Un mezzo passo avanti per Dragonfly

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Rappresentazione artistica di Dragonfly su Titano. Credits: NASA/Johns Hopkins APL/Steve Gribben

L’agenzia spaziale americana (NASA) sta vivendo negli ultimi mesi dei momenti di profonda incertezza in merito ai piani futuri: la causa non è da ricercare tanto nella mancanza di visione a lungo termine, quanto alle continue discussioni e rinvii per l’approvazione del budget federale. L’impatto della mancata approvazione e le relative incertezze sui finanziamenti che l’agenzia potrà ricevere ha effetti soprattutto sulle missioni ancora in fase di definizione e costruzione, oltre che su quelle quasi terminate: i tagli proposti al budget di NASA infatti inducono i team scientifici e ingegneristici a continuare a rivedere le proprie scadenze o addirittura la strumentazione a bordo delle sonde.

È quanto successo a Dragonfly, una missione NASA diretta verso Titano, un satellite del pianeta Saturno, con lo scopo di studiarne l’abitabilità e l’evoluzione della chimica prebiotica, in un ambiente in cui materiali ricchi di carbonio e acqua liquida potrebbero essere venuti a contatto per un lungo periodo di tempo. Dragonfly cercherà anche possibili tracce chimiche sulla presenza passata di vita basata sull’acqua o sugli idrocarburi.

I piani originari per la missione prevedevano l’atterraggio nella zona equatoriale di Shangri-La, caratterizzata da dune lineari simili a quelle della Namibia, nell’Africa meridionale, e la successiva esplorazione tramite piccoli e lunghi voli (alcuni fino a 8 km). Dovrebbe quindi raggiungere Selk, un cratere da impatto in cui sono state riscontrate prove dell’esistenza, nel passato, di acqua liquida e materiali organici. La ricerca di tracce di vita passate è giustificata dal fatto che i movimenti dell’atmosfera e l’interazione con la superficie potrebbero aver creato le condizioni per lo sviluppo di organismi primordiali: l’atmosfera di Titano infatti è molto densa e composta principalmente da azoto, come sulla Terra, ma le precipitazioni sono principalmente di idrocarburi come il metano, mentre altri idrocarburi giungono sulla superficie allo stato solido.

In totale la distanza percorsa da Dragonfly dovrebbe essere di 175 km, quasi il doppio di quella percorsa da tutti i rover marziani messi assieme. Tenendo a mente le diverse dimensioni, l’elicottero marziano Ingenuity ha finora percorso 14,9 km in quasi due anni sul pianeta Marte.

Le dune lineari in Namibia viste dalla Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Credits: NASA

La missione è particolarmente innovativa, dato che utilizzerà un quadricottero doppio, ovvero dotato di quattro coppie di rotori, e verrà lanciata non prima del giugno 2027, con arrivo previsto circa 10 anni dopo. O meglio, questo era quanto previsto nell’ultimo piano di NASA, già in ritardo di un anno sulla data di lancio rispetto ai piani presentati dopo la selezione nel 2019.

Il 28 novembre 2023, durante una riunione dell’Outer Planets Assessment Group (OPAG), Lori Glaze, direttrice della divisione di scienze planetarie di NASA, ha annunciato che l’agenzia ha formalmente sancito il passaggio alla fase C della missione, quella di finalizzazione del design e della costruzione. Contemporaneamente ha però rimandato alla metà del 2024 la conferma formale della missione, che include anche i costi totali e le diverse cronotappe da seguire. La causa è da imputare, come detto prima, ai ritardi nell’approvazione del bilancio federale per l’anno fiscale 2025 e che già aveva portato a una riprogrammazione della Launch Readiness Date, la data per cui la missione sarebbe stata pronta al lancio: si era passati dal luglio 2027 a quello dell’anno successivo.

Dal punto di vista economico, NASA aveva richiesto 327,7 milioni di dollari per la missione nell’anno fiscale 2024, il 18% in meno di quanto ricevuto nel 2023: nonostante questa importante diminuzione, l’agenzia aveva comunicato che i finanziamenti sarebbero stati comunque sufficienti per mantenere la data di lancio a giugno 2027. I responsabili del progetto, però, a maggio avevano comunicato che questi fondi non sarebbero bastati e che erano in corso delle valutazioni sulle opzioni e sui costi della missione. Un paio di mesi dopo questa dichiarazione è stato pubblicato il piano rivisto, con il lancio nel 2028.

Fonti: NASA (1), NASA (2).

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Matteo Deguidi

Studio Astrophysics and Cosmology a Padova e sono interessato alle nuove generazioni di telescopi, sia terrestri che in orbita. In ambito astronautico la mia passione principale è seguire lo sviluppo e la costruzione delle sonde, dai siti di produzione al lancio. Considero ISAA come una seconda famiglia, la quale mi ha dato possibilità di accedere ad un mondo di notizie che da tanto ricercavo.