Il satellite GSAT0104 va in pensione, il primo per Galileo

Rappresentazione artistica della costellazione Galileo con 30 satelliti. Credit: ESA-P. Carril

Il 12 marzo 2013, il satellite GSAT0104 ha scolpito un importante pietra miliare della ricerca spaziale dell’Europa, contribuendo, insieme agli altri satelliti di “convalida in orbita” (In-Orbit Validation, IOV), alla prima rilevazione di posizione offerta dai satelliti Galileo, il sistema di navigazione satellitare europeo. Dopo 12 anni di servizio, principalmente dedicati alle missioni di “ricerca e soccorso” (Search and Rescue, SAR), GSAT0104 entra nuovamente nella storia come il primo satellite della costellazione a essere ufficialmente dismesso.

GSAT0104 era stato lanciato dallo spazioporto europeo nella Guyana francese il 12 ottobre 2012 ed è stato il quarto e ultimo satellite della fase di convalida in orbita. Grazie a lui, è stato possibile realizzare per la prima volta la determinazione di posizione terrestre utilizzando esclusivamente satelliti Galileo: un traguardo fondamentale per l’autonomia spaziale dell’Europa.

Per tutti questi anni GSAT0104 ha fornito servizi di navigazione prima di essere destinato esclusivamente alle missioni di ricerca e soccorso, in seguito al guasto dell’antenna in banda L. Nel 2021, è stato trasferito da uno slot primario a uno secondario per lasciare la propria posizione a un satellite di nuova generazione, lanciato nell’aprile 2024. Da quella nuova posizione ha continuato a operare fino all’inizio delle attività di dismissione, avviate nel marzo 2024 e concluse ad aprile 2025.

Oggi, GSAT0104 è ora nuovamente protagonista di una prima nel programma Galileo: la sua dismissione rappresenta un modello di responsabilità nelle attività spaziali e fornisce un’esperienza concreta e preziosa per la gestione futura del fine vita degli altri satelliti della costellazione. Il know-how acquisito sarà essenziale man mano che il ricambio dei satelliti diventerà più frequente negli anni a venire.

Una costellazione in continua evoluzione

Per una costellazione ampia e duratura come quella che Galileo rappresenta, le attività di dismissione dei satelliti giunti a fine vita operativa sono fondamentali quanto i lanci. Garantire continuità e prestazioni elevate per decenni richiede un ricambio regolare della flotta. Dismettere un satellite non significa solo ridurre il rischio di detriti spaziali, ma anche fare spazio a nuove generazioni di satelliti, più moderni ed efficienti.

Attualmente, la costellazione continua a offrire servizi di posizionamento ad alte prestazioni grazie a satelliti attivi in tutti gli slot principali e a tre satelliti di riserva. Sono già pronti per il lancio altri sei satelliti Galileo di prima generazione, mentre dodici satelliti di seconda generazione (G2) sono in fase di sviluppo, attività che contribuiscono ad alimentare l’ambizione europea di dotarsi di un sistema di navigazione globale indipendente, resiliente e tecnologicamente avanzato.

Un impegno concreto per la sostenibilità spaziale

L’Agenzia spaziale europea, in qualità di responsabile dello sviluppo del sistema e autorità di progettazione per Galileo, ha allineato la gestione del segmento spaziale del programma ai requisiti per la mitigazione dei detriti spaziali dell’Agenzia. Le operazioni di dismissione dei satelliti Galileo sono coordinate dall’EUSPA, all’interno di un approccio integrato che pone al centro il concetto di sostenibilità.

Quando un satellite raggiunge la fine del proprio ciclo operativo, viene spostato in un’orbita cimitero, posta a circa 300 km sopra la costellazione attiva, e passivato esaurendo tutte le sue fonti di energia. Grazie alle riserve residue di propellente, GSAT0104 è stato trasferito a 700 km sopra l’orbita operativa, collocandosi su un’orbita di smaltimento altamente stabile. per poi essere passivato in sicurezza con lo svuotamento del serbatoio del propellente e il completo esaurimento dell’energia interna, scaricando del tutto le batterie e inibendone la ricarica.

Le orbite cimitero sono la strategia standard per le costellazioni in orbita terrestre media (MEO) e geostazionaria (GEO), dove il rientro sulla Terra non è generalmente praticabile. I futuri satelliti Galileo dismessi saranno collocati a quote leggermente diverse per mantenere una distanza di sicurezza tra loro.

La gestione della fine vita: una scelta strategica

Proteggere l’ambiente spaziale è solo uno dei motivi per cui appare essenziale smaltire correttamente i satelliti non più operativi o a rischio di guasto.

