Pubblicata la prima immagine di MTG-I1

Zoom sull'Europa dell'immagine scattata dal Flexible Combined Imager di MTG-I1 il 18 marzo 2023 alle 11:50 UTC

Alle 10:00 italiane del 4 maggio 2023 EUMETSAT ha rilasciato pubblicamente la prima immagine scattata dal satellite MTG-I1, lanciato il 13 dicembre 2022 alle 21:30 italiane assieme ai satelliti Galaxy 35 e 36 dalla Ariane Launch Area 3 di Kourou, in Guyana Francese.

L’immagine è stata acquisita dal Flexible Combined Imager, uno dei due strumenti del satellite, alle 12:50 italiane del 18 marzo, e mostra l’Africa, il Medio Oriente, l’Europa e la costa orientale del Sud America. Nonostante la foto sia caratterizzata da un’elevata presenza di nuvole e strutture, il deserto del Sahara risulta visibile quasi a pieno. L’Italia risulta abbastanza sgombra dalle nuvole ed è possibile vedere depositi di sedimenti e di sabbia vicino alle coste, mentre nella parte destra della fotografia si nota la presenza di smog o sabbia proveniente dall’Asia meridionale.

La foto scattata dal Flexible Combined Imager di MTG-I1. Credits: EUMETSAT/ESA

E sono proprio i sedimenti vicino alle coste italiane, la copertura nevosa sulle Alpi e le strutture a vortice nelle isole Canarie a rappresentare un significativo miglioramento dei dati prodotti da MTG-I1, dal momento che queste informazioni non erano visibili, o lo erano appena, nelle immagini della seconda generazione di satelliti. Il livello di dettaglio raggiunto con MTG-I1, unitamente alla più frequente raccolta di dati, permetteranno avanzamenti importanti nel campo delle previsioni meteorologiche e soprattutto nell’individuazione di fenomeni che possono avere ripercussioni fatali sulla vita delle persone.

MTG-I1

MTG-I1 (Meteosat Third Generation – Imager 1) è il primo satellite della terza generazione del programma Meteosat, spiegato poco più avanti. Come già detto, è stato lanciato il 13 dicembre 2022 da un Ariane 5 con destinazione finale un’orbita geostazionaria con longitudine 0°, a circa 36.000 km dalla superficie terrestre. A questa quota il periodo di rivoluzione del satellite è identico a quello di rotazione della Terra, permettendo così lo stazionamento sopra una stessa area, in questo caso quella dell’Africa e dell’Europa.

Il satellite è dotato di due strumenti principali, il Flexible Combined Imager e il Lightning Detector, e uno secondario di raccolta e ritrasmissione dei segnali di emergenza.

Il primo avrà lo scopo di ricavare informazioni si masse d’aria, convezione, polvere (caratterizzandone il tipo), nuvole e la loro altezza, tipo e trasparenza, stato dell’acqua nelle nuvole (ghiaccio o in forma liquida), presenza di incendi e quantità di ozono, coprendo 16 diverse bande spettrali.

Il secondo, come suggerisce il nome stesso, monitorerà i fulmini: sebbene non sarà in grado di distinguere la tipologia di fulmine prodotto (tra due nuvole, da terreno a nuvola, o all’interno di una nuvola) permetterà di avere informazioni su un fenomeno scarsamente rilevato. Solo il 5% dei fulmini raggiunge il terreno, rendendo quindi il restante 95% più difficile da studiare.

Il programma Meteosat

Con Meteosat ci si riferisce a un programma di osservazione terrestre dedicato al miglioramento delle previsioni meteorologiche iniziato nel 1977 con il lancio di Meteosat-1, il primo satellite dedicato a questo scopo dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA). La partenza avvenne da Cape Canaveral, in Florida. Nel corso dei successivi vent’anni seguirono altri sei lanci di di altrettanti satelliti, che andarono a costituire la cosiddetta prima generazione. I continui progressi nella gestione e costruzione dei satelliti hanno reso questa generazione particolarmente resiliente, con gli ultimi due esemplari, lanciati nel 1993 e 1997, ritirati dal servizio rispettivamente nel 2010 e 2017.

Le richieste di meteorologi e istituzioni scientifiche rispetto a dati più precisi e in più canali spinsero EUMETSAT a progettare e lanciare la seconda generazione della costellazione, composta da quattro satelliti: Meteosat-8 e 9, lanciati nel 2002 e 2005, e Metosat-10 e 11, partiti nel 2012 e 2015. Escludendo il primo, ritirato il 1º luglio 2022 dopo 20 anni di attività, gli altri tre satelliti sono ancora operativi, con il termine di missione previsto tra il 2025 per Meteosat-9 e il 2030 per gli altri due. I miglioramenti sono stati significativi: dalle 3 bande coperte (visibile, infrarosso e quella del vapore acqueo tra i 6 e i 7 µm) si è passati a 12, grazie a uno scanner multispettrale in due bande del visibile, nove nell’infrarosso (con una risoluzione di 3 km × 3 km) e uno in pancromatico (risoluzione 1 km × 1 km). Anche la frequenza di cattura delle immagini è stata incrementata, passando da 30 a 15 minuti.

Come già detto, MTG-I1 appartiene invece alla terza generazione, che sarà composta da quattro satelliti Imager, costruiti da Thales Alenia Space, e due satelliti Sounding, costruiti da OHB. Come avvenuto per la seconda generazione, la costellazione sarà divisa in due tranche, composte ognuna da tre satelliti che opereranno in tandem: un Imager osserverà l’Europa e l’Africa ogni 10 minuti, l’altro la sola Europa ogni 2,5 minuti e un Sounding analizzerà specifiche aree della Terra per fornire una copertura mirata e locale.

MTG-S1 e MTG-I2 saranno lanciati rispettivamente non prima della fine del 2024 e dell’inizio del 2026, mentre MTG-I3, MTG-S2 e MTG-I4 partiranno dieci anni dopo i corrispettivi della prima parte, completando quindi la costellazione intorno al 2035/2040.

Rappresentazione artistica di due satelliti Imager (a sinistra e in primo piano) e di un Sounder (sulla destra). Credits: ESA/Mlabspace, CC BY-SA 3.0 IGO

Fonti: ESA, AstronautiNews

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Matteo Deguidi

Studio Astrophysics and Cosmology a Padova e sono interessato alle nuove generazioni di telescopi, sia terrestri che in orbita. In ambito astronautico la mia passione principale è seguire lo sviluppo e la costruzione delle sonde, dai siti di produzione al lancio. Considero ISAA come una seconda famiglia, la quale mi ha dato possibilità di accedere ad un mondo di notizie che da tanto ricercavo.