ISS Weekly Status Report – 15.2017

ISS, Shuttle, Sojuz e ATV. Credits: NASA

Pubblichiamo il nuovo report delle attività svolte dagli astronauti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale

9 maggio

OsteoOmics
L’equipaggio ha sostituito i campioni BioCell contenuti nel BioCell Habitat 2. Questa è la seconda delle quattro settimane previste per le operazioni OsteoOmics. Ogni settimana verrà utilizzato un diverso BioCell Habitat, ognuno contenente una media di sei BioCell. La densità ossea degli astronauti diminuisce durante il volo spaziale a causa dell’assenza della gravità che agisce sulle loro ossa. Lo studio OsteoOmics indaga i meccanismi molecolari che determinano questa perdita di densità ossea esaminando gli osteoblasti, che formano le ossa, e gli osteoclasti che li indeboliscono. Una migliore comprensione di questi meccanismi potrebbe portare alla creazione di contromisure più efficaci per prevenire l’indebolimento osseo durante le missioni spaziali ma anche trovare migliori cure per risolvere una vasta gamma di disturbi dell’uomo sulla Terra.

Veg-03
L’equipaggio ha raccolto alcune foglie di cavolo cinese, attualmente in crescita nella struttura Veggie, per stivarle nel Minus Eighty Degree Celsius Laboratory Freezer for ISS (MELFI). L’obiettivo di Veg-03 è dimostrare la possibilità di coltivare, all’interno della struttura Veggie, vegetali nello spazio. Le future missioni di lunga durata richiederanno una fornitura di cibo fresco per integrare la dieta dell’equipaggio, il che significa dover coltivare e far crescere piante e verdura nello spazio. Esperienze precedenti avevano posto l’accento sul miglioramento della produttività in ambienti controllati, ma gli spazi limitati messi a disposizione dallo Space Shuttle e dalla Stazione Spaziale Internazionale avevano reso difficile condurre test di produzione delle colture su larga scala. VEG-03 espande sul nuovo hardware Veggie i concetti che i membri dell’equipaggio utilizzeranno per far crescere cavolo, lattuga ed altre verdure fresche nello spazio. I prossimi esperimenti forniranno anche la possibilità di identificare quali tipi di microrganismi sono presenti nella crescita del cavolo, fornendo dati di riferimento per i futuri sforzi di crescita delle piante di verdura. La coltivazione della verdura servirà anche per valutare l’impatto della crescita delle piante sul morale e sull’umore dell’equipaggio.

Extravehicular Activity (EVA) Preparations
L’equipaggio ha completato alcune attività in preparazione della EXPRESS Pallet Controller Assembly (ExPCA) EVA, attualmente prevista per venerdì 12 maggio.

– Predisposizione dell’Equipment Lock, delle Extravehicular Mobility Unit (EMU) e della strumentazione che verrà indossata dagli astronauti.
– Installazione di nuove batterie Metal Oxide (METOX) Lithium Hydroxide (LiOH) sulle EMU 3006 e 3008.
– Verifica della pressurizzazione delle EMU che verranno utilizzate per effettuare l’EVA.
– Ripasso delle procedure. Al termine del ripasso, l’equipaggio ha svolto una videoconferenza con gli specialisti a Terra.

Orbital ATK (OA)-7 Cargo Operations
Ieri pomeriggio, l’equipaggio ha proseguito il trasferimento delle merci da Cygnus alla ISS. Per concludere l’attività saranno necessarie ulteriori 3 ore di lavoro. L’undocking di Cygnus dalla ISS è attualmente in programma per il 16 luglio.

 

10 maggio

OsteoOmics
L’equipaggio ha sostituito i campioni BioCell contenuti nel BioCell Habitat 3. Questa è la seconda delle quattro settimane previste per le operazioni OsteoOmics. Ogni settimana verrà utilizzato un diverso BioCell Habitat, ognuno contenente una media di sei BioCell. La densità ossea degli astronauti diminuisce durante il volo spaziale a causa dell’assenza della gravità che agisce sulle loro ossa. Lo studio OsteoOmics indaga i meccanismi molecolari che determinano questa perdita di densità ossea esaminando gli osteoblasti, che formano le ossa, e gli osteoclasti che li indeboliscono. Una migliore comprensione di questi meccanismi potrebbe portare alla creazione di contromisure più efficaci per prevenire l’indebolimento osseo durante le missioni spaziali ma anche trovare migliori cure per risolvere una vasta gamma di disturbi dell’uomo sulla Terra.

