Volerà nel 2015 il primo satellite “verde” della NASA

L’idrazina, come è noto, è uno dei più diffusi propellenti utilizzati nella propulsione dei veicoli spaziali; purtroppo però, è una sostanza altamente tossica, nociva e corrosiva. Un team congiunto di scienziati e tecnici americani provenienti da agenzie governative e dal settore privato testeranno un nuovo propellente, più sicuro, denominato AF-M315E, in vista del suo impiego nelle missioni spaziali del futuro.

Il progetto GPIM (Green Propellant Infusion Mission), del valore di 45 milioni di Dollari, è guidato dalla Ball Aerospace Corp, di Boulder, Colorado e comprende co-investigators provenienti dal Glenn Research Center della NASA di Cleveland; dalla Aerojet Corp. di Redmond, Washington e dal U.S. Air Force Research Laboratory dell’Edward Air Force Base, California. Del supporto addizionale è fornito dal Kennedy Space Center della NASA, Florida e dall’U.S. Air Force Base and Missile Systems Center di Kirkland, New Mexico.

Il progetto GPIM mira a dimostrare l’efficacia del nuovo propellente AF-M315E come alternativa verde e ad alta efficienza dell’idrazina. Si ritiene che questa soluzione innovativa a bassa tossicità, possa migliorare la performance globale dei veicoli spaziali. Rispetto all’idrazina, AF-M315E è più sicuro, facile da trasportare, da stoccare e da maneggiare; inoltre ha un impulso specifico e una densità maggiori , e quest’ultimo aspetto consentirà, a parità di volume, di stivare più propellente nei serbatoi. Infine ha un punto di congelamento più basso rispetto all’idrazina, il che eviterà il dispendio di eccessiva energia da parte dello spacecraft per mantenerne la temperatura di esercizio ottimale. L’unica controindicazione risiede nel fatto che AF-M315E richiede per la sua combustione una temperatura maggiore, pertanto il sistema di accensione e l’alloggio del propulsore dovranno essere progettati per resistere alle diverse temperature da sostenere.

Il primo sistema propulsivo operativo dovrebbe essere lanciato in orbita nel 2015 a bordo di una Ball Configurable Platform – un piccolo satellite compatto. Durante questa missione GPIM dovrà dimostrare le proprie capacità e la sua affidabilità nell’ambiente spaziale reale.

La transizione dei veicoli spaziali esistenti dall’idrazina all’AF-M315E comporterà dei costi, ma la migliore efficienza complessiva dovrebbe essere sufficiente ad abbatterli.

Un’immagine artistica del mini satellite della Ball con a bordo la missione GPIM (NASA)

 

Fonti: Space Safety Magazine; NASA

L’immagine in evidenza è (C) di Spaceref.com

 

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Luca Frigerio

Impiegato nel campo delle materie plastiche e da sempre appassionato di spazio, basket e birra artigianale. E' iscritto a forumastronautico.it dal Novembre 2005 e da diversi anni sfoga parte della sua passione scrivendo per astronautinews.it. E' socio dell'Associazione Italiana per l'Astronautica e lo Spazio (ISAA)