A Spinoff a day – Le tecnologie di cloud computing abbattono le barriere della ricerca scientifica

Negli anni ’90 i dati dei satelliti NASA che monitorano la salute del pianeta Terra erano accessibili al pubblico grazie al sistema interno NEX (NASA Earth Exchange). I ricercatori direttamente al servizio dell’Agenzia erano facilitati nella consultazione, ma le entità esterne che facevano richiesta di utilizzo di tali informazioni dovevano sottostare a procedure burocratiche che spesso portavano a dover attendere settimane prima di poterne usufruire.

I satelliti di telerilevamento Landsat, che abbiamo già incontrato qualche articolo fa, hanno raccolto dati sin dagli anni ’70. Da allora si sono aggiunti altri sistemi di monitoraggio, come ad esempio i satelliti Terra ed Aqua, che fotografano vari aspetti del pianeta quali la deforestazione, l’accumulo di aerosol nell’atmosfera, il ciclo del carbonio-azoto, lo scioglimento dei ghiacci, con risoluzioni sempre migliori ed immagini sempre più dettagliate.

Con il tempo si è dunque reso necessario trovare spazi di archiviazione maggiori, ma anche modalità di trasferimento e consultazione più user-friendly. Il sistema NEX si dimostrava sempre meno efficace e le richieste di accesso da parte della comunità scientifica globale aumentavano sempre più (i tempi di attesa arrivavano ai 6/8 mesi).

Agli inizi degli anni 2000, Amazon.com Inc., il cui ruolo stava crescendo nell’ambito del commercio via internet, era riuscita a sviluppare un’infrastruttura adatta a supportare simultaneamente milioni di acquisti via web e flussi multimediali continui. Nel 2006 l’azienda iniziò ad offrire anche al grande pubblico i suoi servizi di archiviazione e gestione dati attraverso Amazon Web Services (AWS). NASA se ne interessò e, così come già avevano fatto Netflix, Adobe Systems, Thomeson Reuters e il National Institutes of Health, firmò un accordo per ospitare il proprio sistema interno. Nel Novembre del 2013 nacque OpenNEX.

Per i fruitori questo è stato un passo di grande importanza, perché ha permesso sia di avere accesso agli archivi con immediatezza, che di poter usufruire direttamente dei servizi AWS a disposizione per tutti i richiedenti. I dati e i modelli ospitati in OpenNex includono l’ecologia terrestre, l’utilizzo delle terre e delle acque, previsioni ecologiche, biodiversità, impatti del cambiamento climatico e strategie di mitigazione dello stesso. Jamie Kinney, principal solution architect di AWS afferma: “Ora chiunque abbia accesso al cloud di Amazon, che è disponibile pubblicamente, può visualizzare ed analizzare dati utilizzando lo stesso software su cui si appoggiano i ricercatori NASA”.

Le tecnologie di cloud computing abbattono le barriere della ricerca scientifica - presentazione © NASA / Veronica Remondini

Le tecnologie di cloud computing abbattono le barriere della ricerca scientifica – presentazione © NASA / Veronica Remondini

Per approfondire:

Spinoff NASA originale [ENG]

Sito di NEX (NASA Earth Exchange) [ENG]

OpenNEX Virtual Workshop and Challenge 2014 [ENG]

Amazon Web Services [ITA]

Presentazione completa powerpoint originale in inglese, traduzione italiana a cura di Veronica Remondini.

  Questo articolo è copyright dell'Associazione ISAA 2006-2024, ove non diversamente indicato. - Consulta la licenza. La nostra licenza non si applica agli eventuali contenuti di terze parti presenti in questo articolo, che rimangono soggetti alle condizioni del rispettivo detentore dei diritti.

Commenti

Discutiamone su ForumAstronautico.it

Veronica Remondini

Appassionata di scienza, è intimamente meravigliata di quanto la razza umana sia in grado di creare, e negare tale abilità allo stesso tempo. Stoica esploratrice di internet, ha una sua condanna: le paroline blu che rimandano ad altre pagine. Collaudatrice dell'abbigliamento da moto Stark Ind., nel tempo libero cerca invano di portare il verbo tesliano nel mondo.