Myotendinous and Neuromuscular Adaptation to Long-term Spaceflight (Sarcolab)-3
Oggi è il secondo giorno delle attività connesse con l’esperimento Sarcolab-3. L’equipaggio ha installato e configurato lo strumento Muscle Atrophy Research & Exercise System (MARES) nel modulo Columbus. Lo studio denominato Myotendinous and Neuromuscular Adaptation to Long-term Spaceflight (Sarcolab) indaga l’adattamento ed il deterioramento del soleo (muscolo del polpaccio) nel punto di congiunzione al tendine di Achille. I campioni di fibra muscolare vengono prelevati dai membri dell’equipaggio prima e dopo il volo per essere analizzati e per individuare le variazioni delle proprietà strutturali e chimiche. Per aiutare l’analisi su come l’esposizione alla microgravità influenzi lo sviluppo muscolare, vengono utilizzati MRI, test ad ultrasuoni e stimolazione con elettrodi. I dati di inflight verranno confrontati con le misure di preflight e post flight per misurare l’impatto di una perdita muscolare indotta da microgravità ipotizzata. Sarcolab indaga l’adattamento e il deterioramento del soleo o del muscolo del polpaccio, dove si unisce al tendine di Achille che lo collega al tallone e trasporta carichi da tutto il corpo. I campioni di fibra muscolare vengono prelevati dai membri dell’equipaggio prima e dopo il volo, e analizzati per le modifiche delle proprietà strutturali e chimiche. MRI e test di ultrasuoni e stimolazione dell’elettrodo sono condotti per aiutare a valutare i cambiamenti muscolari e tendini causati da esposizione a microgravità.

Phase Change Heat Exchanger (PCHx)
L’equipaggio ha rimosso il Wax Tray dal PCHx per stivarlo, in attesa dell’invio a Terra con il cargo Dragon della missione SpaceX 11. L’obiettivo primario del progetto PCHx è la creazione di una piattaforma di test utilizzando gli EXPRESS rack installati sulla ISS.
[NDT : Nello spazio, riuscire a gestire e mantenere le temperature in un range di sicurezza, dove non c’è atmosfera per fornire calore quando si è in ombra o protezione dal calore quando si è esposti al sole, è un’operazione complicata. Gli scambiatori di calore forniscono un importante aiuto nel mantenere le temperature ad un adeguato valore all’interno di un veicolo spaziale, proteggendo i membri dell’equipaggio e le attrezzature. Lo studio denominato Phase Change Heat Exchanger Project (Phase Change HX) intende collaudare un nuovo tipo di scambiatore di calore che potrebbe permettere alle future missioni di regolare meglio la temperatura. Il Phase Change HX Payload comprende un design di progetto plug and play che consente un’interfaccia comune per i futuri carichi utili che richiederanno temperature dei fluidi tra -10° C e 30° C e portate comprese tra le 50 e le 300 lb/hr.]

European Space Agency (ESA) Active Dosimeter Swap
L’equipaggio ha recuperato i dosimetri, precedentemente indossati dall’equipaggio, per distribuirli all’interno del modulo Columbus, nel Node 3 e nel Service Module. L’European Crew Personal Active Dosimeter è un dispositivo, indossato dai membri dell’equipaggio in orbita, utilizzato per misurare l’esposizione alle radiazioni. Questo dispositivo, insieme con altri dosimetri installati all’interno dell’European Space Agency’s (ESA) Columbus Laboratory, fornisce informazioni relative al dosaggio delle radiazioni assorbite che potranno essere utilizzate per supportare la valutazione dei rischi. L’obiettivo è quello di consentire il monitoraggio delle radiazioni per un approccio medico nei confronti dei membri dell’equipaggio nello spazio.

