Gli ultimi aggiornamenti sull’esplosione di Ship 36 durante uno static fire

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Ship 36 sul pad di Massey prima dell'esplosione. Credits: NSF via YouTube

Nonostante il fallimento del nono volo di Starship il 29 maggio, SpaceX ha immediatamente iniziato i preparativi per il decimo, previsto inizialmente per la fine di giugno. L’azienda ha effettuato alcuni test su Booster 16 e Ship 36, rispettivamente il primo e il secondo stadio di cui Starship è composta.

Su Booster 16 venne eseguito a febbraio un test criogenico con il riempimento dei serbatoi con ossigeno e metano liquidi a circa -170℃. La prova serve a valutare il comportamento dei sistemi alla temperatura di esercizio e verificare la tenuta delle giunzioni. A ciò, ha fatto seguito il 3 giugno uno static fire (l’accensione simultanea di uno o più motori con il razzo ancorato alla struttura).

Anche per Ship 36 la sequenza dei test è stata simile: il 27 aprile venne condotto un test criogenico e, dopo l’installazione dei motori Raptor, riportata al sito di collaudo di Massey per uno static fire con un solo motore il 16 giugno. Entrambe le prove, per quanto sia possibile capire dall’esterno e in assenza di comunicazioni ufficiali da parte di SpaceX, sono state apparentemente effettuate con successo.

I preparativi per Flight 10 procedevano quindi senza particolari intoppi, tanto che dalle prime comunicazioni della Federal Aviation Administration (FAA), il decollo sarebbe anche potuto essere domenica 29 giugno.

Molti appassionati ed esperti sono rimasti quindi sorpresi quando nella notte texana del 18 giugno (la mattina italiana del 19), Ship 36 è esplosa durante il caricamento dei propellenti, in previsione di uno static fire dei sei motori. SpaceX ha rilasciato poco dopo un comunicato, con alcune informazioni su quanto successo.

Secondo l’azienda si sarebbe verificato un «evento energetico improvviso» che avrebbe portato all’esplosione di Ship 36 e alla sua completa distruzione, oltre ai danni nelle aree immediatamente circostanti alla struttura di test. Va ricordato che il test è stato effettuato presso il sito di Massey e non nella zona di Starbase, dove Starship viene costruita e lanciata.

Non si sono registrati né morti né feriti, dal momento che tutto il personale coinvolto era stato allontanato, come da protocollo. Si sono verificati alcuni incendi nelle zone limitrofe, controllati e spenti dai vigili del fuoco presenti al di fuori del perimetro di sicurezza.

Posizione dei siti di Massey, di produzione e di lancio a Starbase. (Google Earth)

Tra i primi a commentare c’è stato Elon Musk, che ha suggerito come possibile causa dell’esplosione il cedimento nell’area dedicata al carico utile di Ship 36 di un Composite Overwrapped Pressure Vessel (COPV) dell’azoto. Si tratta di serbatoi in fibra di carbonio altamente resistenti in cui vengono stoccati dei gas da utilizzare durante il volo per compensare la pressione nei serbatoi o in altre aree. SpaceX ha precisato che sono diversi da quelli utilizzati sui Falcon 9 e Falcon Heavy. Una revisione completa dei dati è comunque in corso.

Sempre Musk ha scherzato su quanto accaduto, dicendo che si è trattato «solo di un graffio». A differenza di altre aziende private o compagnie spaziali, SpaceX ha adottato per Starship un approccio iterativo, basato su una campagna di verifiche continue e di correzioni costanti agli esemplari prodotti. Esplosioni durante test a terra erano quindi comuni nelle fasi iniziali del programma, nel periodo 2019-2021. Molto probabilmente nessuno si sarebbe aspettato una tale deflagrazione a questo stato di avanzamento dello sviluppo, nonostante la nuova versione di Ship che ha debuttato a gennaio abbia dato problemi nel corso di Flight 7, 8 e 9.

Non è quindi chiaro l’impatto che avrà questo incidente sui prossimi voli di Starship, e in particolare Flight 10. Nel frattempo SpaceX ha “promosso” Ship 37 a secondo stadio per la missione: la navetta è completa e ha già effettuato un test di caricamento dei propellenti criogenici.

Fonti: Comunicato di SpaceX

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Matteo Deguidi

Studio Astrophysics and Cosmology a Padova e qui provo a raccontare quello che succede nel mondo dell'astronautica mondiale, concentrandomi su missioni scientifiche in corso o in fase di sviluppo, con qualche spruzzata di astronomia.

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