perché ho in tasca un biglietto di sola andata per la Russia—o meglio, sul mio smartphone? O perché ho un visto kazako sul mio passaporto?

O forse perché ho molte cose uniche nel mio bagaglio a mano. Tanti piccoli ricordi che porterò in volo per la famiglia e gli amici intimi nella mia dotazione personale di 1,5 kg sulla Sojuz, per esempio… non è qualcosa che voglio perdere lungo la via verso lo spazio (e ritorno) e certamente non sulla strada per Mosca.

Ma sto anche portando il mio IMAK della Sojuz. No, non ricordo cosa significa quell’acronimo, mi dispiace. Ma “Medico” e “Kit” ne fanno probabilmente parte. L’IMAK è come la vostra cassetta da viaggio delle medicine. Ce n’è uno più grande per ogni membro dell’equipaggio sulla ISS, ma ne portiamo uno più piccolo nella Sojuz—è una precauzione necessaria, specialmente nel caso qualcosa andasse storto con il nostro profilo in sei ore dal lancio all’attracco e dovessimo invece trascorrere due giorni nella Sojuz prima di arrivare alla Stazione.

E sto anche portando il mio kit personale indossabile dell’equipaggio. Si tratta di un certo numero di elementi che indossate su di voi nel viaggio verso l’orbita: la vostra tavoletta da ginocchio con penne e matite (e i loro cavi di fissaggio), strisce di velcro, il vostro cronometro portatile, la vostra torcia elettrica e, sì… il sacchetto dell’emesi. È una bella parola per il sacchetto che torna utile se il vostro ultimo pasto sulla Terra non vuole proprio rimanere nel vostro stomaco…

Comunque, ora eccomi qui. L’imbarco sul mio ultimo volo commerciale è quasi completo: atterraggio a Mosca questa sera tardi, pronta a riprendere l’addestramento a Star City domani.

Fra l’altro, secondo i documenti della mia missione, non mi sto solo dirigendo verso la Low Earth Orbit [orbita terrestre bassa—N.d.T.] (yuppie!), ma sto anche andando verso la Neutral Zone [zona neutrale—N.d.T.]. Date un’occhiata! Mi auguro certamente che i Romulani se ne stiano buoni.

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS. Leggi il Diario di bordo di Samantha Cristoforetti e l’introduzione.

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Commenti

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Samantha Cristoforetti

Ingegnere ed ex ufficiale dell'Aeronautica Militare, dal 2009 è un’astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA). Ha volato nello spazio per 199 giorni, dal 23 novembre 2014 all'11 giugno 2015 per la missione Futura, svoltasi a cavallo tra Expedition 42 ed Expedition 43.

Una risposta

  1. Marco Pagani ha detto:

    Graaandisssima!!!