Extravehicular Activity (EVA) Preparations
L’equipaggio ha completato alcune attività in preparazione della EXPRESS Pallet Controller Assembly (ExPCA) EVA di venerdì prossimo.

– Ripasso delle procedure e della timeline delle operazioni
– Revisione riepilogativa della configurazione degli strumenti che verranno utilizzati
– Inserimento degli ultimi aggiornamenti procedurali alle Cuff Checklist

On-Board Training (OBT) Emergency Response
Tutti i membri dell’equipaggio hanno partecipato ad una esercitazione che ha simulato una rapida depressurizzazione, completando anche i seguenti obiettivi:

– Verifica delle risposte fornite dall’equipaggio sulla base delle infomazioni ricevute dal dispaly del simulatore.
– Verifica del corretti percorsi per recuperare la strumentazione adatta per gestire la situazione di emergenza
– Attuazione delle indicazioni fornite dal display del simulatore.
– Verifica dei corretti protocolli di comunicazione con i Mission Control Center (MCC) di Houston e Mosca

Mobile Servicing System (MSS) Operations
Ieri pomeriggio, i Robotics Ground Controller hanno alimentato MSS e configurato e stivato lo Special Purpose Dexterous Manipulator (SPDM) sul Mobile Base System (MBS) Power Data Grapple Fixture 2 (PDGF2) utilizzando lo Space Station Robotic Manipulator System (SSRMS). Dopo aver riposto SPDM, i Controller hanno traslato il Mobile Transporter dal Worksite 3 (WS3) al WorkSite 4 (WS4), dopodichè hanno configurato SSRMS nella configurazione da attivare nel corso della attività extraveicolare di venerdì prossimo.

 

11 maggio

OsteoOmics
L’equipaggio ha sostituito i campioni BioCell contenuti nel BioCell Habitat 4. Questa è la seconda delle quattro settimane previste per le operazioni OsteoOmics. Ogni settimana verrà utilizzato un diverso BioCell Habitat, ognuno contenente una media di sei BioCell. La densità ossea degli astronauti diminuisce durante il volo spaziale a causa dell’assenza della gravità che agisce sulle loro ossa. Lo studio OsteoOmics indaga i meccanismi molecolari che determinano questa perdita di densità ossea esaminando gli osteoblasti, che formano le ossa, e gli osteoclasti che li indeboliscono. Una migliore comprensione di questi meccanismi potrebbe portare alla creazione di contromisure più efficaci per prevenire l’indebolimento osseo durante le missioni spaziali ma anche trovare migliori cure per risolvere una vasta gamma di disturbi dell’uomo sulla Terra.

Fine Motor Skills (FMS)
L’equipaggio ha effettuato questa mattina una nuova sessione dell’esperimento Fine Motor Skills. Questo test viene effettuato ogni 5 giorni durante i primi tre mesi a bordo della ISS, mentre la periodicità viene portata ad una volta ogni 14 giorni per i periodi successivi. In questo esperimento i membri dell’equipaggio eseguono una serie di attività interattive su una tavoletta touchscreen. Questa è la prima indagine che abbina le capacità motorie ad una lunga esposizione alla microgravità, analizzando le diverse fasi di adattamento alla microgravità di un volo spaziale ed il recupero sensomotorio, una volta tornati alla gravità terrestre.

Extravehicular Activity (EVA) Preparations
In preparazione dell’attività extraveicolare denominata EXPRESS Pallet Controller Assembly (ExPCA) in programma domani, l’equipaggio ha configurato e verificato la corretta installazione delle batterie delle fotocamere e dei Pistol Grip Tool. È stata inoltre effettuata una videoconferneza con gli specialisti a Terra per un ultimo ripasso delle procedure. L’uscita dall’Airlock (egress) è prevista per domani alle ore 07:10 CDT.