«In Galileo dobbiamo mantenere le nostre orbite libere e sicure per supportare il continuo rinnovamento della flotta. Una costellazione sana è necessaria per garantire prestazioni ottimali e un servizio affidabile a miliardi di utenti in tutto il mondo», ha dichiarato Riccardo Di Corato, responsabile dell’Unità di analisi della costellazione di Galileo.
Tutti i satelliti Galileo di prima generazione hanno una vita operativa prevista di 12 anni, che diventano 15 per quelli di seconda generazione, oltre la quale i loro sistemi diventano progressivamente meno affidabili. Ogni anno, i partner del programma Galileo valutano lo stato di salute dei satelliti più anziani e decidono se estenderne l’operatività o procedere al loro ritiro dal servizio.

«Risulta fondamentale garantire che la rimozione di un satellite avvenga quando componenti chiave come il controllo d’assetto, i propulsori e le telecomunicazioni sono ancora funzionanti. Se siamo certi che lo smaltimento sarà sicuro, possiamo prolungarne il servizio il più a lungo possibile», ha aggiunto Di Corato.

Nel 2024, il comitato di revisione della fine vita dei satelliti ha deciso di estendere l’operatività degli altri tre satelliti Galileo IOV rimanenti almeno fino a ottobre 2025. Due di essi hanno già superato la durata prevista, mentre il terzo l’ha appena raggiunta. Tutti e tre continuano a fornire prestazioni eccellenti.

Le prestazioni dei servizi Galileo sono monitorate in modo indipendente dal Galileo Reference Centre (GRC) e rese pubbliche tramite il GNSS Service Centre (GSC).

Galileo di Seconda Generazione: l’Europa accelera verso il futuro della navigazione satellitare

L’Europa sta compiendo passi da gigante nel potenziamento del proprio sistema di navigazione satellitare con Galileo di seconda generazione (G2). Dodici nuovi satelliti sono attualmente in costruzione e porteranno con sé una serie di innovazioni tecnologiche che renderanno i servizi di posizionamento, navigazione e sincronizzazione ancora più precisi, affidabili e sicuri per utenti di tutto il mondo.

Negli ultimi mesi, il programma ha raggiunto traguardi fondamentali. Tra questi, il superamento dei test di compatibilità tra i nuovi satelliti e le infrastrutture di terra: una fase cruciale per assicurare che i satelliti possano ricevere comandi correttamente e trasmettere i dati operativi alla rete di controllo a terra.

La campagna di test di compatibilità di sistema (System Compatibility Test Campaign – SCTC) è iniziata nel settembre 2024 a Roma, presso gli stabilimenti di Thales Alenia Space, e si è estesa poi in Germania, dove Airbus Defence and Space ha avviato i propri test a febbraio 2025. Questa campagna prevede una serie di prove tecniche via via più complesse, e continuerà per tutto l’anno fino alla fine del 2025.

I dodici satelliti sono suddivisi in due gruppi da sei, costruiti rispettivamente da Thales Alenia Space e Airbus Defence and Space. Entrambe le aziende stanno integrando nei loro modelli tecnologie di ultima generazione, tra cui:

  • Antenne di navigazione ad alte prestazioni
  • Carichi utili completamente digitali
  • Propulsione elettrica
  • Orologi atomici più precisi
  • Capacità di collegamento intersatellitare, che permetterà ai satelliti di comunicare tra loro in orbita.

A marzo 2025, Airbus ha completato con successo il test di accettazione della prima antenna di navigazione presso il proprio stabilimento di Getafe, in Spagna, alla presenza dei rappresentanti dell’ESA (Agenzia spaziale europea) e dell’EUSPA (Agenzia dell’Unione europea per il programma spaziale). Oltre a rappresentare un salto tecnologico, i satelliti G2 sono progettati per integrarsi perfettamente con la flotta attuale di Galileo, formando così la più grande costellazione satellitare europea mai realizzata. Questo aggiornamento garantirà servizi ancora più robusti in ambiti fondamentali come la mobilità intelligente, il trasporto aereo e marittimo, la protezione civile, le infrastrutture critiche e persino la finanza, che dipende sempre più dalla sincronizzazione temporale fornita dai satelliti.

Il futuro della navigazione è europeo

Con il programma Galileo G2, l’Europa consolida la propria indipendenza tecnologica nello spazio e rafforza la leadership in uno dei settori strategici del XXI secolo. La prossima generazione di satelliti porterà benefici tangibili a cittadini, imprese e istituzioni, contribuendo a costruire un’Europa sempre più digitale, resiliente e connessa.

Fonte: ESA

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Marco Carrara

Da sempre appassionato di spazio, da piccolo sognavo ad occhi aperti guardando alla televisione le gesta degli astronauti impegnati nelle missioni Apollo, crescendo mi sono dovuto accontentare di una più normale professione come sistemista informatico in una banca radicata nel nord Italia. Scrivo su AstronautiNews dal 2010; è il mio modo per continuare a coltivare la mia passione per lo spazio.

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