Cattura l’asteroide: NASA apre ai privati

Venerdì 21 marzo l’agenzia spaziale americana ha emesso un comunicato (Broad Agency Announcement – BAA) con il quale sollecita i suoi partners commerciali a sottoporre proposte relative ai sistemi di cattura di un asteroide, ai sensori di approccio, all’adattamento di veicoli commerciali alla missione Redirect Asteroid ed alla potenziale collaborazione su carichi paganti secondari e sulle missioni con equipaggio.
NASA ha stanziato sei milioni di dollari complessivi, che verranno divisi fra un massimo di 25 aziende che sottoporranno le loro proposte.
Queste serviranno a NASA per effettuare una scelta tra due diversi approcci che al momento sono al vaglio per realizzare il trasferimento di un asteroide in una orbita di parcheggio nei pressi del sistema Terra-Luna, ove poi verrebbe raggiunto da un equipaggio per gli studi scientifici del caso.
La prima opzione è il rendez-vous con un asteroide con un diametro tra i 7 ed i 10 metri: questo verrebbe racchiuso in una “sacca” gonfiabile per il viaggio verso la Terra. In alternativa, il veicolo verrebbe indirizzato verso un oggetto di dimensioni decisamente superiori, per poi staccarne un pezzo tramite un braccio robotico.
La scelta fra i due approcci dovrebbe arrivare all’inizio del prossimo anno, durante una revisione programmata dello stato di avanzamento del concept.
Il primo obiettivo da raggiungere per NASA è il contenimento dei costi (stimati nel 2012 a 2,6 miliardi di dollari): per questo si sta valutando l’impiego di piattaforme satellitari già esistenti, da modificarsi per la cattura dell’asteroide. Altre opportunità commerciali potrebbero venire dall’effettuazione di missioni “di ricognizione” con piccoli satelliti, o dall’integrazione della missione principale con carichi paganti secondari, sia sul vettore di lancio che sul veicolo di cattura.
Altro settore in cui è caldeggiata la partecipazione dei privati è quello della propulsione elettrica solare, indispensabile per spostare il corpo celeste catturato nella sua nuova orbita di parcheggio. La potenza richiesta stimata è di 10-15 kilowatts, il doppio o il triplo di quanto attualmente disponibile con questo sistema propulsivo. Serviranno poi dei meccanismi di cattura, dei bracci robotici, dei sensori di approccio (incluso un sistema tridimensionale laser di stima delle distanze) e telecamere ad infrarossi.
Infine, la richiesta di NASA riguarda proposte sulla ricerca scientifica da effettuarsi sull’asteroide, sugli usi in-situ delle risorse disponibili, e sullo sviluppo anche commerciale di iniziative di questo tipo che dovessero seguire la prima missione sperimentale.
Nonostante manchi ancora l’approvazione da parte del Congresso USA (che anzi ha richiesto a NASA di giustificare il progetto in termini scientifici e di fornire una analisi dei costi dettagliata), l’agenzia americana continua a promuovere con ogni mezzo questa iniziativa, che potrebbe prendere il via entro il 2018 con un lancio del vettore Atlas-5.
Non rimane che attendere ulteriori sviluppi.

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Paolo Actis

Paolo ha collaborato con AstronautiNEWS dal maggio 2008 al dicembre 2017