 

12 maggio

EXPRESS Pallet Controller Assembly (ExPCA) Extravehicular Activity (EVA)
Peggy Whitson (EV1) e Jack Fischer (EV2) hanno eseguito oggi l’attività extraveicolare denominata EXPRESS Pallet Controller Assembly (ExPCA). All’avvio della fase denominata “In-Suit Light Exercise (ISLE) Prebreathe” è stata notata una perdita di acqua fuoriuscire dal Service Cooling Umbilical (SCU) della EMU di Fischer. L’SCU in avaria è stato immediatamente scollegato, mentre l’unico funzionante è stato condiviso tra le due EMU. Questa forzata condivisione ha incrementato il consumo elettrico delle batterie riducendone l’autonomia, e di conseguenza ha influito sulla durata della attività extraveicolare che non ha superato le 4 ore e 12 minuti. Durante questo periodo sono stati completati i seguenti compiti:

Operazioni pianificate

– Sostituzione dell’ExPCA
– Installazione dello schermo frontale di protezione del Pressurized Mating Adapter (PMA) 3
– Installazione del terminatore dell’Alpha Magnetic Spectrometer (AMS) 1553
– Installazione del Secure Multilayer Insulation (MLI) sul Japanese Experiment Module Remote Manipulator System (JEMRMS)

Operazioni effettuate prima del previsto

– Trasferimento del PMA3 sul COL Articulating Portable Foot Restraint (APFR)

Mobile Servicing System (MSS) Operations
I Robotics Ground Controller hanno attivato oggi il Mobile Servicing System (MSS) a supporto della attività extraveicolare in corso. Pesquet ha manovrato lo Space Station Remote Manipulator System (SSRMS) per permettere ad EV2 Fisher l’installazione dell’Articulating Portable Foot Restraint (APFR) sull’SSRMS Latching End Effector (LEE) e successivamente la sostituzione dell’ExPCA guasto installato sull’Express Logistics Carrier #4 (ELC-4). Al termine, SSRMS è stato trasferito in una delle posizioni di parcheggio.

 

15 maggio

SkinSuit
Nel corso del fine settimana, l’equipaggio ha avviato le attività SkinSuit indossando la tuta apposita dopodichè, con l’assistenza di un operatore, è stata effettuata la misurazione della statura e risposto alle domande di un questionario. Al termine della giornata, l’astronauta ha effettuato una nuova rilevazione, prima di levarsi la SkinSuit. Quando gli astronauti sono nello spazio, e quindi non sottoposti agli effetti della gravità terrestre, vedono crescere la loro statura. La ragione principale risiede nel fatto che, senza il peso che grava sulla parte superiore del corpo, la colonna vertebrale si “estende”, diventa meno curva ed i dischi, che separano le ossa della colonna vertebrale, si riempiono con più fluido, liquido che sulla Terra viene normalmente schiacciato via dal peso della parte superiore del corpo. Questa indagine studierà un nuovo tipo di abbigliamento chiamato ‘skinsuit’, progettato per simulare l’effetto del peso corporeo, per osservare se sia possibile controllare e/o ridurre questo allungamento.
[NDT : SkinSuite è una nuova tuta progettata per ridurre gli effetti dell’assenza di gravità. L’assenza di gravità fa sì che la spina dorsale si allunghi anche di 7 centimetri in 5-6 mesi e questo, oltre al malessere fisico, comporta per gli astronauti al loro ritorno a Terra una probabilità quattro volte superiore di contrarre l’ernia al disco. In più, la mancanza di gravità può far diminuire la massa corporea del 2 per cento al mese. Nell’aspetto la tuta è simile a quelle che indossano ciclisti e nuotatori, ossia quelle che si adattano perfettamente al corpo per ridurre l’attrito con l’aria o l’acqua, ma la dermotuta spaziale (SkinSuit) è stata concepita per dare all’astronauta un carico verticale dalle spalle ai piedi, simulando il peso che normalmente un corpo subisce sulla Terra. La tuta, fabbricata dalla azienda italiana Dainese, è stata sottoposta a lunghi test prima di essere portata in orbita.]

