Modulo di servizio Orion: ESA in ritardo

Immagine artistica di Orion con modulo di servizio derivato da ATV. Credits: NASA
Immagine artistica di Orion con modulo di servizio derivato da ATV. Credits: NASA

È stata posticipata a maggio la revisione preliminare di progetto del modulo di servizio multi-uso che ESA deve fornire a NASA. Lo slittamento, di circa sei mesi rispetto alla scadenza originale di novembre, è stato concordato con l’agenzia americana, e servirà per approfondire alcuni elementi di criticità a livello di massa dell’habitat e di sistemi propulsivi e di alimentazione.
Al momento nessuno vuole azzardare previsioni sull’impatto che questo ritardo potrà avere sullo sviluppo del progetto Orion, ma è chiaro che il volo di prova del 2017 appare ora a rischio.
La decisione non è stata presa a cuor leggero, ma l’ipotesi di procedere con la revisione preliminare e fallire avrebbe avuto conseguenze ancora più negative a livello di ritardi nel progetto.
ESA ha comunque autorizzato Airbus Defence and Space (ex Astrium), che deve materialmente realizzare il progetto, ad acquisire tutti quei materiali e componenti di difficile approvvigionamento che siano più o meno indipendenti dall’esito della revisione preliminare, in modo da portare avanti il lavoro per quanto possibile ed in altri settori.
Il modulo di servizio progettato da ESA/Airbus è un cilindro di circa 4 metri di diametro ed altezza, largamente basato sul collaudato modulo cargo ATV; l’unico contributo americano al progetto è il sistema di propulsione per le manovre orbitali, lascito del programma shuttle.
La fornitura del modulo di servizio serve a coprire i costi di mantenimento della ISS: ESA ha investito nel progetto circa 450 milioni di euro, e questi sono sufficienti a saldare le quote europee dal 2017 al 2020 (i costi fino al 2017 sono stati coperti con i 5 voli di ATV, l’ultimo dei quali è previsto per giugno).
Per finanziare un eventuale prosecuzione delle attività di ISS oltre il 2020 servirà un nuovo accordo tra i partners internazionali; parallelamente, l’impegno che ESA ha assunto per Orion si ferma alla prima missione con equipaggio nel 2021: le parti si sono comunque dette disponibili a proseguire la collaborazione sul progetto oltre quella data.
Come detto, il primo volo di prova in versione “definitiva” di Orion è tuttora previsto entro il 2017. Si tratterà di una missione senza equipaggio diretta verso la Luna e della durata di circa 3 settimane. Questo volo dovrebbe prepararne un altro, sempre senza equipaggio, con il quale NASA vorrebbe inviare una sonda a recuperare un asteroide per poi immetterlo in una orbita stabile e facilmente raggiungibile da un equipaggio di astronauti a bordo di Orion.
Nel frattempo, il solo modulo equipaggio Orion verrà lanciato il prossimo settembre in un volo di prova (senza personale) intorno alla Terra, grazie al vettore Delta-4 Heavy di ULA.

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Paolo Actis

Paolo ha collaborato con AstronautiNEWS dal maggio 2008 al dicembre 2017