Kate Rubins lascia la NASA

Il ritratto ufficiale di Kate Rubins. Credit: NASA

L’astronauta e microbiologa statunitense Kate Rubins si è congedata dalla NASA, il 28 luglio 2025 scorso, dopo 16 anni di onorato servizio. In questo periodo ha completato due missioni di lunga durata nella Stazione Spaziale Internazionale, ha preso parte a quattro attività extraveicolari e totalizzato 300 giorni trascorsi nello spazio.

Ogni anno sono diversi gli astronauti che per vari motivi lasciano l’Agenzia spaziale statunitense. Lo possiamo considerare un turnover fisiologico legato all’elevata caratura professionale, alla notevole preparazione ed esperienza nei più disparati campi scientifici e tecnologici di queste persone che spesso vanno ad assumere incarichi manageriali in aziende aerospaziali private. Tuttavia, ci è sembrato interessante sottolineare il caso dell’ormai ex astronauta Kate Rubins, che è stata la prima persona a sequenziare il DNA nello spazio.

«Voglio estendere la mia sincera gratitudine a Kate per la sua dedizione ai progressi del volo spaziale umano», ha dichiarato Steve Koerner, direttore ad interim del Johnson Space Center della NASA di Houston. «Ci lascia un’eredità di eccellenza e d’ispirazione, non solo per la nostra agenzia, ma anche alla comunità scientifica e medica. Congratulazioni Kate, per una carriera straordinaria.»

La prima missione di Rubins nell’avamposto orbitale internazionale è iniziata il 7 luglio 2016, a bordo della Sojuz MS-01 come membro delle Expedition 48/49 dal Cosmodromo di Bajkonur, Kazakistan. Durante questa sua prima esperienza, Rubins ha partecipato ad oltre 275 differenti esperimenti scientifici che hanno incluso delle ricerche nella biologia cellulare e molecolare, nella fisiologia umana, nella fisica dei fluidi e della combustione, nelle scienze della Terra e dello spazio e nello sviluppo della tecnologia.

Rubins è stata la prima a sequenziare il DNA nello spazio, analizzando la concatenazione di oltre due miliardi di coppie di basi di DNA durante una sere di esperimenti per studiare l’analisi della successione di nucleotidi in microgravità. Inoltre ha anche coltivato delle cellule cardiache (cardiomiociti) in apposite colture e ha svolto esperimenti quantitativi di PCR (Polymerase Chain Reaction – Reazione a catena della polimerasi), la tecnica ampiamente utilizzata in biologia molecolare, per amplificare, per creare molte copie di una sequenza specifica di DNA. Il suo lavoro ha consentito significativi progressi con la diagnostica molecolare di bordo, con le colture cellulari a lunga durata e con lo sviluppo di strumenti e processi per la biologia molecolare. Inoltre ha guidato l’integrazione e l’implementazione di hardware biomedico a bordo della stazione spaziale.

Nel corso questa sua prima missione spaziale Kate Rubins ha partecipato a due attività extraveicolari (EVA) durate complessivamente 12 ore e 46 minuti.

Il 14 ottobre 2020 prende nuovamente la via per lo spazio da Bajkonur con la capsula Sojuz, per la seconda missione di sei mesi nell’avamposto orbitante. Durante Expedition 64 la dottoressa Rubins ha trascorso centinaia di ore lavorando sui nuovi esperimenti di bordo e proseguendone alcuni iniziati nella sua prima missione. Inoltre l’astronauta statunitense ha portato avanti il suo lavoro con il sequenziamento del DNA, i frutti del quale un giorno, potrebbero permettere agli astronauti di diagnosticare una malattia mentre sono nello spazio e di identificare i microbi che crescono a bordo della Stazione Spaziale Internazionale.