Human Research Program (HRP)
Un membro dell’equipaggio della Sojuz 50S, giunto al traguardo del Flight day 30 (FD30), ha raccolto i campioni di sangue ed urina prelevati nel corso del fine settimana ed oggi a supporto delle indagini scientifiche Biochem Profile e Repository.
– Biochem Profile. I campioni di sangue e di urina prelevati dagli astronauti prima, durante e dopo la conclusione della missione spaziale, sono utilizzati per valutare lo stato di salute di un astronauta, rilevando i biomarcatori chiave presenti in questi fluidi. Questa indagine, che ha inizio nel periodo di pre-volo dell’astronauta, prosegue durante la permanenza nello spazio per poi terminare con ulteriori esami nel periodo post-volo, ha come scopo il determinare se le alterazioni del sistema immunitario indotte dal volo spaziale possono aumentare la suscettibilità di infezione o rappresentare un rischio sanitario significativo per i membri dell’equipaggio a bordo della ISS.
– Repository è un contenitore speciale capace di conservare per lunghi periodi di tempo campioni biologici in condizioni ben controllate. Questi campioni rimarranno conservati come risorsa per la futura ricerca connessa al volo spaziale.

NanoRack Cubesat Deployer (NRCSD) #11
L’equipaggio ha installato due Quad Deployer sul meccanismo di sgancio della JEM (Japanese Experiment Module) Airlock (JEMAL) Slide Table. Successivamente, la Slide Table è stata retratta e JEMAL è stato depressurizzato in preparazione del rilascio dei satelliti Cubesat in programma nei prossimi due giorni.

NanoRacks Module-55
L’equipaggio ha sostituito un campione posto all’interno del NanoRacks Module 55 a sua volta installato sulla parte anteriore della NanoRacks Platform-1 all’interno del JEM. Questo studio fa parte della ricerca sul perché nello spazio i batteri sono più virulenti e crescono più rapidamente. NanoRacks Module 55, noto anche come NanoRacks – National Design Challenge – Centaurus High School – The Effects of Simulated Gravity on Bacterial Lag Phase in a Microgravity Environment (NanoRacks-NDC-CHS-Bacterial Lag Phase), studia la fase che precede l’inizio della crescita esponenziale, che è molto più breve in microgravità di quanto non sia sulla Terra. L’esperimento utilizza una centrifuga per simulare la gravità, confrontando le differenze tra le colture del batterio dell’Escherichia coli (E. coli) trattate in gravità artificiale da quelle trattate in microgravità.

Genes in Space 3
L’equipaggio ha completato oggi una sessione dell’esperimento Genes in Space 3, prelevando un campione dal General Laboratory Active Cryogenic ISS Experiment Refrigerator (GLACIER) per inserirlo nel miniature Polymerase Chain Reaction (miniPCR) (miniPCR) e rimuoverlo successivamente per riporlo nel Minus Eighty Degree Celsius Laboratory Freezer for ISS (MELFI). Genes in Space, esperimento vincitore di un secondo concorso per studenti, intende verificare se la Polymerase Chain Reaction (PCR) potrà essere utilizzata per studiare le alterazioni del DNA a bordo della ISS. Il volo spaziale provoca numerose alterazioni al corpo umano ed al DNA oltre che indebolire il sistema immunitario. Capire se e come questi due processi sono legati è importante per la prevenzione della salute dell’equipaggio, ma la tecnologia che permette di monitorare questi cambiamenti del DNA è relativamente giovane e non è mai stata testata nello spazio.

OsteoOmics
L’equipaggio ha fissato i campioni BioCells contenuti nel Biocell Habitat 1, prima di stivarli nel Minus Eighty Degree Celsius Laboratory Freezer for ISS (MELFI). La densità ossea degli astronauti diminuisce durante il volo spaziale a causa dell’assenza della gravità che agisce sulle loro ossa. Lo studio OsteoOmics indaga i meccanismi molecolari che determinano questa perdita di densità ossea esaminando gli osteoblasti, che formano le ossa, e gli osteoclasti che li indeboliscono. Una migliore comprensione di questi meccanismi potrebbe portare alla creazione di contromisure più efficaci per prevenire l’indebolimento osseo durante le missioni spaziali ma anche trovare migliori cure per risolvere una vasta gamma di disturbi dell’uomo sulla Terra.

