Nuova passeggiata spaziale per proteggere ulteriormente la Stazione spaziale cinese

La Stazione Spaziale Cinese fotografata dall'equipaggio di Shenzhou 16 dopo aver lasciato l'avamposto. Credit: China Manned Space

Il 26 settembre 2025 scorso due astronauti della missione Shenzhou 20 hanno completato con successo un’attività extraveicolare (EVA) di sei ore, durante la quale hanno installato schermature protettive contro i detriti spaziali e svolto operazioni di manutenzione della Stazione spaziale cinese (CSS). L’attività è stata trasmessa in diretta dall’emittente statale CCTV.

Protagonisti dell’EVA sono stati gli astronauti Chen Zhongrui e Wang Jie, mentre Chen Dong, comandante della missione, è rimasto all’interno della stazione per supervisionare e coordinare le operazioni. Un fatto insolito: è una delle rarissime volte in cui il comandante non prende parte a un’EVA. Un’eccezione notevole nella storia delle missioni con equipaggio cinesi.


L’uscita completata da Chen Zhongrui e Wang Jie potrebbe davvero rappresentare un passaggio generazionale nel programma spaziale cinese. Entrambi fanno parte del terzo gruppo di astronauti selezionati da CNSA, l’Agenzia spaziale cinese, e il fatto che abbiano eseguito insieme un’EVA segna un momento storico: è la prima volta che astronauti non appartenenti ai primi due gruppi partecipano direttamente a un’attività così delicata e strategica. Questo rende l’uscita fuori dall’avamposto di Chen e Wang ancora più significativa, perché apre la porta ad un vero e proprio ricambio generazionale: i veterani, come Jing Haipeng o Liu Boming, iniziano a lasciare spazio a figure più giovani, ma già operative e addestrate per missioni sempre più complesse.

Quattro EVA: eguagliato il record di Shenzhou 15

Con questa uscita, Shenzhou 20 ha eguagliato il record di passeggiate spaziali effettuate durante una singola missione con equipaggio cinese: quattro in totale, lo stesso numero raggiunto dalla missione Shenzhou 15. Si tratta di un traguardo significativo, che conferma la crescente complessità e intensità delle attività condotte a bordo dell’avamposto cinese.
Le precedenti EVA della missione si erano svolte il 22 maggio, il 26 giugno e il 15 agosto. Tutte avevano come obiettivo prioritario il potenziamento dello scudo antidetriti, componente sempre più fondamentale per la sicurezza dei veicoli spaziali che orbitano nella bassa orbita terrestre.

Le tute spaziali Feitian: una storia di tecnologia e affidabilità

Durante l’attività extraveicolare del 26 settembre è tornata in azione la tuta spaziale Feitian-2 “C”, facilmente riconoscibile grazie alle caratteristiche fettucce gialle applicate all’esterno dello scafandro bianco. Si tratta della settima volta che questa tuta viene impiegata in un’attività al di fuori della stazione spaziale. Accanto a lei, il secondo astronauta ha indossato la Feitian-2 “A”, contraddistinta dagli inserti rossi, che ha raggiunto il traguardo del suo 19o utilizzo complessivo. La “A” e la “B” (quest’ultima di colore blu) sono le tute che hanno accumulato più attività extraveicolari dall’inizio del loro servizio: la “B”, in particolare, detiene il record con 20 EVA. Tuttavia, entrambe sono ormai prossime al pensionamento, avendo superato ampiamente i limiti operativi inizialmente previsti. Progettate per durare circa tre anni e affrontare un massimo di 15 EVA ciascuna, le tute Feitian-2 sono riuscite a estendere la propria operatività grazie a una manutenzione accurata e costante. Ma ora il tempo sembra davvero giunto anche per loro. Anche la “C”, pur avendo totalizzato solo sette EVA, sarà probabilmente ritirata a breve. Non tanto per usura, quanto piuttosto per uniformare la dotazione di bordo in vista dell’arrivo delle nuove generazioni di tute. Infatti, le Feitian di nuova generazione, identificate con i seriali “D” ed “E”, sono già a bordo del complesso orbitante, trasportate con l’ultimo cargo Tianzhou 9.Tutto questo segna l’inizio di una nuova fase per le attività extraveicolari cinesi. Il progressivo ritiro delle attuali tute Feitian-2 lascia spazio a tecnologie più avanzate, pensate per aumentare ulteriormente la sicurezza, l’efficienza e la durata delle missioni fuori dalla stazione. Un passaggio naturale, ma significativo, che conferma quanto il programma cinese stia maturando in termini di capacità operativa e sostenibilità nel lungo termine.

Una missione verso la conclusione

Shenzhou 20 è giunta a bordo dell’avamposto orbitante il 24 aprile 2025, portando a bordo un equipaggio di tre astronauti. Ora, a distanza di quasi sei mesi, la missione si avvia alla conclusione, in linea sia con l’estensione delle precedenti spedizioni – Expedition – della Cina sia con gli standard internazionali.
Questa è la nona missione con equipaggio verso l’avamposto nazionale, che rappresenta il fulcro del programma spaziale cinese in orbita bassa.

CSS: espansione all’orizzonte

Attualmente, la Stazione spaziale cinese ha una massa pari al 20% circa della ISS. Tuttavia, la configurazione dell’avamposto è destinata a cambiare: le autorità cinesi hanno confermato che si sta valutando l’aggiunta di nuovi moduli, che ne aumenterebbero sia le dimensioni sia le capacità operative.
Con la ISS destinata al pensionamento entro la fine del decennio, l’avamposto cinese potrebbe diventare una delle poche stazioni spaziali operative in orbita terrestre, consolidando la presenza della Cina nello spazio come attore autonomo e strategico.

Un programma spaziale sempre più ambizioso

La missione Shenzhou 20 conferma l’elevato grado di maturità tecnica raggiunto dal programma spaziale cinese, capace oggi di condurre EVA multiple, manutenzioni complesse e gestire operazioni prolungate in orbita.
Dai moduli scientifici alla manutenzione della stazione, dall’affidabilità delle tute Feitian al coordinamento delle attività extraveicolari, ogni nuova missione rafforza le basi per le future esplorazioni lunari e planetarie previste nei piani a lungo termine della Cina.

Fonte: Space.com

  Ove non diversamente indicato, questo articolo è © 2006-2025 Associazione ISAA - Leggi la licenza. La nostra licenza non si applica agli eventuali contenuti di terze parti presenti in questo articolo, che rimangono soggetti alle condizioni del rispettivo detentore dei diritti.

Commenti

Discutiamone su ForumAstronautico.it

Marco Carrara

Da sempre appassionato di spazio, da piccolo sognavo ad occhi aperti guardando alla televisione le gesta degli astronauti impegnati nelle missioni Apollo, crescendo mi sono dovuto accontentare di una più normale professione come sistemista informatico in una banca radicata nel nord Italia. Scrivo su AstronautiNews dal 2010; è il mio modo per continuare a coltivare la mia passione per lo spazio.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.