Il Nancy Grace Roman Space Telescope è quasi ultimato

Nonostante le incertezze di finanziamento e di gestione dell’Agenzia spaziale statunitense (NASA), la costruzione del Nancy Grace Roman Space Telescope procede senza apparenti ritardi o problematiche. Il nuovo telescopio, noto anche come Nancy Grace o Roman, dovrebbe essere lanciato nell’autunno 2026 e al momento è ultimato al 90%. Secondo il cronoprogramma, a novembre è prevista l’integrazione della struttura interna (telescopio, i due strumenti e i relativi supporti e la struttura) ed esterna (Outer Barrel Assembly, Solar Array Sun Shield e Deployable Aperture Cover), alla quale seguiranno i collaudi per verificare che tutto funzioni correttamente.

Pannelli fotovoltaici: il Solar Array Sun Shield
L’ultimo aggiornamento, pubblicato a metà luglio, riguarda l’installazione dei pannelli fotovoltaici: la notizia è giunta però con un mese in ritardo. I tecnici hanno infatti montato i pannelli il 14 e il 16 giugno 2025 presso il Goddard Space Flight Center di Greenbelt, dove sono anche stati progettati e costruiti. Si tratta di sei pannelli da 7 m×10 m, costituiti da 3.902 celle fotovoltaiche in grado di catturare i fotoni solari e trasformarli in energia elettrica, fondamentale per il funzionamento del telescopio. I due pannelli centrali rimangono fissi in posizione, mentre i quattro esterni sono racchiusi attorno all’Outer Barrel Assembly durante il lancio e vengono dispiegati una volta nello spazio. Questa funzionalità verrà verificata nelle prossime settimane, assieme all’apertura della deployable aperture cover, una struttura che impedisce l’ingresso della luce al telescopio. È costituita da due strati di materiale termico rinforzato e, similarmente ai pannelli, sarà ripiegata durante il lancio.
I sei pannelli costituiscono il Solar Array Sun Shield e avranno anche la funzione secondaria di tenere in ombra gli strumenti di Roman, che operano nel dominio degli infrarossi: mantenerli alla temperatura più bassa possibile permetterà di ridurre le contaminazioni prodotte dal calore degli stessi strumenti. Il calore è infatti rilevabile sotto forma di radiazione infrarossa.
Nei mesi precedenti
L’installazione dei pannelli è però solamente l’ultima delle tappe raggiunte dalla squadra che si occupa della costruzione del Nancy Grace. A dicembre 2024 erano stati integrati nell’ordine il Coronograph Instrument, l’Optical Barrel Assembly (che contiene lo specchio primario da 2,4 m e i nove secondari) ed infine il Wide Field Instrument (WFI). I tre, che costituiscono il carico utile della missione, sono stati uniti alla struttura che costituisce l’intero Nancy Grace Roman Space Telescope a gennaio 2025.
Il Coronograph Instrument è un dimostratore tecnologico per l’osservazione diretta degli esopianeti, cioè pianeti al di fuori del sistema solare: la luce della stella attorno a cui ruotano viene rimossa tramite l’utilizzo di una serie di maschere e specchi adattabili, mettendo in risalto quindi i pianeti. Il Wide Field Instrument è invece lo strumento principale: si tratta di una camera ad infrarossi da 300 MP in grado di osservare una porzione di cielo 100 volte più grande rispetto all’Hubble Space Telescope e 1.000 volte più velocemente.
Ancora prima, a febbraio, la deployable aperture cover era stata installata sulla struttura del telescopio, mentre a maggio l’Outer Barrel Assembly, la deployable aperture cover e alcuni pannelli fotovoltaici di prova avevano superato le verifiche tecniche nella camera a termovuoto. Si tratta di una struttura che simula le condizioni di pressione e temperatura dello spazio: vi erano entrati un mese prima, ad aprile.
A giugno sono stati effettuati i test vibrazionali, in modo simile a quelli che subiranno i pannelli fotovoltaici nelle prossime settimane. Oltre a ricreare nel modo più fedele possibile le vibrazioni prodotte dal Falcon Heavy, il razzo di SpaceX che porterà Roman nello spazio, il telescopio è anche stato rifornito con circa 1.000 litri di acqua deionizzata per simulare il quantitativo e la massa del carburante. Il test è stato portato avanti aumentando gradualmente l’ampiezza delle vibrazioni e controllando ogni volta che tutta la struttura rispondesse come da previsioni. In questo modo il Nancy Grace ha sperimentato forze fino a due volte maggiori rispetto a quelle che effettivamente si verificheranno al decollo.
Terminati i test, la struttura è stata riportata in una camera bianca al Goddard per controllare che tutto fosse ancora correttamente allineato e che l’antenna ad alto guadagno fosse in grado di dispiegarsi. In sostanza, verificare che il telescopio appena “lanciato” fosse pronto ad operare e comunicare con la Terra.
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