Fluid Shifts
Un membro dell’equipaggio della Sojuz 49S giunto al traguardo del Flight Day 180 (FD180), dopo aver indossato la tuta Lower Body Negative Pressure (LBNP/Chibis), ha dato il via oggi alla prima delle due giornate previste le attività Baseline Imagery dell’esperimento Fluid Shift. Con il supporto degli specialisti di Mosca che hanno fornito assistenza medica da remoto, sono state effettuate le rilevazioni con l’Optical Coherence Tomography (OCT) ed il Distortion Product Otoacoustic Emission (DPOAE) prima di completare il DPOAE test, l’OCT e l’esame tonometrico. Fluid Shifts, esperimento congiunto NASA-Ente Spaziale Russo, indaga le cause che concorrono ai cambiamenti fisici gravi e duraturi agli occhi di un astronauta. Poiché si ipotizza che la causa di questi cambiamenti sia il passaggio dei fluidi verso la testa, si vuole comprendere se l’inversione del flusso, utilizzando sul corpo un dispositivo di bassa pressione negativa, possa rappresentare la soluzione del problema. I risultati di questo studio potranno aiutare a sviluppare misure preventive che potranno impedire i cambiamenti duraturi e/o danni permanenti agli occhi degli astronauti.

Post Extravehicular Activity
Ieri è stata effettuata la EVA , oggi l’equipaggio ha completato le attività post-EVA, tra cui la manutenzione delle EMU; riempimento dei serbatoi d’acqua, rimozione delle fotocamere, riconfigurazione dell’Airlock ed un debriefing con gli specialisti a Terra.

Pressurized Mating Adapter (PMA) 3 Leak Checks
L’equipaggio pressurizzerà PMA3 per verificarne in dettaglio l’integrità. PMA3 è stato trasferito lo scorso mese di marzo dal Node 3 Port al Node 2 Zenith e configurato come punto di attracco per i prossimi veicoli spaziali.

Node 2 Common Cabin Air Assembly (CCAA) Vibration Noise
Giovedì 11 maggio 2017, l’equipaggio ha segnalato di aver udito nel Crew Quarters (CQ) un rumore di vibrazioni che sembrava provenire dal Node 2 CCAA. Un prima indagine non ha rilevato alcuna anomalia. L’equipaggio ha posto dei pannelli di schiuma tra il CQ e la Common Cabin Air Assembly (CCAA), ma il problema non è stato risolto. Gli specialisti a Terra stanno studiando i prossimi step di intervento.

 

16 maggio

NanoRack Cubesat Deployer (NRCSD) #11 Deploy
Oggi sono stati rilasciati sei satelliti Cubesat: SGSat, CXBN-2, IceCube, SOMP2, HAVELSAT e COLUMBIA. SGSat è un sistema che utilizza le immagini del campo stellato per orientare il satellite e, tramite l’utilizzo di un nuovo software, predirne il percorso. CXBN-2 (Cosmic X-Ray Background Nanosatellite) utilizza un nuovo e più recente metodo di rilevamento della materia rispetto al suo predecessore. I dati raccolti dalla sua strumentazione minimizzeranno le incertezze critiche dei flebili segnali lasciati dal Big Bang e potranno chiarire l’origine delle altre fonti di radiazione interstellare. IceCube eseguirà misure di alta precisione sulla qualità delle particelle di ghiaccio presenti nelle nuvole. Queste misure promuoveranno una nuova tecnologia di monitoraggio che colmerà le lacune necessarie per comprendere come il ghiaccio nelle nuvole influenza il meteo. I restanti tre Cubesat appartengono alla costellazione QB50 che mira a studiare le superfici superiori dell’atmosfera terrestre nel corso di un arco temporale compreso tra 1 e 2 anni. I satelliti QB50 eseguono misurazioni su una zona poco studiata, e fino a poco tempo fa inaccessibile, dell’atmosfera denominata termosfera. Il progetto analizza costantemente le diverse molecole gassose e le proprietà elettriche della termosfera per comprendere meglio il tempo spaziale e le sue tendenze a lungo termine.

