PLATO sbarca all’ESTEC

La sonda PLATO è arrivata a Noordwijk, nei Paesi Bassi, all’ESTEC nel centro tecnologico dell’Agenzia spaziale europea. Qui nelle prossime settimane gli ingegneri completeranno l’integrazione del telescopio spaziale con la connessione dei pannelli fotovoltaici e dello scudo termico. Infine svolgeranno una serie di prove critiche che decreteranno che PLATO è pronto alla sua missione di ricerca di esopianeti terrestri in zone abitabili di stelle simili al nostro Sole.

Le due parti principali del satellite, il carico utile e il modulo di servizio, sono state unite recentemente nella la camera bianca di OHB a Oberpfaffenhofen, in Germania. Successivamente, lo scorso 1o settembre PLATO è arrivato nei Paesi Bassi in nave dalla Germania, percorrendo il fiume Reno ormeggiando a pochi chilometri dall’ESTEC. Dal molo di attracco, con un trasporto speciale e con estrema cautela, il telescopio europeo è stato trasferito nella camera bianca.
Nel corso delle prossime settimane, come detto, verrà completato il montaggio delle due parti finali, lo scudo termico e i pannelli fotovoltaici e di seguito sarà possibile iniziare la fase di verifica che comprenderà test acustici e vibrazionali.

Al termine di queste operazioni, il telescopio verrà collocato nel Large Space Simulator dell’ESTEC, la più grande camera termovuoto d’Europa, per verificare che esso sia in grado di affrontare il vuoto e le temperature estreme dell’ambiente cosmico.
Il nome PLATO, oltre a derivare dall’acronimo di PLAnetary Transits and Oscillations of stars, rimanda anche al filosofo classico greco Platone, il quale fece, fra le altre cose, degli studi su una ipotetica legge fisica che rendesse conto dell’orbita dei pianeti (stelle erranti) e in grado di soddisfare i bisogni filosofici di “uniformità” e “regolarità”.
Sarà un Ariane 62 a mandare in orbita questa importante missione nel dicembre 2026. Il satellite verrà collocato attorno al Punto Lagrangiano L2 del sistema Sole-Terra: in una posizione distante 1,5 milioni di chilometri dalla Terra, esterna all’asse di congiunzione del nostro pianeta col Sole.

Per eseguire il suo compito, il telescopio è stato dotato di 26 fotocamere molto sensibili progettate per catturare le più lievi variazioni nell’intensità della luce di una stella. Quando i pianeti passano di fronte alle proprie stelle, essi affievoliscono la luce dell’astro che ci raggiunge. Analizzando questo effetto di attenuazione, PLATO può trovare dei nuovi esopianeti.
L’obiettivo della missione è scoprire pianeti che orbitano attorno a stelle simili al nostro Sole nella cosiddetta zona abitabile, ovvero quella fascia orbitale attorno all’astro dove la temperatura è perfetta per la presenza di acqua liquida sulla superficie di un pianeta. Questi pianeti impiegano diversi mesi per compiere un’orbita a causa della loro posizione: né troppo vicina, né troppo lontana dalla loro stella. Per catturare le tenui variazioni di luminosità, i 26 occhi di PLATO dovranno fissare la stessa regione del cielo ininterrottamente per un minimo di due anni. Così facendo, il satellite aiuterà gli astronomi a misurare le dimensioni, le masse e le età delle stelle con un precisione mai raggiunta prima e per delle zone di cielo molto più grandi di quelle studiate finora.

Dalla sua orbita, il telescopio europeo analizzerà oltre 200.000 stelle durante la missione nominale e potrà dirci se l’ambiente che possiamo apprezzare qui sulla Terra, può esistere anche da qualche altra parte nella nostra galassia.
PLATO avrà una massa al decollo di circa 2.300 kg con delle dimensioni di 3,5 x 3,1 x 3,7 metri quando sarà ripiegato nell’ogiva dell’Ariane 6. Una volta aperti, i suoi pannelli fotovoltaici avranno un’estensione lineare di nove metri, con una superficie totale di circa 30 m2. La durata nominale della sua missione è di quattro anni, con possibili estensioni fino a otto anni e mezzo complessivi.
La strumentazione scientifica di PLATO, le fotocamere e nelle relative unità elettroniche, è il frutto di una collaborazione fra ESA e il PLATO Mission Consortium, composto da vari centri di ricerca europei, da istituti e da aziende, il quale è guidato dall’agenzia spaziale tedesca (DLR). Il satellite è costruito ed assemblato dal PLATO Core Team guidato da OHB assieme a Thales Alenia Space e Beyond Gravity.
Fonte: ESA
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