Rubins ha lavorato sull’esperimento Cardinal Heart, che studia i meccanismi con cui la microgravità influenza le cellule cardiovascolari. I risultati di questo importante studio potrebbero aiutare a comprendere meglio lo sviluppo di alcuni problemi cardiaci sulla Terra. Inoltre si potrebbero identificare nuove tipologie di trattamenti e sviluppare delle opportune metodologie di screening per valutare e prevedere rischi cardiovascolari prima di un volo spaziale.

5 gennaio 2021, Kate Rubins Flight Engineer dell’ Expedition 64 studia l’invecchiamento e l’indebolimento del muscolo cardiaco causato dal volo spaziale per l’esperimento Cardinal Heart. L’esperimento impiega tessuti cardiaci trattati e viene svolto nella Life Sciences Glovebox situata nel laboratorio giapponese Kibo. Credit: NASA

Nel corso della sua seconda missione spaziale, Kate Rubins ha preso parte a due EVA: la prima con Victor Glover, durata 7 ore e 4 minuti, e la seconda con Soichi Noguchi, che è protratta per 6 ore e 56 minuti, portando il suo totale complessivo di attività extraveicolare in carriera a 26 ore 46 minuti.

«Partendo dal suo lavoro pionieristico nello spazio, per arrivare alla sua leadership sulla Terra, Kate ha portato passione ed eccellenza in tutto ciò che ha fatto», ha dichiarato Joseph Acaba, capo dell’Ufficio astronauti della NASA presso il Johnson Space Center della NASA di Houston. «È stata una compagna di squadra incredibile e un modello di riferimento. Ci mancherà immensamente, ma il suo esempio continuerà ad ispirarci».

Il contributo che la dottoressa Rubins ha dato alla NASA non ha solo riguardato la sua partecipazione alle missioni spaziali. Infatti è stata anche vicedirettrice ad interim dell’Human Health and Performance Directorate della NASA, dove ha contribuito a definire le strategie per la tutela della salute degli equipaggi e per la ricerca biomedica. Recentemente ha partecipato allo sviluppo delle tute lunari di nuova generazione, in preparazione delle future missioni Artemis sulla Luna.

Prima di essere selezionata dalla NASA nel luglio del 2009 assieme ad altri otto candidati astronauti, Rubins ha conseguito una laurea in Biologia Molecolare presso l’Università della California a San Diego, e un dottorato in biologia del cancro presso il Dipartimento di Biochimica, Microbiologia e Immunologia della facoltà di Medicina dell’Università di Stanford. Al ritorno dalla sua seconda missione spaziale, Rubins è stata arruolata come maggiore nella Riserva dell’Esercito degli Stati Uniti, prestando servizio come microbiologa nel Corpo di Servizio Medico. Attualmente ricopre il ruolo di responsabile dell’innovazione presso il Distaccamento MedBio del 75° Comando di Innovazione della Riserva dell’Esercito statunitense, con sede a Boston.

Kate Rubins è di frequente relatrice in eventi scientifici, formativi e di settore sulla biologia spaziale, sull’ingegneria biomedica e sull’esplorazione umana, sostenendo le missioni scientifiche ed esplorative della NASA. Anche dopo aver lasciato il servizio governativo, Rubins rimane impegnata a promuovere l’innovazione nell’intersezione fra biologia, tecnologia e spazio.

Kathleen Hallisey “Kate” Rubins è nata il 14 ottobre 1978 a Farmington, Connecticut ed è sposata con Michael Magnani.

«È stato un onore vivere e lavorare nello spazio», ha detto Rubins. «Sono grata per gli straordinari progressi alla NASA, ed è stato un privilegio servire e contribuire a qualcosa di così significativo. La missione di esplorazione continua, e non vedo l’ora di osservare questa nazione realizzare ciò che un tempo sembrava impossibile».

Fonte: NASA

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Luca Frigerio

Impiegato nel campo delle materie plastiche e da sempre appassionato di spazio, basket e birra artigianale. E' iscritto a forumastronautico.it dal Novembre 2005 e da diversi anni sfoga parte della sua passione scrivendo per astronautinews.it. E' socio dell'Associazione Italiana per l'Astronautica e lo Spazio (ISAA)

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