Fluid Shifts
Un membro dell’equipaggio della Sojuz 49S ha agito in qualità di operatore per assistere un membro russo impegnato nelle attività Fluid Shifts. Il soggetto è stato sottoposto alla scansione ecografica delle vene e delle arterie, mentre il Crew Medical Officer, con il supporto degli specialisti di Mosca, ha fornito assistenza medica nelle rilevazioni Cerebral and Cochlear Fluid Pressure (CCFP) ed Ultrasound. Fluid Shifts indaga le cause che concorrono ai cambiamenti fisici gravi e duraturi agli occhi di un astronauta. Poiché si ipotizza che la causa di questi cambiamenti sia il passaggio dei fluidi verso la testa, si vuole comprendere se l’inversione del flusso, utilizzando sul corpo un dispositivo di bassa pressione negativa, possa rappresentare la soluzione del problema. I risultati di questo studio potranno aiutare a sviluppare misure preventive che potranno impedire i cambiamenti duraturi e/o danni permanenti agli occhi degli astronauti.

Genes in Space 3
L’equipaggio ha completato una nuova sessione dell’esperimento Genes in Space 3, recuperando un campione dal General Laboratory Active Cryogenic ISS Experiment Refrigerator (GLACIER) per inserirlo all’interno del Miniature Polymerase Chain Reaction (miniPCR) per l’elaborazione. Genes in Space, esperimento vincitore di un secondo concorso per studenti, intende verificare se la Polymerase Chain Reaction (PCR) potrà essere utilizzata per studiare le alterazioni del DNA a bordo della ISS. Il volo spaziale provoca numerose alterazioni al corpo umano ed al DNA oltre che indebolire il sistema immunitario. Capire se e come questi due processi sono legati è importante per la prevenzione della salute dell’equipaggio, ma la tecnologia che permette di monitorare questi cambiamenti del DNA è relativamente giovane e non è mai stata testata nello spazio.

OsteoOmics
L’equipaggio ha scongelato un BioCell per iniettarlo nella struttura di crescita posta all’interno del MicroGravity Science Glovebox (MSG). La densità ossea degli astronauti diminuisce durante il volo spaziale a causa dell’assenza della gravità che agisce sulle loro ossa. Lo studio OsteoOmics indaga i meccanismi molecolari che determinano questa perdita di densità ossea esaminando gli osteoblasti, che formano le ossa, e gli osteoclasti che li indeboliscono. Una migliore comprensione di questi meccanismi potrebbe portare alla creazione di contromisure più efficaci per prevenire l’indebolimento osseo durante le missioni spaziali ma anche trovare migliori cure per risolvere una vasta gamma di disturbi dell’uomo sulla Terra.

Combustion Integration Rack (CIR) Fuel Oxidizer Management Assembly (FOMA) Remove and Replace
L’equipaggio ha concluso la sostituzione programmata del CIR FOMA. Questa è una attività a supporto dell’esperimento Cool Flames, attualmente in corso. L’indagine CFI (Cool Flames Investigation) fornisce una nuova visione del fenomeno per cui alcuni combustibili inizialmente bruciano generando fiamme e temperature molto elevate, per poi apparentemente estinguersi in breve tempo ma in realtà continuare a bruciare ad una temperatura molto più bassa, senza fiamme visibili (fiamme fredde). Capire la combustione a fiamma fredda aiuterà gli scienziati a sviluppare nuovi motori e nuovi carburanti più efficienti ma anche migliorare la sicurezza a bordo della ISS.

Node 2 Common Cabin Air Assembly (CCAA) Remove and Replace
La scorsa settimana l’equipaggio aveva segnalato di aver udito rumori e vibrazioni nei pressi del Node 2 Crew Quarters. Una prima analisi aveva identificato nella ventola di ingresso del Node 2 CCAA la causa della segnalazione. Oggi l’equipaggio ha sostituito la ventola, risolvendo il problema della presenza di rumore e vibrazioni.

Fonte: NASA

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Marco Carrara

Da sempre appassionato di spazio, da piccolo sognavo ad occhi aperti guardando alla televisione le gesta degli astronauti impegnati nelle missioni Apollo, crescendo mi sono dovuto accontentare di una più normale professione come sistemista informatico in una banca radicata nel nord Italia. Scrivo su AstronautiNews dal 2010; è il mio modo per continuare a coltivare la mia passione per lo spazio.